N/A
Ringrazio
FanficMyWordx
per la copertina fantastica :) Ed ora ecco a voi il capitolo atteso.
"Freddy calmati, devi solo fare questo semplificato con questo, poi moltiplichi il numero semplificato con quello e hai trovato il risultato!" spiegò pazientemente Astrid. "Non ci capisco niente As! Niente!" Freddy lanciò in aria il libro di matematica, mentre la ragazza si metteva a ridacchiare della sua reazione. "Ma è così semplice!" rise. Freddy la fulminò con lo sguardo. "Stai rischiando la tua vita As, mi sto trattenendo solo perchè non voglio andare in carcere" sussurrò minaccioso. Astrid gli sorrise innocentemente. "La pancia pretende cibo, devo assolutamente nutrirmi. MADRE! HO FAME!" urlò il ragazzo dirigendosi verso la cucina. Astrid stette un minuto ancora in camera di Freddy. Aveva ancora il sorriso sulle labbra. il giorno prima era successo tutto così velocemente.. Alec che aveva poggiato le labbra sulle sue; Astrid che lo aveva tenuto stretto a se quando aveva cercato di staccare le labbra; Alec che le aveva stretto i fianchi così forte... Astrid sapeva che doveva dirgli tutto. Doveva dirgli delle sue bugie, doveva dirgli del suo passato e di Jackson. "Astrid!" Freddy la chiamò dall' altra stanza. "Eccomi, arrivo" la ragazza si alzò di fretta. Restarono in silenzio per un po'. "Tu vai all' aeroporto?" aprì bocca freddy. Astrid lo guardò confusa. "Perchè?" "Alec" "Alec?" Freddy impallidì. Capì che il suo amico non aveva detto nulla a quella ragazza che era difronte a lui. "Niente.." "Freddy.." Astrid era confusa, e la rabbia le incominciava a salire. "Cosa mi devi dire Freddy? Voglio saperlo ora." si impose decisa. "Vallo a chiedere al tuo fidanzatino" quella risposta la spiazzò. Lui.. Lui non era il suo fidanzatino... Alec era solo un amico con cui aveva scambiato qualche bacio.. Astrid rise nervosa. "Fidanzatino? cosa intendi? Chi intendi?" Freddy la guardò sorridendo malizioso. "Alec, cara Astrid. Alec" incrociò le braccia al petto. Gli squillò il cellulare. "Pronto?... Ciao Chris... Si, Si tranquillo, avvisa Jace però.. Attento con le parole, sa essere molto geloso.. Chris! April non è una troia!... Non ha amiche perchè lei le allontana.. Ah, Chris, con te è impossibile parlare.. Dopo ne discutiamo faccia a faccia che ora non posso parlare.. Si.. Ciao.." Freddy chiuse la chiamata. "Era Chris, ha ospitato April e mi ha avvisato" chiarì subito ad Astrid. Lei annuì. "Freddy.. Mi puoi accompagnare in un posto?"
La casa era silenziosa, tutti se n'erano andati e Jackson era solo. Completamente solo. Ma quella sensazione di solitudine gli piaceva. Ci aveva fatto l'abitudine, con gli anni, ed ora per lui era normale essere affiancato solo dal silenzio. Uscì dalla doccia con solo un piccolo asciugamano intorno al bacino. Gli piaceva il suo corpo e quando lo diceva le persone lo prendevano per narcisista, ma non lo era. Tutti amano in qualche modo se stessi. L'unica cosa che odiava era il fatto di soffrire di personalità multiple. Ma solo i suoi genitori lo sapevano, e nessuno realmente poteva aiutarlo. Astrid gli mancava. Dopo aver scoperto dov'era l'aveva raggiunta. troppo al lungo aveva sofferto senza di lei. Le persone che lo vedevano triste gli chiedevano cosa c'era che non andava, ma senza serietà, senza interesse. Il campanello suonò. Jackson alzò lo sguardo. Era sua madre? forse era tornata in anticipo. felice di riaverla a casa andò ad aprire, incurante di come fosse 'vestito'. Rimase bloccato sulla porta d'ingresso. "Astrid?" la ragazza lo guardava e basta. Sul volto non c'era nemmeno un sorriso o una traccia di paura. Niente. "Cosa ci