Capitolo 9

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Tu puoi anche non aspettarti più
niente da nessuno, ma il tuo cuore
si aspetta sempre qualcosa.
È questo che ti frega.

"Che mi racconti?" esordì Josepha dopo aver abbandonato il cellulare sul tavolino per concentrarsi su di me.

"In Accademia ci stanno riempiendo di lavoro" dissi stropicciandomi gli occhi per la stanchezza

"Chissà come deve essere ballare tutto il tempo con dei bei ragazzi a torso nudo.." riveló con aria sognante facendomi scoppiare a ridere

"Miralem lo sa delle tue fantasie?" domandai mordendomi il labbro per non tornare a ridere

"Non ho detto niente di male" affermó con sguardo angelico mentre io scossi la testa divertita

"Se vuoi scoprire come ci si sente, posso organizzarti una lezione di danza latino americana con qualche bel ragazzo" proposi per poi bere la mia coca cola osservando i suoi occhi sognanti

"Potremmo invitare anche tuo marito" conclusi ricevendo un pizzicotto da parte sua sul braccio

"Sai.. Edin mi ha raccontato di essersi divertito molto con te" cambió discorso facendomi sorridere

Erano passati diversi giorni da quando il mini Pjanic aveva passato la giornata con me.

"Si? Adoro tuo figlio"

"Mi ha anche detto che vorrebbe passare ancora una giornata da solo con te e Paulo" per poco non sputai la bevanda sul tavolo.
Tossì violentemente attirando l'attenzione degli altri clienti nel bar.

"Ah davvero?" chiesi grattandomi la testa in imbarazzo

"Si davvero.." mi fulminó con lo sguardo

Forse mi ero dimenticata di raccontarle di questo piccolo dettaglio

"Hai passato tutto il pomeriggio con Dybala!" constató ed io mi ritrovai a precisare: "Tecnicamente anche la notte"

"Cosa?" urló facendo spaventare delle ragazze sedute nel tavolo di fianco al nostro.

"Mi devi raccontare tutto Ronnie!" mi ordinó entusiasta

"Non è successo niente Jos" sbuffai

"E allora perché hai quella faccia?" disse alludendo al mio cambiamento d'umore

Come potevo dirle quello che era successo quella notte?

La pioggia era riuscita a portarmi in uno stato di dormiveglia: ero lì ad un passo dal mondo della realtà e un passo da quello dei sogni.

Presto mi sentì sollevare da delle forti braccia ed istintivamente mi strinsi al petto del ragazzo, il quale aumentó la presa su di me. Senza produrre il minimo rumore, venni portata nel mio letto e avvolta dalle coperte.

I miei occhi continuarono a mantenersi chiusi anche quando sentì una leggera carezza sul viso per spostare una ciocca di capelli ribelle.

"Paulo?" una tenera e assonnata vocina attiró l'attenzione del ragazzo che fece il giro del letto per raggiungerlo

"Dimmi campione" sussurró

"Perché Ronnie è tanto triste?" probabilmente il calciatore sospiró

"È solo stanca, non ti preoccupare ometto - dal tono della sua voce neanche lui sembrava crederci - ora dormi"

"Ma Paulo?" lo richiamó nuovamente

"Si?"

"Tu e Ronnie siete come la mamma e il papà?" chiese ingenuamente

"In che senso Edin?" sussurró cercando di non svegliarmi

Ventun volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora