-4 giorni.

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Soli(Assieme)

di Benji_

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Astrid se ne stava nel suo letto a fissare il vuoto. "Le mie barriere," sussurrava, "Le mie barriere sono crollate. Il diamante... Il diamante si è rotto... Era indistruttibile..." silenzio. "ERO INDISTRUTTIBILE!" pianse. Il polso slogato le faceva male. Tutto era un casino. Alec, la sua parte Astrid e la sua parte  Gray*, il passato, Jackson, Chris... Tutto era un casino. Ma il problema era che tutto questo casino lo vedeva solo lei. Nemmeno Chris, che conosceva Astrid meglio di tutti gli altri, capiva cosa stava succedendo alla cugina. Il giorno prima l' aveva chiamato sussurrando che 'era qui' e che lei aveva bisogno del cugino per scappare da 'lui'. Chi era questo 'lui'? Che cos' aveva Astrid?

I capelli sudaticci erano attaccati al collo. La febbre continuava a salire e la ragazza non migliorava la situazione continuando a piangere e dire che 'lui' era qui. Chris aveva spostato un sacco a pelo vicino al letto di Astrid. Aveva acceso a basso volume lo stereo e aveva messa 'Amnesia' dei 5seconds of summer. Sapeva che anche se astrid amava la musica ed era una delle poche cose che la facevano calmare, ora con la febbre, avrebbe avuto di sicuro mal di testa se avesse messo una musica ad alto volume e troppo rock. Poggiò un pezzo di stoffa bagnato sopra la fronte di Astrid e la baciò dolcemente la guancia. Lei se ne stava ad occhi chiusi ad ascoltarsi la musica. Si immaginava sempre qualcosa quando ascoltava le canzoni. Per 'More than this' degli one direction, si immaginava Harry Styles piangere al ritornello; per 'And we dance' di Macklemore, un party, dove lei si scatenava a ritmo di musica; per 'lego House' di Ed Sheeran si immaginava una piccola casetta, costruita da una mano, una sola, che la costruiva con mattoncini di tre colori: rosso, giallo e blu. Era pazza? No, certo che no, eppure cominciava a pensarlo. Astrid tese la mano verso Chris, lui la guardò serio mentre gliela prendeva. "Ehy ChryChry, non dire nulla a nessuno, okay?" sussurrò lei con un debole sorriso. Chris annuì. "ora dormi stellina" le consigliò. Lei chiuse gli occhi e in poco tempo si addormentò.

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"Ehy stella cadente!" mi saluta Jacky. "ehy bellezza scadente!" scherzai io. Jacky fece una faccia divertita. "é il tuo primo giorno di scuola al liceo, e tu lo vuoi già rovinare? Ti avviso, ho una montagna di ragazze in calore da scatenarti contro." Gli do' una gomitata giocosa. "L'ho notato, ci sono praticamente tutte che mi guardano male." ridacchio. "Credo anche qualche ragazzo" rido più forte. "E così, il quatrocchi con l' aparecchio diventa un figo della madonna eh?" Jacky si avvicina. "Così anche tu sei caduta nella mia trappola?" sorride trovo Jacky. "Jackson dai, tanto lo sai che mi piace Ryan." gli do' uno schiaffetto. "Prima o poi lo ammetterai che vuoi fare sesso con me.. Anzi no! L' amore vorrai fare!" sogna ad occhi aperti. "Ma se non sai nemmeno la differenza!" Jackson fece le spallucce. "Nemmeno a te fregava tanto la differenza quest' estate in capeggio" ghigna. Sento la faccia andarmi a fuoco. "Ero.. Ero ubriaca." "Errato! IO ero ubriaco, non tu!" lo guardo male. "Principessa andiamo: é suonata." mi mette un braccio intorno alle spalle ed entriamo.

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"Che credevi di fare?" gli tiro un altro schiaffo. "Credevi davvero che io non sarei venuta con te?" lo spingo ancora. Sono infuriata e sto urlando. "Sei un bastardo! Uno stronzo! Un.." due mani mi bloccano i polsi. Alzo lo sguardo. Il mio viso è bagnato dalle lacrime. Tiro sù col naso e lo guardo come per sfidarlo. Siamo fermi così. Jackson chiude gli occhi e sospira. "Chiudi gli occhi." mi dice. Scuoto la testa. Non mi fido. "Chiudili" ordina stringendomi leggermente i miei polsi. Sospira dinuovo calmandosi. "Per favore stella cadente." Lo guardo. Annuisco e li chiudo. Nonostante non lo voglio ammettere, mi fido troppo di lui. nonostante ciò che ha fatto, mi fido. Mi sento strana. Cosa sta succedendo? Poi lo sento. LE sento. Due labbra che mi baciano piano. Pianissimo. Resto immabile. Jackson si stacca. "Mi dispiace." dice mollandomi le mani. Le abbasso restando zitta e continuando a guardarlo. Sorrido triste. "Mi dispiace." dico anche io. Poi mi giro e mi avvio per andare a casa. "Astrid! No... Ti pergo!" Abbasso il capo. "Sei la mia stella, la stella che mi è caduta, lo so! Ma dammi la possibilità di raccoglirti." mi giro e lo guardo. "E se non mi trovi? Se non mi trovi come fai a raccogliermi?" mi giro definitivamente. Mi giro una volta sentendolo singhiozzare. Tutto è finito. Tutto. La stella cadente troverà una nuova padrona, quando questa sarà pronta ad accoglierla ed incoraggiarla: se stessa.

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Astrid si svegliò di sporassalto. Spalancò gli occhi. Aveva il cuore che batteva a mille. Si alzò seduta. Si guardò intorno. L' orologio segnava che erano le 4 a.m. passate. Al leto, seduta sulla poltroncina, c' era Alec addormentato. Astrid si morse il labbro per poi sorridere. Quant' era bello... Dopo gli avrebbe chiesto cosa ci faceva qui e dov' era Chris. Astrid si ricordò all' improvviso di una cosa. Si toccò i capelli. La sua parrucca era sistemata con cura sui suoi capelli, ma mancava l' aparecchio finto, e gli occhiali erano appoggiati sul comodino affianco al letto. Astrid sbuffò e si ristese con l' intenzione di rimettersi a dormire. Il giorno dopo doveva essere pronta a rivedere la sua vita. TUTTA.

*Per la parte 'Gray' intendo la parte che Astrid mostra ad Alec

#AngoloAutrice

Ehyy! Questo capitolo è un po' corto... Scusate... spero vi piaccia...

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Ciao..

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