PERCHÉ, ANCHE IO HO UN SOGNO

59 10 2
                                    


Sto correndo più forte che posso, attraversando i lunghi corridoi del liceo, ho la mano sanguinante dopo aver tirato quel pugno a Jake, di sicuro convocheranno i miei, e di sicuro loro non verranno. Oltrepasso la bidelleria e corro al portone principale, non mi fermo davanti a nulla, voglio solo andare a casa, saltare la scuola, di nuovo.
Sento che il marciapiede mi sta divorando, non ce la faccio più... Non arriverò mai, me lo sento.

Dopo almeno un quarto d'ora entro in casa, silenzio...c' è solo mio padre, sul divano, ho paura di quello che potrebbe succedere.

"cosa cazzo ci fai tu qua?!"

Ecco, ora mi ammazza

"non dovevi essere a scuola?!"

"non dirmi che hai combinato altre cazzate"

"lasciami stare"

Cerco di andare in camera evitando la conversazione

"hai la mano piena di sangue, ma sei impazzita?!"

"se ti fai male chi lo paga l' ospedale?!"

Fa sempre così, non lo sopporto

"come devo dirtelo che non abbiamo i soldi?! Sei proprio cretina! Anzi, meglio se ci vai all' ospedale"

Mi ha sbattuta al muro, succede molte volte, mi sgridano e mi picchiano...

Ma ora non ce la faccio più, salgo in camera mia e mi chiudo.
Mi guardo allo specchio, ho la mano ancora sanguinante e sono a pezzi. Mi guardo sempre allo specchio quando succedono queste cose, controllo le mie ferite e mi chiedo... Chi è Madison Russell? Un'autolesionista? Una grassa e stupida persona inutile? Non lo so più nemmeno io.
Mi addormento sul letto, non ho voglia di pranzare.

Improvvisamente mi sveglio accecata da un sole che spacca le pietre, sono le 3:30, mio padre è uscito da molto tempo e sono sola in casa. Mi sistemo i vestiti e mi strucco, non che io vada a scuola con 200 negozi di kiko in faccia, mi metto solo un po' di mascara e correttore.
Mi pulisco la mano ed esco velocemente, non so che fare.
Cammino e sorpasso il supermercato vicino a casa mia, attraverso il parco e arrivo a degli spalti in ferro vuoti.
Davanti a me c'è un grande campo da calcio pieno di ragazzi che giocano, ci vengo sempre, quando non so che fare.

Non sono una psicopatica (o forse sì) ma mi piace osservarli, come si muovono, le tattiche e le strategie di gioco, uno spettacolo...

Anche io vorrei essere come loro

Anche io ho un sogno...

Vorrei giocare a calcio per far vedere a quegli stronzi dei maschi (come Jake) chi sono veramente, batterlo, sentirmi veramente libera.
Ma tutto questo non è possibile, non ho la forma adatta per fare sport, non sono proprio magra, leggermente sovrappeso... Ok sono obesa. Figuriamoci se accettassero una come me nella squadra, una ragazza, senza talento o qualità.
poi i miei genitori non vogliono, dicono che sono soldi sprecati, tempo sprecato.

MA IO CI CREDO ANCORA

Spazio autrice
Sorry se questo capitolo è molto corto, prometto che rimedierò nei prossimi.

𝐑𝐀𝐈𝐍 𝐆𝐈𝐑𝐋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora