Alec si guardava intorno. Se ne stava seduto su una sedia blu, aspettando qualcosa. Forse non dire niente ai suoi amici, della partenza anticipata, era stato un grosso sbaglio. Come avrebbero reagito Jace, Freddy e April? Come avrebbe reagito lei? Lei che non sapeva niente del fatto che lui stesse per partire? Sospirò chiudendo gli occhi e portando la testa indietro. Era troppo incasinato. Incominciò a ricordare piccoli momenti con lei. Quando lei gli dava un bacio sulla guancia, solo dopo che lui gliel'aveva dato, quando avevano mangiato insieme a un piccolo ristorante, quando studiavano insieme, e altri piccoli momenti insignificanti ma pieni di sentimenti. Alec sentì come un vuoto nel petto e nella pancia. Si portò una mano al torace, come per assicurarsi che ci fosse ancora. Alzò lo sguardo. Difronte a lui Chris e April gli correvano incontro. Spalancò gli occhi, come avevano fatto a trovarlo? O meglio, come avevano fatto a sapere dov'era? Dietro di loro Jace e Freddy andavano più lentamente. Come i quattro si avvicinarono ad Alec sorse spontanea una domanda. Dov'era Astrid? "Corri all' ingresso. Astrid non vuole farsi vedere." disse semplicemente April. Ancora più confuso, si alzò, guardò negli occhi di tutti i suoi amici come per ringraziarli, e corse via.
Sapeva di star andando incontro a brutte parole, a insulti, a dispiaceri e al suo più grande sbaglio. Ma doveva farlo. Astrid si stringeva forte il labbro inferiore tra i denti, mentre aspettava di schiena rispetto all' ingresso, Alec. Quando udì il suo nome sentì un vuoto allo stomaco e al cuore. Si girò tremante e lentamente. Alec la guardava sorridendo confuso. "Ahm.. Ehy Astrid" la salutò impacciato. La ragazza capì all' istante che stava cercando con lo sguardo l'altra Astrid. "Ehy. Sono qui: é inutile che mi cerchi." Alec sorrise nervoso. Che stava dicendo? Il ragazzo finalmente la guardò in volto, e cambiò di colpo espressione. Capelli biondi lunghi, occhi azzurri, nessun tipo di trucco. Ecco come gli appariva. "Che gioco è." non era nemmeno una domanda. Alec non capiva. La ragazza che gli stava difronte e la ragazza che gli piaceva erano uguali, a parte per i capelli. Astrid prese un respiro profondo."Alec, sono io." fece un passo avanti. Il moro ne fece uno indietro, tirandosi i capelli. "Che- Cos-... Chi sei tu." "Sono Astrid." disse con un sorriso amaro. "Perchè sei uguale a lei? Siete gemelle?" vedendo che la ragazza non rispondeva e preso da un'improvvisa rabbia, Alec continuò urlando. "RISPONDIMI!" e le lacrime incominciarono ad uscire veloci dagli occhi di Astrid. Scosse energicamente la testa, abbassandola. "N- No. Sia- Siamo la stessa... Siamo la stessa persona." annunciò mentre cercava disperatamente di asciugare le lacrime e i fastidiosi singhiozzi che le impedivano quasi di respirare.
"Che stai dicendo?" La faccia di Alec mostrava solo confusione, nient'altro. Astrid decise quindi di essere cattiva. magari avrebbe fatto meno male, magari. "Che c'è da capire, eh? Siamo. la . Stessa. Persona, Alec. Basta una parrucca, degli occhiali e un finto apparecchio e nessuno si accorge di niente. Nemmeno tu." Gli puntò il dito contro ridendo tra le lacrime. "Tu.. Tu sei pazza.." finalmente Alec collegò tutto. Era rimasto senza parole. Pian piano tutte le coincidenze avevano un perchè. "Bhe, Forse. Ma alla fine mancava solo un'anno e poi tutta quella farsa sarebbe finita. Solo uno. E poi sei arrivato tu. MI SPIEGHI PERCHE' SEI ARRIVATO?" "Che stai dicendo? Dopo un anno avresti continuato a fare la puttana? Eh? Brava compimenti!" prese con rabbia il portafoglio che aveva nella tasca posteriore dei pantaloni, estraendo da esso una banconota da cinquanta e lanciandogliela in faccia. "ERA QUESTO CHE VOLEVI? TIENI! SE VUOI TE NE POSSO DARE ALTRI CINQUANTA!" Alec non sapeva nemmeno che cosa fare, oltre a quello. Riusciva a pensare solo al corpo della ragazza contro il suo, alle piccole mani di lei che prendevano i soldi, e ad un'altra persona, timida e riservata. Non riusciva a capire come una persona potesse mentire così semplicemente. Poi una mano gli colpì il viso. E calò il silenzio tra i due. Astrid stava difronte a lui, con la faccia sconvolta ed infuriata, facendo scendere ancora poche lacrime dagli occhi. "Non ti permettere mai più, bastardo. Se ho fatto quello che ho fatto è perchè dovevo. se volevo scopare bastava che andavo in qualche pub a farmi cretini come te, se avevo bisogno di soldi andavo dai miei genitori." il tono di voce era molto basso, Alec non l'aveva mai sentita così arrabbiata. Ghignò. "E allora di cosa avevi bisogno? se volevi recitare andavi in un teatro,. troia. L'unica cosa che mi viene in mente è che sei pazza. PAZZA!" Si avvicinò di un passo al corpo della ragazza. "Fammi un favore. Non avvicinarti più alle persone che io amo." "E io? Io chi sono per te? La sfigatella da prendere in giro di mattina e la puttana da scopare di sera? Eh, rispondimi. Perchè se non mi stavi prendendo in giro non mi so spiegare il motivo di non dirmi quando partivi." "Io, prendere in giro te? Dimmi che stai scherzando." rise nervoso passandosi le ani sul volto. "Eri tu che hai preso in giro me! Quindi non fare la vittima che questa parte non ti viene bene!"
Si girò per andarsene, con lei aveva finito. Eppure tutti i sentimenti ora erano confusi. Qualcosa gli diceva di fregarsene di tutto e di tutti e partire, ma qualcos'altro gli diceva di restare e di ascoltarla, di sapere il motivo di quella buffonata. Una mano gli afferrò il braccio. Sapeva di chi era senza voltarsi, prima non c'era nessuno là fuori. "Te lo volevo dire, davvero. Ma non potevo. Non sarei venuta qui se tu non significavi niente per me. Ma io... Io ti amo, cazzo. Ti amo con il cuore e con la mente, nonostante sia pazza, lo so." Alec sentì un tremolio nella voce di Astrid, e capì che stava di nuovo piangendo. Con uno scatto si girò e l'attirò a se, unendo con forza le sue labbra con quelle della ragazza, avendo subito l'accesso. Le lingue si scontravano furiose, cercando l'una di comandare l'altra, senza riuscirci. Dopo poco Alec si staccò. "Anche io ti amo. O meglio, amo Gray, per questo ti chiedo di sparire per sempre dalla mia vita e da quella dei miei amici." detto questo s allontanò in fretta senza girarsi. Una volta dentro l'aeroporto si passò una mano sul volto, sentendo le lacrime scendere.
5 ANNI DOPO.
Il bar era pieno di persone. Forse Astrid aveva fatto male ad andare a quella festa, ma Jackson l'aveva implorata e lei non aveva saputo dire di no. Guardò tra la folla in cerca del viso del suo migliore amico, vestito da giocatore di football come tutti gli altri giocatori della squadra dell' università di Dublino. Lui e lei si erano trasferiti da poco più di una settimana in quella nuova scuola, stanchi della monotonia della vecchia. Jackson era subito entrato a far parte della squadra, facendo amicizia con molte persone. Astrid invece, che aveva solo lui come amico, non aveva rivolto la parola a nessuno. La felpa comprata da poco su internet, con la scritta IDIOT coperta dal cappuccio, la faceva sembrare più bassa di quello che era. I jeans le erano aderenti e ai piedi indossava delle comode All Stars nere. Le porsero un bicchiere, e lei, facendo una faccia inorridita, rifiutò. Non voleva più cascare nell'alcol, come quattro anni prima.
