CAPITOLO 2: Il campo mezzosangue

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Arrivate in America le ragazze si aspettavano di tornare a casa, ma la professoressa Smith le condusse in una foresta "Che diamine ci facciamo in mezzo a una foresta? "chiese Elena "Io conosco questo posto "replicò Alex "Ci cono venuta in gita quando ero all'asilo. Siamo vicino a Long Island", "Resta il fatto che non abbiamo ancora capito cosa stia succedendo" aggiunse Francesca "Ogni domanda avrà una risposta a suo tempo. Ora muoviamoci, siamo quasi arrivati" disse la signorina Smith "Arrivati dove?" chiesero in coro le tre ragazze.

Poco dopo, in lontananza, intravidero una specie di arco antico con incise, sulla volta, alcune parole in greco antico che recitavano "Campo Mezzosangue" e, davanti ad esso, c'era uno strano essere metà uomo metà cavallo. "Restate qui" ordinò la professoressa Smith incamminandosi verso l'essere.
"Eufelia, cosa ci fai qui? Chi sono quelle ragazze?" chiese il centauro, "Tre semidee, Chirone. Un'Empusa stava per ucciderle "rispose la Smith "Portale subito dentro!" esordì Chirone.

"Ragazze, io me ne andrei da qui. Chi ci dice che quelli non siano dei maniaci?" disse Francesca in tono preoccupato "Non se ne parla nemmeno. Voglio sapere chi e che cos'era quella cosa e soprattutto cosa voleva da noi." replicò Elena "Concordo con lei" aggiunse Alex mentre la Smith faceva cenno loro di raggiungerla.

Le ragazze seguirono la prof al di là dell'arco: gli si parò davanti un'enorme statua in oro raffigurante Atena e, accanto ad essa, c'era un pino altissimo alle cui radici si trovava un lucente vello d'oro e, al suo fianco, dormiva rannicchiato un drago a protezione di quest'ultimo. Continuarono a camminare finché non raggiunsero una radura circondata da case, alcune più grandi altre più piccole, in mezzo alle quali bruciava un fuoco che sembrava incantato. Il centauro si presentò alle ragazze "Benvenute al campo mezzosangue. Io sono Chirone, siete libere di farmi tutte le domande che volete". Le ragazze, dopo essersi presentate dicendo di avere 17 anni, essendo alquanto confuse, iniziarono a porre domande a raffica "Cos'è questo posto?" chiese Elena "È l'unico posto sicuro per i mezzosangue" "Cosa significa mezzosangue?" chiese Alex "Dovete sapere che gli dei greci esistono, solo che si sono spostati qui in America , alcuni di essi hanno relazioni con i mortali e certe volte nascono dei figli, i cosidetti semidei o mezzosangue" "Ma quindi i nostri genitori sono dei?" chiese Francesca "Esatto. Ma non sappiamo ancora quali siano i vostri genitori. Come vedete, ci sono delle case qua attorno, ognuna dedicata a un dio dell'olimpo nella quale soggiornano i rispettivi figli. Visto che il vostro genitore divino non vi ha ancora riconosciuto, starete nella cabina di Hermes e state attente ai vostri oggetti personali! Ora seguitemi, visiteremo insieme il campo".

Arrivate all'entrata di un'arena antica (che sembrava il Colosseo), Chirone spiegò "Questa è l'arena di combattimento dove i semidei si allenano per combattere i mostri"; entrate nell'arena, le ragazze si guardarono attorno: era piena di ragazzi e ragazze che combattevano gli uni contro gli altri, alcuni con lance, altri con spade, altri ancora con pugnali e certi addirittura con arco e frecce. L'attenzione di Francesca fu attirata da un ragazzo alto, bello, con corti capelli neri scompigliati, una maglia arancione a maniche corte aderente e muscoli ben definiti che combatteva contro un altro ragazzo poco più basso di lui, con i capelli ricci e tendenti al rosso e un fisico asciutto e meno scolpito.

Francesca chiese a Chirone, indicando il moro e il rosso "Chi sono quei due?" "Aspetta, ve li presento" rispose Chirone facendo un cenno ai due che si avvicinarono. "Ragazze, questi sono Percy e Nico, figli di Poseidone" "Piacere Francesca" disse lei rivolgendosi a Percy e tendendogli la mano col cuore che gli batteva forte nel petto. Il ragazzo, dopo essersi asciugato la mano sulla maglietta, gliela strinse "Io sono Percy, molto piacere" "Ciao sono Nico, tu come ti chiami?" chiese il rosso rivolto ad Elena "Io sono Elena e lei è Alex". Continuarono il tour del campo insieme ai ragazzi: andarono a vedere l'armeria, le stalle dei pegasi, la casa grande e la mensa.

Finito il tour, andarono nella casa di Hermes sulla cui porta era rappresentato un caduceo (simbolo di Hermes): era vecchia con la soglia fatiscente e con la vernice marrone screpolata alle pareti e all'interno era piena di letti e sacchi a pelo.

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