Stavo correndo da qualche minuto quando il mio telefono cominciò a squillare, così risposi correndo.
"Pronto?" Sentii una voce ordinaria e sapevo già di chi fosse e a cosa si riferisse.
"Ehi. Ma dove sei?" Il mio vicino di casa che era un cretino, permaloso, impertinente e stupido.
"Sono a correre, come ogni mattina"
Ammisi innervosendomi.
"Io sono sotto casa tua da venti minuti, quindi muoviti che sennò ci vai da sola a scuola" dalle nostre parti non passava quasi mai un bus e quindi doveva accompagnarmi ogni giorno quel coglione senza cervello.
Ringhiai staccando e corsi veloce verso casa, mi stava antipatico quando mi ordinava le cose.
Anzi, mi stava antipatico sempre.
Mi portava a scuola solo perché i suoi lo obbligavano e perché i miei lo amavano, ma io lo odiavo da morire.Appena finii di lavarmi, vestirmi e tutto scesi di corsa giù mandandogli un messaggio in cui gli dicevo che stavo arrivando, lui mi rispose di muovermi.
Roteai gli occhi e così corsi nella sua macchina e lo salutai.
"Non devi salutarmi per forza. Bambina"
"Solo perché hai quattro anni più di me non devi fare il Coglione patentato. Ops. Lo sei." Lui ringhiò stringendo il volante.
Mi guardò torvo e così gli feci la linguaccia e canticchiai la canzone che stavano dando alla radio.
Zac non mi cagò per tutto il viaggio, come ogni volta e così lo guardai di sottecchi.
Capelli castani, con ciuffo biondo.
Occhi celesti.
Fisico da Dio Greco, faceva tennis e calcio ed era bravissimo.
Aveva un bellissimo look, indossava sempre camicie e jeans, ma in quel momento stava indossando una maglietta bianca con lo scollo a V che metteva in risalto i suoi muscoli perfetti.
"Hai finito di sbavare?" Mi ricomposi guardandolo malissimo e gli feci il verso.
Si mordicchiò il labbro inferiore, giocherellando con il piercing che aveva sotto al labbro inferiore.
Era sexy, ma troppo Idiota.Arrivammo davanti alla mia scuola e così mi sgranchii le braccia tirandogli un colpo in faccia facendolo mugolare dal dolore.
"Scusami" esclamai trattenendo una risata e lo feci incazzare ancora di più.
"Scendi, devo andare a lavoro" disse stringendo fortissimo il volante, scesi dalla macchina e lui se ne andò velocissimo.Ero seduta sul muretto quando sentii la mia migliore amica chiamarmi, le sorrisi.
"Railey!" Mi abbracciò forte.
"Ehi" risposi al saluto e cominciammo a parlare del mio odioso vicino, che amava tanto.
Erano stati a letto qualche volta, in teoria dovevano andare a letto ma in pratica avevano scopato in auto.
"Mi ha chiamata dicendo che ha voglia di me" esclamò come una bambina a Natale e così roteai gli occhi.
"Io non ti capisco. Ha 22 anni. È un cretino. È insopportabile ed è un bambino." Lei mi guardò come se fossi un alieno e sospirò drammaticamente.
"Tesoro tesoro, ha un cazzo che non immagini nemmeno" scoppiai a ridere.
Immaginarmi il suo pene mi fece ridere e basta e lei mi guardò sconvolta.
"Mi fa urlare come una pazza! È Divino!"
"Di divino ha solo il corpo, è bello ma è un bambino stupido" ammisi alzando le spalle ed entrammo in classe.A ricreazione, Zac mi chiamò e così sbuffai rispondendo:
"Non sai stare senza di me, hm?"
"A che ora esci oggi? 13 o 14?" Chiese sbuffando, era come sempre nervoso.
"14" risposi prendendo un caffè alle macchinette.
"Non può venirti a prendere nessuno?"
