Le ore di scuola erano finite. Ora si doveva mangiare e poi per quel giorno aveva finito con la scuola. In mensa non c’ era mai nulla di buono, quel giorno ad esempio, c’erano spinaci, gorgonzola, pasta ai funghi, e altre cose che ad Astrid non piacevano. Vedeva il cugino mangiare velocemente, riempendosi la bocca di quello che lei chiamava ‘schifezza’, e le altre persone ‘cibo’. Durante le ore scolastiche, April, una ragazza ‘popolare’ le si era avvicinata e ridendo le aveva chiesto se davvero Chris era suo cugino, visto che comunque non c’ era nulla di bello in lei. Anche se Astrid non avesse avuto quel travestimento nessuno vedendoli insieme avrebbe detto che erano parenti, erano differenti sia nell’ aspetta che nel carattere. La porta si spalancò, facendo spaventare le cuoche ma non i ragazzi. Tutti sapevano che coloro che erano entrati erano i popolari. Facevano un gran casino ovunque andassero, e poi si comportavano da straffotenti, da superiori, da padroni. Astrid era entrata al secondo anno in quella scuola, quando la madre le aveva permesso di andare a vivere da sola in un appartamento, credendo che ormai la figlia fosse abbastanza matura per vivere da sola. Quando era entrata aveva subito notato che quel gruppo stava sempre intorno ad un muretto dove sedevano i più ‘importanti’ del gruppo. Un anno dopo era arrivato lui. Alec. Era arrivato in sella alla sua moto, facendo un rumore assurdo, tanto da far smettere ai popolari di parlare. Astrid aveva osservato tutta la scena in silenzio, senza poter dire quello che pensava su quel ragazzo che si stava dirigendo verso la porta principale con passo lento e sicuro, a nessuno visto che era sempre sola. Col tempo Alec aveva conquistato il posto sul muretto, e da quel giorno nessuno lo aveva più superato. April guardò tra i tavoli della mensa alla ricerca di una chioma rossa. Eccola. Vicino a Chris se ne stava seduta la cugina in silenzio. Si avvicinò in silenzio, giungendo alle spalle del nuovo arrivato, seguita dai popolari compreso Alec che guardava annoiato tra i banchi, non sapendo cosa fare di interessante. Il tavolo era molto grande, ma era occupato solo da due pesone: i Gray. Arrivato per ultimo, Alec si sedette vicino ad Astrid. Era curioso di sapere di che colore fossero gli occhi della ragazza, che teneva sempre abbassati sul pavimento. “Allora, Chris…” la sua voce era insopportabile e Astrid non sapeva se era meglio ascoltare quella ragazza parlare e provarci con Chris, o essere torturata, in ogni caso la differenza secondo lei non era tanta. Chris alzò lo sguardo e la guardò. Prima April, poi la cugina, come se stesse chiedendo se era a lui che stava parlando. Aveva una bella faccia il ragazzo, questo lo dovette ammettere Alec. Ma aveva un aria giovanile, un viso da ragazzino e un allegria che sembrava si volesse diffondere, che lo rendeva diverso dalle altre ‘belle facce’. “Io, sono April, loro sono i miei amici. Dopo andiamo in centro, vuoi venire?” disse sbrigativa. Era ovvio per Astrid che l’ invito non era anche per lei, ma cosa si aspettava? E poi era stata lei a volersi esiliare dal resto della scuola. Il cugino la guardò. Scosse la testa. “Vengo se viene Astrid, sono con lei.” La biondina si rivolse ad Astrid. “Astrid?” chiese. La ragazza, come sempre, non alzò gli occhi. “Ho da fare.” April scattò felice verso Chris. “Che peccato. Vabbe sarà per un'altra volta.” E incominciò a parlare all’ aria, convinta che qualcuno la stesse ascoltando.
Mentre si guardava le mani e pensava che forse stasera poteva starsene anche a casa, anziché lavorare, le arrivò un messaggio.
