Dimmi come vivere
in questo mondo
Dimmi come respirare
e non sentire doloreQualcuno lassù ce l'ha con me
Fu questo ciò che pensai quando mi ritrovai davanti a quella casa.
Una casa di ricordi
Mi fermai in mezzo al marciapiede e rimasi ad osservare ciò che mi circondava: una via tranquilla con case tutte diverse, ognuna con il proprio tratto distintivo; i giardini sempre ben curati dove i ragazzini si divertivano a colpire i nani da giardino con il pallone per far arrabbiare gli anziani, i quali li minacciavano con il loro bastone.
Voltai la testa di lato quando udì una portiera sbattere e il mio cuore prese a battere più velocemente per qualche secondo.
Claudio stava prendendo i sacchetti della spesa dal bagagliaio dell'auto.
Era una nostra tradizione quella di andare a fare la spesa il lunedì, poco prima di cena: ero solita raggiungerlo alla fine dei suoi allenamenti, così insieme ci recavamo al supermercato in centro con una lista ben precisa di prodotti da acquistare, ma alla fine il carrello veniva riempito di tutte le schifezze che trovavamo
"Guarda, le ricordi? Le mangiavamo sempre da piccoli per merenda"
"Questi li devi assolutamente provare"
Lo osservai in silenzio, era da tanto che non lo vedevo per non parlare dell'ultima volta che avevamo avuto una conversazione.
Quando lo vidi chiudere il bagagliaio ed afferrare tutte le borse, mi voltai di scatto con l'intenzione di andarmene.
Come avrei potuto spiegare la mia presenza lì?
"Ronnie?" mio fratello non sembrava credere che io fossi veramente lì
E come dargli torto? Non parlavamo da tanto e all'improvviso sbucavo a casa sua
Mi maledissi mentalmente mentre mi affrettavo ad asciugare i residui del mio pianto per poi voltarmi verso di lui.
Non potevo di certo ignorarlo
Osservai il suo viso stupito, che presto venne contagiato da una nota di confusione e preoccupazione
Era sorpreso di vedermi lì davanti a lui e sicuramente aveva notato i miei occhi arrossati
"Ciao" sussurrai guardando da qualunque parte tranne che lui
"Che ci fai qua?" accorgendosi forse che la domanda posta in quel modo potesse intendere che non fossi la benvenuta, calibrò meglio le parole: "Voglio dire.. Non me lo aspettavo"
"Stavo facendo una passeggiata" non era del tutto una bugia
Il silenzio tra di noi e il suo sguardo insistente su di me mi metteva a disagio e in agitazione
"È meglio che vada" feci dietro front e tornai sui miei passi
Cosa mi era saltato in mente di fare venendo a casa sua?
Avevo bisogno di qualcuno, ma non pensavo a lui.
Ma forse dentro di me sapevo che era lui con cui volevo stare in quel momento
Come quando da piccola mi sbucciavo il ginocchio giocando in giardino e allora correvo subito dal mio fratellone perché sapevo che lui c'era sempre per me.
Ma ora non potevo pretendere che le cose sarebbero andate allo stesso modo
Eravamo cresciuti e ci eravamo allontanati
STAI LEGGENDO
Ventun volte noi
FanfictionSequel di 'Ventun volte te' "Com'era questa ragazza?" Paulo rifletté a lungo sulla domanda posta da me "Era bellissima, intelligente e così tenera. Con quegli occhioni azzurri osservava incuriosita il mondo, aveva un modo tutto suo di vedere le cose...