Chiese ringhiando.
Roteai gli occhi.
"Sei tu che sei incaricato di venirmi a prendere, Zac"
"Ma io sono a lavoro cogliona. Finisco alle 16. Quindi aspettami lì e non rompere"
Era pazzo!
"Aspettarti qui!? Ma sei pazzo!?"
"Fai come ti pare, ciao" mi staccò in faccia.Alle 14 ero fuori scuola e la mia migliore amica se ne era andata con un ragazzo.
Stava diluviando e mi ero messa sotto ad un tettuccio per non prendere il più del dovuto l'acqua piovana.
Aspettare quel deficiente era veramente da stupide ma dovevo aspettarlo per forza.
Non avevo voglia di prendere il bus e poi farmi due ore di camminata.
Avevo fame.
Stavo morendo di fame.
Volevo mangiare.Erano le 16:30 e Zac non era ancora arrivato, stavo congelando, le mani tremavano come se non esistesse un domani, gli occhi erano rossi come due peperoni.
Il telefono finalmente squillò.
"Pronto?" La mia voce tremava.
"Ehi, finisco tra mezz'ora" mi disse sospirando, strinsi fortissimo il mio telefono quasi ringhiando e Urlai:
"MA SONO GIÀ LE 16:30" le persone si girarono verso di me sconvolte.
"Non urlare."
"NON URLARE!? MA DAI ZAC" era pazzo.
Mi stava antipatico.
L'avevo già detto ma era meglio precisare.
"Ho ancora del lavoro da fare"
"Ti devi aspettare ancora per molto?"
Chiesi speranzosa che la risposta fosse no ma la sua frase mi spiazzò.
"Come ti pare" mi staccò in faccia e così sospirai ammirando il cielo da sotto al tettuccio, era bello ma brutto.
Ed era così strano.Verso le 17 mi chiamò ancora e così sbuffai rispondendo:
"Zac, sto gelando"
"Ho quasi finito" mi disse staccando ma non arrivò.Verso le 17:30 ero ancora ad aspettare Zac, non mi aveva fatto sapere più niente e così incazzata come una iena corsi verso la fermata dei bus e mi fiondai sul primo bus.
Che andasse a cagare quel pezzo di merda schifoso.Il mio telefono squillò e così risposi infastidita:
"Pronto?"
"Finisco alle 18." La sua voce era profonda, era rilassato e quella cosa mi mandò in tilt il cervello.
"Tranquillo. Vado con il bus." Il mio tono era apatico.
"Con il bus?" Chiese divertito facendomi innervosire e così mormorai:
"Si."
"Okay, ciao" mi staccò in faccia.Alle 20 finalmente entrai in casa mia, mi facevano malissimo le gambe, avevo quasi corso e invece di due ore ci avevo messo soltanto un'ora e mezzo.
Mi spogliai perché mia madre mi avrebbe ucciso se avessi bagnato casa, così andai verso camera mia e presi il mio bellissimo pigiama, e andai a farmi una doccia bella calda che mi fece rilassare.
Verso le 21:45 ero seduta sul divano, con il mio bellissimo pigiama a coniglio rosa ed un bel piatto di pasta al ragù ed un film su internet.
Era una meraviglia stare in casa da sola, i miei genitori non c'erano.
Stavano lavorando in altri posti.Rimasi tutta la notte a guardare serie.
Angolo Autrice:
LO SO LO SO! MA SAPETE CHE AMO PUBBLICARE STORIE SU STORIE E STATE TRANQUILLI! Aggiornerò tutte le storie piano piano!
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Le cose che mi fai provare
RomanceScoppiai a piangere tremando e lo abbracciai fortissimo, in quel momento volevo solo scomparire. Senza nemmeno saperlo mi aveva salvato da uno stupro. Lui rimase un po' confuso dal mio abbraccio, ma poi mi aiutò ad alzarsi. Si tolse la giacca di pel...