DA:CHRIS
Bugiarda
A:CHRIS
Non mi volevano, e poi io ho degli impegni.
DA:CHRIS
Mi vuoi spiegare come fai ad integrarti se hai tutta quella roba che ti nasconde?!?
A:CHRIS
è questo il punto: non. Mi. Integro.
Come faceva una ragazza a non volersi integrare? Non era possibile che in tutta la scuola non ci fosse nessuno che le stava simpatico. Dopo aver osservato la strana conversazione tra Chris e Astrid, Alec aveva un sacco di domande in testa. E poi, cosa significava che aveva ‘quella roba che ti nasconde’? Non gli pareva avesse tanto da nascondere. Decise però di lasciar perdere quelle domande inutili, se gli interessava davvero la risposta, sarebbero ricomparse nella sua testa.
La sera scese in fretta. Alec si era divertito a sedurre le cassiere del negozio di abbigliamento in cui erano stati. Ce n’ era stata una un po’ difficile, ma alla fine anche lei era caduta nella rete un cui cadevano tutte quelle che si innamoravano di Alec Williams. April era stata tutta l’ ora attaccata al braccio di Chris, che aveva provato in tutti i modi a staccarla. Nel complesso però nessuno si era divertito. Quella sera ci sarebbe stata una festa e lui aspettava infastidito il suo amico Freddy. “Muoviti! Siamo in ritardo. Poi chi li sente April e gli altri.” Urlò spazientito del ritardo dell’ amico. Finalmente Freddy uscì dal bagno pronto per andare in discoteca: camicia bianca quasi trasparente e pantaloni aderenti. “Oggi April è con Jace. Sei da solo.” In effetti oltre ad April non c’ era nessun’ altra ragazza popolare, e lui di certo non aveva voglia di sedurre ancora per scopare. “ potresti chiamare quella tipa del bar, era carina e credo che non rifiuterà.” Suggerì l’ amico ad Alec. “Ho dimenticato il suo numero di telefono al bar” mentì. Passarono dei minuti in cui entrambi pensarono a cosa poter fare per divertirsi anche quella sera. Ad Alec spuntò un sorriso all’ istante appena gli balenò in testa un’ idea. Freddy lo guardò non capendo il sorriso. “Puttana.” A quella parola anche Freddy sorrise: quella sarebbe stata una notte di fuoco.
Erano già due ora che aspettava in quella strada. La ragazza di colore che aveva incontrato appena arrivata se n’ era andata con un uomo vecchio. Lei odiava le persone vecchie, per questo ogni volta che uno di loro le chiedeva che ‘costo avesse’, lei subito diceva che stava aspettando un altro cliente. Quella sera però avrebbe voluto stare a casa sua, con una cioccolata tra le mani e il suo pigiama di pile. L’ unica cosa bella in quel momento è che si sentiva la musica martellante proveniente da una discoteca forse. Erano passati anni dall’ ultima volta che era andata in una discoteca, prima di andare a vivere da sola.
Una macchina nera si fermò di fronte a lei abbassando il finestrino. Subito lei si avvicinò camminando sexy. Si abbassò a novanta e appoggiò le mani sulla sportello, mostrando la profonda scollatura del vestitino. “Quanto?” chiese una voce rauca. La ragazza sorrise. A parlare era stato lui, Alec.
#SpazioAurice
Okay, devo dire che sono sorpresa. Pensavo che nessuno l' avrebbe letta ed era già pronta a cancellarla. Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Il continuo lo metto al più presto. Grazie a tutti!

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Diamond
RomanceNon aveva il cuore ne di pietra, ne di ghiaccio. Entrambi si potevano rompere facilmente. Lei era diversa da tutti. Aveva il cuore di Diamante: indistruttibile. Di diamante erano anche le sue barriere, per non permettere a nessuno di sapere cosa si...