Capitolo 18

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Ho dato tutto ciò
che avevo fino a perderlo

Da quando i raggi del sole avevano iniziato ad illuminare il salotto e avevo aperto gli occhi, non avevo fatto altro che pensare a quello che era successo solo poche ore prima.

Preparare la colazione sembrava quasi impossibile se le immagini del bacio continuavano ad apparire nitide nella mia mente.

"Stupida" sussurrai maledicendomi per le mie azioni.

E se ricordasse tutto?

Cosa avremmo fatto in questo caso?

No, era impossibile: era talmente ubriaco che sarebbe servita una magia per fargli ricordare gli eventi della sera precedente.

Non dovevo preoccuparmi

"Buongiorno" mi voltai di scatto ritrovandomi Dybala, appoggiato al muro, intento a stropicciarsi gli occhi

"Ho fatto troppo casino e ti ho svegliato?" chiesi tenendo il piatto per i pancake in mano

Vivendo da sola non mi ponevo alcun problema a fare confusione mentre cucinavo, ormai non ci facevo più caso

"Forse" ridacchiò per poi mostrare una smorfia di dolore

"Ti ho preparato il caffè e l'aspirina, potrebbero servire per quella" indicai la sua testa

"Grazie per tutto Ronnie" disse sedendosi al tavolo

Una volta serviti i pancake, mi accomodai di fronte a lui cercando di godermi la mia colazione, mentre l'ansia cresceva in me

"Allora.. come ti senti?" chiesi osservandolo massaggiarsi le tempie

"Uno straccio, non ricordo niente: è una sensazione orribile" spiegò ed io sbarrai gli occhi: "Non ricordi proprio nulla di ieri?" 

Sorrisi mentalmente quando scosse la testa: "Fantasti.. volevo dire.. è terribile" cercai di reprimere tutta la mia gioia

Mi sentivo sollevata, una cosa in meno a cui pensare

Avrei custodito segretamente quel bacio per sempre

"Posso usare il bagno?" chiese una volta terminata la colazione 

"Fai pure" mentre Dybala si chiuse in bagno, io sparecchiai la tavola e mi preparai ad uscire.

Diedi un'occhiata al telefono accorgendomi di un messaggio da parte di Marco che mi informava del posticipo della lezione programmata per quella mattina.

"Sei pronto?" chiesi al calciatore quando fece ritorno in soggiorno e, una volta ricevuta conferma, uscimmo insieme dall'appartamento.

"Senti.. grazie per quello che hai fatto per me e mi dispiace di averti disturbato"

"Nessun problema" sussurrai picchiettando le dita sulla ringhiera delle scale.

Nel momento in cui misi le chiavi nella borsa, andai a sbattere contro il ragazzo che si era improvvisamente fermato. Provai a chiamarlo, ma lui continuava ad osservare un punto indefinito della strada.

"Stai bene?" domandai quando l'argentino si voltò verso di me osservando assorto le mie labbra.

"Io.. mi dispiace Ronnie" aggrottai la fronte confusa chiedendo spiegazione

"Per il bacio, scusami non avrei dovuto" disse preoccupato e dispiaciuto

Iniziai a sudare freddo e il mio cuore prese a battere più velocemente

Si era ricordato

Balbettai qualche parola senza senso, incapace di comporre una frase di senso compiuto mentre Paulo si muoveva avanti e indietro con fare nervoso

Ventun volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora