Capitolo 13

1K 35 5
                                    

Potrei mentire, dire che mi
piace così, che mi piace così

Musica, risate.

Ciò circondava la mia sagoma; seduta sul divanetto mi godevo la mia bibita mentre i ragazzi intorno a me festeggiavano la vittoria di una partita giocata in casa.

"Perchè non sei venuta allo stadio oggi?" Bernardeschi mi si accomodò di fianco, appoggiando il braccio sullo schienale dietro di me

"Te l'ho detto: avevo delle lezioni" risposi abbandonando il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino per poi portarmi le gambe più vicino a me, in modo tale da appoggiare il mento sulle ginocchia

"L'Accademia ti porta via tanto tempo in questo periodo" constatò il ragazzo facendo sì che io annuissi 

"Stai bene?" sbadigliai per poi rispondere: "Sono parecchio stanca, non credo di restare ancora per molto"

"Ma che dici?! Resta che ti diverti" mi scosse per il braccio cercando di farmi riprendere tutte le forze, ma l'unica cosa che ottenne fu l'avermi stordito ancora di più

"Solo io ho un brutto presentimento?" irruppe Juan sedendosi di fianco a me e così mi ritrovai schiacciata tra i due ragazzi

"Perchè dici così?" dissi voltandomi verso di lui, il quale fece spallucce per poi guardarsi intorno annoiato

"Oh andiamo che vuoi che succeda?" chiese Federico alzando le braccia al cielo

Cuadrado sputò all'improvviso il contenuto del suo bicchiere: "Questo per esempio" disse tra un colpo di tosse e un altro. Aggrottai la fronte mentre gli diedi qualche colpetto sulla schiena per aiutarlo.

"Oh merda" mi voltai verso il numero 33 della Juventus che aveva appena imprecato: "Ma che vi prende?" 

Non ricevendo alcuna risposta, decisi di seguire la direzione dei loro sguardi e sentì il cuore smettere di battere per qualche secondo.

Antonella era appena entrata nel locale e si stava dirigendo verso alcuni ragazzi della squadra ed in particolare si stava avvicinando a Dybala, che sembrava piuttosto stupito del suo arrivo.

"Ma che ci fa qui?" chiese Miralem sedendosi sul bracciolo del divanetto

"Mi sembra abbastanza ovvio" risposi continuando ad osservare il modo in cui la ragazza cercasse di attirare l'attenzione del calciatore argentino, il quale si guardava intorno alla ricerca di qualcosa.

Il suo sguardo si spostava preoccupato in ogni angolo del locale fino a quando incontrò la mia figura: socchiuse le labbra forse alla ricerca di qualcosa da dire, ma non gliene lasciai tempo dato che distolsi subito l'attenzione.

Nascosi il viso dietro le mani ed iniziai a scuotere la testa.

Non volevo crederci

Lei era lì

Mi sentì stringere in un abbraccio dal biondo che mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla.

"Non rovinarti la serata, non pensare a lei adesso"

"E come faccio se ce l'ho di fronte?"

Bernardeschi non rispose in quanto anche lui, come me, era intento a vedere come Antonella fosse avvinghiata a Paulo.

"Credo che andró a vomitare" rivelai alzandomi per scappare da quella visione.

Mi diressi in bagno dove mi sciacquai la faccia per poi guardarmi allo specchio.

"Sii forte Ronnie" sussurrai alla me riflessa nello specchio

"Ignorali, non ci pensare" mi ripetei

Ventun volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora