Epilogo

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Felix come ogni mattina da un anno a questa parte, si stava recando ad un luogo ben preciso, quel luogo in cui poteva ancora parlare con Changbin, la persona che non aveva mai smesso di amare per un solo attimo della sua vita

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Felix come ogni mattina da un anno a questa parte, si stava recando ad un luogo ben preciso, quel luogo in cui poteva ancora parlare con Changbin, la persona che non aveva mai smesso di amare per un solo attimo della sua vita.

Con la schiena ricurva, un deambulatore a sorreggerlo e delle pesanti rughe a ricoprire il suo volto, Felix, alla veneranda età di ormai 86 anni, aveva appena oltrepassato la soglia del cimitero in cui giaceva Changbin.

Il vecchio con fatica vagò tra le varie lapidi, fino a quando non raggiunse quella di suo interesse, relegata in un angolino in fondo al cimitero.
Felix si fermò davanti ad essa.
Le solite scritte nere su quel blocco di granito.

Seo Changbin
11/08/1999
29/11/2085

Il vecchio sorrise amaramente avvicinandosi pian piano ad essa.
Dalle labbra secche uscì come un sussurro: "Ciao Binnie, sono venuto a trovarti."
Felix accarezzò dolcemente la foto dell'amato presente sulla tomba.
Non c'era che dire, nonostante tutti quegli anni passati, il solo vedere Changbin faceva rinascere in lui miliardi di emozioni senza un nome, sentiva ancora le farfalle nello stomaco.
Poteva dirsi ancora innamorato.

Felix ritornò sui suoi passi, e si sedette, con una fatica immane, sul muretto antestante la tomba dell'amato.
"Ehi, guarda un po' cosa ti ho portato oggi..."
Disse l'uomo estraendo lentamente dalla giacca leggera un quadernino consunto.
La copertina, un tempo gialla, era sbiadita, e le pagine, un tempo candide, ingiallite e usurate.

"Te ne ricordi?" Chiese Felix sognante.
"L'ho sempre conservato nell'armadio. Non me ne sarei mai potuto dimenticare.
Oggi te l'ho portato perché voglio leggerlo insieme a te."

Le esili e tremolanti dita dell'anziano aprirono quel quadernino con cautela, e l'uomo iniziò a leggere ogni parola su quel quaderno, la sua voce che ogni tanto si increspava e aveva bisogno di uno schiarimento.

Felix arrivò alla fine della sua lettura e, tossicchiando, ripose il diario nuovamente al sicuro nella sua giacca.
"Binnie, ti ricordi cosa successe dopo? Ti ricordi del nostro primo bacio, in quella biblioteca?"
Sul volto stanco del vecchio spuntò un sorriso involontario.

"E quante ne abbiamo passate! Siamo usciti da tutti i problemi, i pregiudizi e le critiche, abbiamo vinto la nostra battaglia insieme.
Forse perché ci bastavamo l'un l'altro.
Forse perché ci amavamo e ci siamo sempre amati."

La voce di Felix si incrinò, gli occhi secchi iniziarono ad arrossarsi.
"Mi manchi tanto, Binnie, non sai quanto.
Mi manca la tua presenza al mio fianco, la tua voce, le tue mani nelle mie.
Perché la vita è stata così crudele da dividerci, da lasciarmi solo qui in questo mondo terribile?"

L'uomo fece una pausa.
"Ma sai cosa? Sento che non manca molto a quando ci rivedremo.
Voglio così tanto poterti scorgere di nuovo.
Abbi ancora un po' di pazienza, ma la mia è una promessa."

Felix con ancora più fatica di quanta ce ne avesse messa per sedersi su quel muretto, si rialzò, appoggiandosi al suo deambulatore, le ossa deboli che scricchiolanvano.
Diede un ultimo sguardo alla foto di Changbin.
"Ci vediamo presto, ti amo."

Dette queste parole il vecchio iniziò a trascinarsi fuori dal cimitero, per le stradine della sua città, fino alla casa in cui aveva sempre abitato con Changbin.

Aprì la porta girando le chiavi nella serratura.
Una volta entrato, come ogni volta, la vuotezza della casa gli piombò addosso.
Quel silenzio dovuto alla mancanza della persona che amava.
Da quando Changbin se ne era andato, le giornate di Felix si erano rammollite ed egli aveva perso ogni sorta di entusiasmo per la vita.

L'uomo si diresse in sala, si sedette sul divano e, appoggiando il quadernino i fianco a sé, rimase lì, a contemplare il vuoto.
Fu così che le ore passarono lentamente una dopo l'altra, egli immerso nel silenzio di una casa ora troppo grande per un ottantenne solitario.

Verso le sei di sera Felix si alzò dal divano e andò in cucina per cenare.
Come sempre cucinò una veloce minestrina di vedure, accompagnata da un panino dal sapore anonimo.
Lasciò i piatti sporchi nel lavandino: li avrebbe lavati il mattino seguente.

Felix indossò a fatica il suo pigiama e, prendendo nuovamente con sé il quadernino giallo, che aveva precedentemente lasciato sul divano, si infilò sotto le coperte.
Il vecchio era intenzionato a leggere quel diario ancora una volta, ma la stanchezza lo fece addormentare senza aver letto una sola pagina.

L'uomo tuttavia non si svegliò mai più da quel sonno:
Felix si era addormentato per sempre.
Stringeva però al petto il diario che aveva scritto quel ragazzo di cui anni e anni fa si era innamoraro.
Quel ragazzo che dopo molto tempo avrebbe finalmente riincontrato.

Fine.

Fine

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