sette

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taehyung spostò lo sguardo alla porta, dove jeongguk lo stava scrutando per bene.

lo guardava e osservava con molta attenzione.

la gabbia, a forza di pugni, caddé e taehyung dentro di lei.

cerco di spaccare la serratura, asciugandosi le lacrime per avere una vista più lucida.

"l-LASCIAMI ANDARE!" continuò ad urlare, senza fiato. era rimasto quasi senza fiato.

jeongguk camminò lentamente verso la gabbia, sistemandola al proprio posto.

si abbassò, non si sarebbe mai inginocchiato alla sua altezza, verso taehyung che teneva gli occhi stretti dal dolore.

"woah.." si limitò a sussurrare, spostando i capelli appiccicati dalla fronte di taehyung.

il ragazzo lo guardò sorpreso, shockato, cosa voleva significare?

"sei così.." passò una mano lungo le sue spalle, poi lungo un suo fianco fino alla guancia. strinse la presa sul suo collo, quasi ad ucciderlo da un momento all'altro.

lo stava soffocando, e già il respiro di taehyung era affaticato.

lo fece scontrare con il bordo della gabbia, avvicinandosi.

gli occhi ben aperti di jeongguk fissavano attentamente quelli semi chiusi di taehyung, che ansimava dal dolore.

si avvicinò, lentamente, continuando a guardarlo.

"bestiolina.. apri gli occhi..sono così belli.." sussurrò, graffiandogli la guancia con un dito.

taehyung non capiva, non capiva più nulla.

quando jeongguk lo lasciò cadere, riprese a respirare. pensava di morire, aveva visto tutto sfocato, aveva sentito la sua vita correre via.

prese vari respiri, guardando jeongguk in piedi,  sopra di lui.

il demone lo guardava, continuava a fissarlo, estrefatto.

"sei così..bello" sussurrò, prima di spegnere la candela che aveva accesso esclusivamente per taehyung.

si mise nel letto, senza smettere di fissarlo. lui non aveva bisogno di dormire, preferiva guardare quella assolutamente perfetta, bellissima, incantevole creatura.

lui non provava sentimenti, era morto, eppure, non sapeva come sentiva qualcosa, quando guardava la sua creatura.

perché? com'è possibile? lui non provava nulla, assolutamente. si ritrovò confuso, più che mai.

"non era possibile." continuava a ripetersi, il morto vivente.

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