fai qui?" il sorriso gli svanì. Assunse un'espressione dura. Se ne doveva andare. "Entra" Jackson andò corse in cucina. Doveva restare calmo. Doveva mantenere il controllo della situazione. Astrid lo seguì in cucina sempre in religioso silenzio. Jackson si girò a guardarla. i capelli biondi le scendevano lungo la schiena. Non aveva più quell'aria da ragazzina, ora sembrava una giovane donna. "Voglio parlare con te." finalmente le sue labbra si aprirono lasciando uscire la sua voce. Jackson inspirò. "No." disse duramente. "Come puoi dire no? Ora che tu sei qui pretendi che non parliamo?" "Esatto." "bhe, caro il mio Jackson, non te lo permetto." Jackson si girò verso di lei infuriato. "NON ME LO PERMETTI? TI RICORDO CHE TE NE SEI ANDATA TU DA ME! POTEVO SPIEGARTI VERAMENTE COME SONO ANDATE LE COSE SE TU FOSSI RIMASTA CON ME CAZZO!" urlò. Astrid non sembrò impaurita. "E SECONDO TE IO DOVREI CREDERTI? COSA HAI IN TESTA DA PENSARE CHE IO AVREI DOVUTA RIMANERE CON UNO STUPRATORE? EH? RISPONDI JACKSON!" Jackson respirò a fondo. Non voleva dirglielo. Però doveva. "soffro di personalità multipla" sussurrò senza guardarla negli occhi. Si sarebbe messa a ridere? forse. Invece sentì dei movimenti vicino a lui e vide Astrid con le lacrime avvicinarsi. Non gli importava se provava pena verso di lui, gli stava cingendola vita con un abbraccio. Dio quanto gli erano mancati i suoi abbracci. Avvolse le braccia intorno al suo corpo. "scusa" sussurrò ancora. "ti aiuterò Jacky, te lo giuro"
Passarono un paio d'ore. Astrid era tornata nel suo appartamento. Nella stanza accanto alla sua dormiva April, mentre Chris dormiva nel divano. Astrid stava per addormentarsi quando le arrivò una chiamata. "Pronto?" "Pronto Astrid? Corri all'aeroporto, Alec ha anticipato il volo. Sbrigati a venire se lo vuoi salutare!" la chiamata si chiuse. Astrid aggrottò le sopracciglia confusa per quello che le aveva appena detto Jace, ma non perse tempo. Uscì dalla stanza ed entrò in quella di April. La svegliò velocemente. "April, muoviti! Alec ha anticipato il volo!" non aveva idea di cosa stava dicendo, ma sentiva che era importante. April spalancò gli occhi e saltò fuori dal letto. Astrid svegliò anche Chris e andò a prepararsi velocemente in camera. Quando tutti furono pronti corsero nella macchina di Chris. Mentre correvano nelle strade, Chirs appoggiò una mano sulla coscia di Astrid. "Glielo dirai vero?" "Cosa? E perchè glielo dovrei dire? A quanto pare sta partendo per non so dove per più di un anno senza dirmi nulla e io dovrei dirglielo?" "Parte a Londra dal padre" si intromise April. "cosa gli devi dire? che hai una parrucca, occhiali finti e che ci hai già scopato a pagamento? Questo devi dirgli?" la voce di April era cauta. "E tu come..?" "osservo" rispose subito. Chris la guardò dallo specchietto retrovisore. I loro sguardi si incontrarono e April gli sorrise. Arrivati all' areoporto in silenzio scesero di corsa.
La fine era incominciata.
#AngoloAurtice
Allora, mi dispiace veramente ma sino alla fine di giugno sono stra piena di impegni, credo anche che sarò piena pure agli inizi di luglio. Comunque la fantastica copertina vi piace? A me si, un casino! le altre copertine che mi ha fatto erano anche quelle fantastiche. Volete un sequel o no?
grazie a tutti, davvero!

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Diamond
RomanceNon aveva il cuore ne di pietra, ne di ghiaccio. Entrambi si potevano rompere facilmente. Lei era diversa da tutti. Aveva il cuore di Diamante: indistruttibile. Di diamante erano anche le sue barriere, per non permettere a nessuno di sapere cosa si...