Capitolo 14

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Mi stavo quasi abituando
ad essere qualcuno che amavi

"Oggi è una bella giornata non credi?" annuì alle parole di Josepha mentre, sedute intorno ad un tavolino fuori da un bar, osservavo l'inizio della vita frenetica torinese.

"Questo pomeriggio ho promesso a Edin di portarlo al parco, potresti unirti a noi: ne sarebbe molto felice" mi propose la ragazza mentre godeva del sapore del cappuccino.

"Mi piacerebbe molto, ma sto tutto il giorno in Accademia" fui obbligata a declinare l'invito

"Passi molto tempo in Accademia nelle ultime settimane" mi fece presente

"Sto seguendo diversi corsi, inoltre sto lavorando a varie coreografie"

"Non credi di star lavorando troppo?" alzai un sopracciglio non capendo

"Quello che voglio dire è: sei sicura di non star facendo tutto questo per evitare di incontrare Paulo?"

"E questo che c'entra?" chiesi sbuffando: non ero in grado di reggere una conversazione così di prima mattina

"E' passato un bel po' di tempo e non hai ancora parlato con Paulo"

"Non ho niente da dirgli"

"Beh potresti dirgli che è stato uno stronzo per iniziare" ridacchiai mentre mi ripulivo dalle briciole della brioche.

"Per ora sto bene così" la rassicurai sorridendo

"Sembri più rilassata ultimamente"

"Ho deciso di andare avanti e ci sto riuscendo"

Era la verità: negli ultimi giorni mi ero concentrata più su me stessa iniziando con la danza. Ero uscita alcune volte con alcuni amici dell'Accademia e mi ero trovata molto bene.

Stavo bene ed ero serena.

"Sai questo cosa significa?" un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto facendomi preoccupare

"Scommetto che adesso me lo dirai" alzai gli occhi al cielo divertita

"Dobbiamo trovarti un ragazzo!" il caffè mi andò di traverso ed iniziai a tossire

"Te lo puoi scordare" le puntai un dito contro

"Oh andiamo: voglio fare un'uscita a quattro" mi supplicò facendo il labbruccio

"Invita Fede e Juan" le proposi ottenendo un'occhiataccia da parte sua

"Secondo me dovresti uscire con qualcuno" ritentò una volta che decidemmo di pagare e andarcene

"Non credo proprio Jos" dissi ridendo.

Ero intenta a prendere la mia borsa d'allenamento quando venni raggiunta da un enorme cane che iniziò ad attirare la mia attenzione per ricevere le coccole

"Ciao bello" dissi abbassandomi alla sua altezza, mentre lui mi leccava le mani, per poi leggere il nome inciso sulla targhetta del collare

"Rocky.." sussurrai aggrottando la fronte quando una voce maschile ripetè il suo nome 

Sia io che la moglie di Miralem ci voltammo verso il ragazzo che si stava avvicinando a noi

"Scusate, ma gli piace scappare.. ehi ma noi ci conosciamo" constatò  indicandomi e fu in quel momento che lo riconobbi: "Matteo?" chiesi conferma sotto lo sguardo curioso di Josepha

Diedi un'occhiata al cane rendendomi conto che del tenero cucciolo non era rimasto molto

"Sì sono io, tu sei Veronica - annuì - non potevo certo dimenticare una bella ragazza"

Ventun volte noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora