Ed eccoli lì, nell' appartamento di Alec, silenziosi che si guardavano neli occhi, aspettando entrambi la prima mossa da parte dell' altro. "Se vuoi puoi aspettare un attimino qui mentre vado a scaldarti il bagno." si mosse finalmente Alec, non degnandola di uno sguardo mentre toglieva due pacchetti di sigarette dal divano, per poi andare in bagno a preparare tutto per l'ospite. Astrid, lasciata sola, si guardò intorno notando una parete piena di foto. Due tra tutte quelle la colpirono mentre si avvicinava al muro. Nella prima c'era una cameretta, tutta celeste, con nuvolette bianche, rosa, lilla, verdi e gialle, alcune di esse accoppiate a due a due da degli arcobaleni, in mezzo a tutta questa felicità di colori c' era un bambino, tra i sei e i sette anni, che guardava sorridendo curioso chi stesse facendo la foto, mentre dietro di lui, una bimba di dieci anni leggeva un libro. Era strano, i lineamenti del ambino le ricordavano Alec, ma lui era totalmente diverso, non sorrideva come il bambino stava sorridendo nella foto, forse era la differenza di età, forse era il fatto che Alec sorridesse molto spesso, ma limitandosi ad alzare i due angoli della bocca, senza mai mostrare i denti perfetti quasi mai. Nella seconda c'erano tre adulti e tre bambini. Una donna e un uomo si stavano dando un semplice bacio, difronte alla fontana di Trevi, a Roma, mentre il terzo, guardava la donna triste, tenendo la mano a una bambina, la stessa della foto precedente solo che era cresciuta di due anni in quella foto, che guardava due bambini azzuffarsi ai piedi dei tre adulti. Non c'era felicità in quella foto, a parte i due innamorati, niente che facesse capire che erano partiti per divertirsi, come si fa di solito in una vacanza. Astrid pensò quale motivo Alec avesse appeso quella foto tanto malinconica. La suoneria del suo cellulare la distrasse dai suoi pensieri. "Pronto?" "Pronto, ciao amore, sono la mamma! Domenica a pranzo da noi, ci saranno anche tuo cugino se sta meglio, zio e zia, Okay?" senza aspettare il consenso di Astrid continuò a parlare velocemente. "Ora devo andare ciccia, mi dispiac ma devo lavorare, Alfred vuole che finisca di leggere due manoscritti entro domani, a presto ciao." Chiusa la chiamata. La ragazza guardò alcuni minuti lo schermo del suo I-Phone 4. Era sempre così, sua madre lavorava in campo editorale e siccome era la migliore le davano un sacco di manoscritti da leggere, come ad esempio Harry Potter, che non le era piaciuto da subito e l' aveva buttato, in seguito l'enorme successo del maghetto le aveva quasi giocato il posto. Quel piccolo fatto l' aveva raccontato alla figlia un giorno in cui entrambe erano malate a casa.
"Il bagno è pronto, affianco alla doccia ti ho lasciato l' accappatoio, spero ti vada bene se non ho quelle tovaglie.." si grattò imbarazzato sul da farsi Alec entrando in soggiorno. Astrid annuì.
Spogliata del tutto, aprì la porta. "Alec" lo chiamò. Apparve due secondi dopo, qualche porta più avanti. "Che c- Wow ragazza copriti" ridacchiò vedendo Astrid nuda. "Tranquillo tanto mi hai già visto. Vuoi parlare?" chiese la Gray mentre rientrava nel bagno per entrare nel box doccia. "Ehm okay." imbarazzato un' altra volta Alec si sedette sul bordo della tavoletta del WC. "Bhe incominciamo con te che mi dici il tuo nome" propose Alec. Astrid aprì l'acqua che la investì subito, mentre lei si presentava. "mi chiamo Astrid." Passò un minuto in silenzio dove credette ch Alec l'avesse scoperta. "Che coinidenza, lo sai che anche la mia migliore amica si chiama così? ha i toui stessi occhi ora che vi confronto in effetti.." la voce gli si affrievolì. Ora si che mi scopre, pensò Astrid terrificata. "non so cosa ti possa interessare ma vabbè. Bene ora che sappiamo i nostri nomi ognuno fa una domanda all' altro." "e perchè dovrei accettare?" chiese sorridente Astrid mentre si insaponava, felice che il suo segreto fosse al sicuro. "pErchè sei a casa mia e non conosco niente di te." rise lui.
"Cominciamo: anni?" chiese Alec. "17. Anni?" rispose Astrid. "Sei minorenne e lavori? !7 come te". "Lavoro per l'affitto e per mantenermi. A te cosa importa?" chiese sgarbata lei. "Oh andiamo, tu lavori minorenne, solo per pagarti l'affitto? Potresti benissimo lavorare in un bar, come faccio io e la mia Astrid" non calcò su quel 'mia', ma per Astrid fù l' inizio della creazione di qualcosa all' interno del suo stomaco. "Infatti oggi era il mio ultimo lavoro. E non hai risposto alla mia domana, quindi la ripete più una. A te cosa importa? Ed è così importante questa Astrid 2, che mi metti a confronto con lei?" era turbata da questo fatto, perchè la metteva in confronto ase stessa? "A me non so cosa importa, ma semplicemente ci sono ragazze che per motivi più importanti lavorano in quel... ehm... lavoro, mi sembra stupida la tua motivazione, contando che ti vesti benissimo e che sei tutta curata, non credo che tu viva nella miseria. E poi per me Astrid 2, come l' hai chiamate tu, è importante, sono venuto da te al posto di mangiare con lei, e la metto in confronto a te perchè ti è simile." con queste parole, arrabbiato, uscì dal bagno mentre Astrid chiudeva l' acqua siccome aveva finito di fare la doccia, non rilassata come di solito era, ma triste e con un senso di colpa sulle spalle per aver fatto arrabbiare Alec.
#AngoloAutrice
Ed ecco il capitolo, a quanto pare la chiaccherata tra Astrid e Alec non è servita più di tanto, oltre a farli litigare. La coppia si sta conoscendo a poco a poco, ora Alec sa il nome e gli anni di Astrid, e lei sa cosa ne pensa lui del suo lavoro. Ripeto la domando che ho fatto nel capitolo ATTORI: chi ci vedete bene per fare Alec? grazie a chi ha risposto alla prima domanda, e grazie a chi risponderà ora.
Prima mi stavo scervellando perchè mi è passata per la mente il nome della coppietta. 'Asec'.... 'Alstrid'.... aiuto!! Comunque il prossimo capitolo sempre a 5 like. Grazie atutti. Ciaoo
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Diamond
RomanceNon aveva il cuore ne di pietra, ne di ghiaccio. Entrambi si potevano rompere facilmente. Lei era diversa da tutti. Aveva il cuore di Diamante: indistruttibile. Di diamante erano anche le sue barriere, per non permettere a nessuno di sapere cosa si...