Capitolo 10

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E che sia maledetto
il modo in cui mi dicesti
che dopotutto non avremmo
dimenticato quella sera
per il resto della nostra vita

Le scelte che prendi o ti ripagano o ti fanno pentire.

E diamine quanto mi stavo pentendo.

Seduta sulla panchina, con le gambe accavallate e con lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare, mi stavo maledicendo delle mie decisioni.

Mi torturai il labbro inferiore quando accostai lo smartphone al mio orecchio, una volta accettata la chiamata in arrivo.

'Come sta la mia baby?' la voce carica di entusiasmo di Michael mi fece stringere ancora di più lo stomaco

E chi glielo dice adesso?

'La tua baby sta bene e tu, Miky?' sottolineai il diminutivo tanto disprezzato dal ragazzo

'Ora che odo la tua voce, molto meglio' roteai gli occhi

'Quante ne hai conquistate con questa frase?' la sua risata non tardó ad arrivare

'Tutte eccetto te, ecco perché sei la mia migliore amica' scossi la testa

Non cambiava mai quel ragazzo

'Che hai fatto per il tuo compleanno?' domandó curioso

Non ci sentivamo molto spesso e quindi, quando lo facevamo, tendevamo a chiedere ogni dettaglio delle nostre vite.

Raccontai della festa a sorpresa organizzata dalla squadra ed elencai tutti i regali ricevuti.

'Sai.. Ho trovato i biglietti per quello spettacolo francese, ricordi?' mi guardai le unghie con nervosismo

'Come hai fatto?' chiese entusiasta

Bella domanda

'Me li ha regalati.. Dybala..' sussurrai l'ultima parte della frase con la speranza che non sentisse.

'Chi? Non ho sentito' chiese

'Dybala' mi ritrovai a ripetere ricevendo il silenzio dall'altro capo del telefono

Quando Michael aveva scoperto che il calciatore mi aveva tradito, avrebbe voluto prendere il primo aereo e fargliela pagare.

Lo odiava dopo quello che mi aveva fatto

'E con chi ci vai?' cambió discorso

'Beh.. Dybala mi ha invitato..' venni bruscamente interrotta

'Non hai accettato, vero?'

Rimasi in silenzio non avendo il coraggio di affermare il contrario

'Ronnie?!' urló facendomi spaventare

'Non potevo rifiutare' mi giustificai

In realtà avrei potuto farlo, ma le parole che uscivano dalla mia bocca non erano mai le stesse di quelle presenti nella mia testa

'Quando sarebbe questo spettacolo?' cercó di rimanere calmo

Guardai l'orologio e fui costretta a dirgli che di lì a poco sarebbe iniziato

'Inventati una scusa e digli che non ci vai più' mi ordinó

Magari fosse stato così semplice

'Non posso, starà già arrivando' gli spiegai

'Stai uscendo con il ragazzo che ti ha tradito, ti rendi conto?!' fui costretta ad allontanare il telefono per non rischiare che mi rompesse un timpano

Ventun volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora