lavoro/ parte 2

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"Quindi, signorina Gray, se io le offrissi uno stipendio di 1000 sterline al mese, finchè non è assunta, accetterebbe?" il signor Williams, un uomo uguale a suo figlio, le chiese alla fine del colloquio, se accettava il lavoro come ballerina le notti di discoteca, e come barista nel pomeriggio, dopo la scuola. Astrid annuì energicamente. Il signor Williams si alzò in piedi, pensando che aveva trovato un' ottima impiegata. "Direi che questo colloquio le è andato bene, passi domani al bar qui sotto, dove lavorerà, per prendere gli orari che svilupperò stanotte." Astrid lo salutò e si alzò, pronta per uscire da quell' ufficio,quando una domanda le venì in mente. "Signore," incominciò attirando l'attenzione del suo nuovo 'capo', "Insomma, questo posto voglio guadagnarmelo, la prego di dirmi se sono raccomandata siccome amica di vostro figlio." lo guardò negli occhi e non vide nessuna incertezza quando lui la rassicurò. "Signorina gray, stia tranquilla, mio figlio è un dipendente come altri per me, quando si parla di lavoro, decido io chi è assunto, non lui." e con queste parole Astrid se ne uscì.

"Quindi hai avuto il lavoro?" chiese tossicchiando Chris alla cugina. Era certo che quella ragazza l'avrebbe trovato, ma non capiva il otivo di cambiare lavoro. "Si esatto, domani devo passare a prendere gli orari di lavoro." Astrid saltellò sul posto battendo le mani contenta. "Ma perchè hai cambiato lavoro?" Astrid, con molta cutela gli si sedette affianco. "Caro, carissimo Chris, quando ad una persona non piace il proprio lavoro, non vede l' ora di avere la possibilità di cambiarlo." si alzò portandosi alla spalla la borsa con dentro i vstiti per il suo 'lavoro'. "Ma che lavoro facevi?" chiese il cugino perplesso. "Oh guarda, è già tardi devo scappare a lavoro." Astrid mentì. In realtà mancavano ancora 2 ore alle otto, ora in cui andava solitamente nella sua via, ove incontrava i 'clienti'. Voleva chiamare Alec per chiedergli di festeggiare insieme a lei, e ringraziarlo per averle 'trovato' lavoro. Seduta in macchina fece uscire dal cellulare il telefono. Digitò il numero e chiamò. Alec rispose dopo pochi squilli. "Hey ciao Alec, ti va di venire a cena da qualche parte, così festeggiamo il mio nuovo lavoro, visto che è grazie a te che l'ho avuto..." disse velocemente sperando che Alec pronunciasse un 'ok'. "Innanzittutto ciao anche a te, comunque non posso, devo fare alcune cose molto importanti, mi dispiace." spiegò lui. "oh, okay, va bene. Allora sarà per un' altra volta. Grazie di tutto, ciao." chiuse velocemente la chiamata per poi sentirsi triste del rifiuto appena ricevuto. Non le restava che andare a casa e prepararsi per un' altra nottata in bianco.

C' era freddo, molto freddo. Astrid aveva solo un top tipo zanzariera, con un reggiseno giallo fulo, sotto, abbianato tutto a una gonnellina corta fin sotto il sedere nera. Sfregava le mani sulle braccia per farsi caldo, aspettando inpaziente un ragazzo che la prendesse. Una macchina che si stava avvicinando, rallentò fino a fermarsi difronte alla ragazza. Il finestrino oscurato si abbassò, rivelando un Alec con un sorriso smagliante. "Sali" ordinò alla ragazza cn un cenno del capo. La ragazza, seppur arrabbiata e stupita, non se lo fece ripetere due volte e si fiondò nel posto affianco al guidatore.  Dentro la macchina era accesa l'aria calda, che riscaldò subito il corpo di Astrid. Vedendo che la macchina non partiva, la ragazza si girò verso Alec. "Bhe? non parti?, vuoi un lavoretto in macchina e hai paura di fare incidenti?" chiese lei. Alec la stava guardando invece, guardava come era vestita: una specie di zanzariera, reggiseno gillo fosfuorescente e una gonnellina. "Ma i tuoi vestiti dove sono?" le chiese guardandola negli occhi. "Buonanotte. Per te sono già nuda." alzò gli occhi al cielo sbuffando. "primo, sei in intimo, questo lo vedo, ma la maglietta e i pantaloni? Ci sono tre gradi fuori e tu vai in girò così!" sbottò lui, infastidito dalle parole della ragazza. Era chiaro che non fosse nuda, e ancor più chiaro che fosse pazza ad essere uscita così. "secondo, sono venuto per portarti a casa. non volevo che rimanessi in strada." Astrid rimase stupita. Davvero lui era venuto a portarla a casa sua? Aveva davvero pensato a lei? "A casa mia dovrei avere dei vestiti di mia sorella, certe volte viene al mio appartamento per dormire, quando a casa nostra madre... Insomma ho degli abiti!" sbuffò. Astrid si chiese cosa aveva la madre di Alec, in effetti non l' aveva mai vista, però giravano voci che lei fosse una come lei, una prostituta. Non disse niente perchè magari Alec non voleva parlarne, visto come aveva sviato il discorso sulla madre. Dopo qualche minuto di silenzio, Alec parlò. "Sai, non ti ho mai visto sorridere, sorridere sul serio." "Questa è la seconda volta che ci vediamo, e poi ti ho sorriso l' altra volta." precisò lei. "Si ma era finto, cioè, il sorriso sono anche gli occhi gioiosi, l' adrenalina nelle vene, e la felicità prolungata. Tu non sorridevi con gli occhi, tu hai tolto subito il tuo sorriso dal volto, e ti sei mossa svogliata prima di entrare in quella stanza. Tu non hai sorriso." Era vero, lei non sorrideva spesso, forse l' unico che riusciva a farla ridere era Alec, ma non sapeva perchè, forse aveva un qualcosa che lo faceva essere simpatico a lei.

Eppure lei non si accorgeva che il cuore di diamente, aveva incominciato a colorarsi di rosso, diventando un rubino, non più indistruttibile come prima.

àAngoloAutrice

Ed eccovi qui la seconda parte del capitolo. In quella precedente non ho scritto "parte 1", quindi magari qualcuno non leggerà il "parte 2" e panerà sia lo stesso capitolo. Vi piace la nuova copertina? Bhe per il momento basta, contando che non so aggiungere le scritte alle immagini dal computer. Il prossimo capitolo a 5 like e 1 commento. Vorrei però avvisarvi che questo capitolo doveva aspettare ancore 2 comenti, quindi siccome non voglio obbligarvi ne nulla, voglio solo chiedervi , se mi potete scrivere cosa ne pensate, grazie a tutti comunque. A presto.

p.s.

per chi vuole pubblicità me lo dica, pubblicizzo tutti. Ciaoo.

xx

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