Spintonata da più persone Astrid si ritrovò al centro della pista. Rimase lì, a guardarsi intorno, cercando una via d'uscita in quel mare di persone, alcol e fumo. Due mani le circondarono i fianchi, e un corpo dietro di lei le si appiccicò,incominciando amuoversi a ritmo di musica. "Muopvi un po' quel bel culetto, piccola." una voce le soffiò calda all' orecchio. "Scusami, ma sto cercando una persona." cercò di staccarsi le mani con forza da proprio corpo. "Un ballo, poi ti lascio." sentì le labbra dello sconosciuto posarsi sul suo collo, facendole venire i birvidi. "Lasciami.." questa scena l'aveva già vissuta, e nonostante il ricordo fosse lontano, l'ansia le salì alla gola. "LAsciami ti prego." incominciò a divincolarsi. "Ehy Dan, lasciala dai, lo vedi che non te la vuole dare." rise una voce. Astrid si immobilizzò mentre il sconoscuto, Dan, la mollava e se ne andava, striscando tra i denti un 'hai ragione'. Una mano grande si appoggiò sulla sua spalla dolcemente. "Non sembri ragazza da feste." sempre quella voce continuò. Astrid si girò lentamente incrociando poi quegli opcchi tanto espressivi che le erano mancati. Incrociò quegli occhi che l'avevano amata, forse, una volta, tanto tempo fa. Si impose di non piangere, eppure quando vide la faccia sorpresa del ragazzo che le stava davanti, incominciò a sighiozzare sotto la musica spaccatimpani. "Alec.." pianse. Il ragazzo era scioccato, da cinque fottutisimi anni aveva fatto di tutto per dimenticarla, e ora quella ragazza compariva difronte a lui, nonostante le avesse detto di sparre dalla sua vita per sempre. Astrid si piegò sulle giocchia, mettendosi le mani a coprirle gli occhi da cui le lacrime furiose uscivano a forza. Passarono alcuni secvondi, poi si sentì cingee da due braccia, e riscoaldare da in corpo caldo e scosso anch'esso come lei da dei singhiozzi. "Astrid, è tutto finito." sussurrò la voce di Alec.
FINE!
#Angolo autrice
Bella merda eh? Lo so, ora penserete che c'è un sequel, ma no... Ho avuto molte difficoltà ad aggiornare quesrta storia, non avevno tempo a sufficenza per scrivere nel corso della storia, i capitoli con il tempo che occorreva. Per questo mi scuso di tutto, spero che questa storia vi sia piaciuta, nonostante personalmente io la ritenga molto confusa e scritta abbastanza male.
Ringrazzio tutti coloro che hanno contribuito a mettere quei 900 e passa mi piace, a chi ha commentato e a chi ha letto questa storia, lanciandomi magari delle maledizioni per la mia lentezza.
Detto ciò, se volete fare qualsiasi tipo di domande potete, naturalmente. Se volete scrivermi i pèeggiorni insulti del moldo, potwete, e se volete pasare a leggere la nuova storia, d cui ho pubblicato un solo capitolo al momento, vi lascio liberi di farlo o non farlo. Vi avviso chela nuova storia è fantasy, scritta in modo moolto diverso, e che non centra niente con questa storia.
Grazie ancora per tutto ragazzi,
A presto
Me xx
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Diamond
RomanceNon aveva il cuore ne di pietra, ne di ghiaccio. Entrambi si potevano rompere facilmente. Lei era diversa da tutti. Aveva il cuore di Diamante: indistruttibile. Di diamante erano anche le sue barriere, per non permettere a nessuno di sapere cosa si...