undici

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"come vivete lì oggi? faccio qualcosa di male" domandò jeongguk, sussurrando, dopo dieci minuti buoni di silenzio.

non voleva affatto rovinare il momento, nessuno dei due, così non parlarono per lungo tempo.

"beh.. viviamo..um.. non come animali" sussurrò taehyung, azzardandosi a dirlo.

"e abbiamo freddo.. e.. fame..(?)" disse nuovamente, non sapeva proprio come prendere l'inesperienza del maggiore.

"taehyung cosa ti piace fare?" lo guardò jeongguk, incantandosi a fissare i suoi bellissimi occhi e il suo volto. era molto interessato, voleva sapere tutto su taehyung.

"um.. camminare, sicuramente. oppure bho, leggere(?)" ridacchiò in imbarazzo, non parlava mai di se e non gli piaceva  farlo.

era sempre pronto ad ascoltare gli altri, tutti i loro problemi e i loro dilemmi, così non parlava mai di sé stesso.

a volte, anche quando stava male, tendeva a chiudersi in sé. avrebbe voluto parlare con qualcuno, ma non ci riusciva.

così si ritrovò a borbottare alcune curiosità sul propri conto. gli piacevano gli animali, molto, e i colori pastello. aveva dei periodi a colori e un periodo per ogni colore diverso.

continuava a chiaccherare, jeongguk amava la sua voce, era molto soave.

il demone rimase steso sul letto, appoggiando la testa ad una mano, ad ascoltarlo e guardarlo.

lo avrebbe fatto per sempre, era bello vederlo.

vederlo in imbarazzo, vedere i suoi movimenti impacciati e sentire la sua proprietà di linguaggio.

apprezzava ogni piccolo gesto del minore, lo mandava in tilt ogni piccola cosa.

"sei molto simpatico taehyung. simpatico no?" si interrogò, storcendo il naso e le labbra.

taehyung lo guardò, ridacchiando in imbarazzo e annuì.

"yah! perché ridi di me?" lo guardò jeongguk, alzando un sopracciglio.

"perché sei carino" ridacchiò taehyung, sorridendo in imbarazzo all'altro.

jeongguk non si aspettava minimamente questa risposta, infatti aprì di più gli occhi, guardandolo

"no, io faccio paura." si indicò la faccia, con non curanza

"no, tu sei carino" il minore spostò il dito, continuando a ridacchiare come un ragazzino piccolo, cosa che jeongguk trovava carinissimo.

era stupido, insomma, lui avrebbe dovuto fare paura.

era questo il suo compito, in teoria.

"smettila di ridere!" lo rimproverò jeongguk, quasi offeso.

"yah, non sto ridendo, sorrido. mi fai sorridere" alzò le spalle l'argento, stringendosi nella coperta.

jeongguk scosse la testa, rassegnato.

era veramente fantastico.

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