CAPITOLO 14: Figlio di Efesto

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Come sempre la fortuna non era dalla loro parte: avevano scoperto che a Houston c'erano ben due bar che si intitolavano "Coffe&Milk", "Dobbiamo dividerci. Non c'è altra soluzione per fare presto" disse Alex "Non se ne parla sorellina, è troppo pericoloso" negò Nico, facendo sbuffare Alex "Io invece credo che sia una buona idea" aggiunse Elena "E va bene. Ma solo se io vado con Elena" intervenne Nico "Ok, allora io vado in quello di 55eveniu e voi in quello di Privet Drive. Ci rincontriamo qui tra un'ora e se succede qualcosa messaggio iride, chiaro?" spiegò Alex "Chiaro" risposero in coro Nico ed Elena.

Alex camminò per un bel po' prima di arrivare al bar. Appena entrata, si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcuno con le caratteristiche di Efesto e incrociò lo sguardo di un ragazzo dai corti capelli marroni e occhi color nocciola, da cui spostò subito lo sguardo. Si sedette al bancone del bar e ordinò una bottiglietta d'acqua, mentre entrarono tre donne che avevano un fazzoletto in testa e portavano degli occhiali da sole. Questo ad Alex parve strano visto che fuori non c'era il sole "Forse sono cieche?" pensò lei ma, appena notò che avevano guardato verso il ragazzo di prima, i suoi istinti da semidea scattarono all'istante.
Le signore si sedettero accanto a lei ed Alex, facendo finta di niente, si avvicinò di più a loro per sentire di che cosa stessero parlando. "Che sia quello il semidio che Hela sta cercando?" chiese la donna col fazzoletto nero "Credo proprio di sì Medusa. Odora proprio come un figlio di Efesto" concordò la donna col fazzoletto rosso "Sorelle, non sentite anche voi odore di figli di Poseidone?" intervenne la donna col fazzoletto marrone, "Ma va sarà una tua impressione. Adesso occupiamoci del ragazzo" disse Medusa alzandosi e avvicinandosi al tavolo del ragazzo seguita dalle sorelle. Alex si alzò di scatto sguainando la sua spada e si avvicinò di soppiatto al tavolo: il ragazzo stava guardando il cellulare e non si era minimamente accorto che davanti a lui c'erano delle strane donne "Ma è stupido o cosa??!" pensò Alex quando si accorse di un serpente che sbucava fuori da una fessura del fazzoletto.

Prima che le donne riuscissero a togliersi gli occhiali e i fazzoletti, Alex, rivolta al ragazzo che aveva appena alzato lo sguardo, urlò "Chiudi gli occhi!" e con un gesto fulmineo tranciò di netto la testa delle donne, che si dissolsero nel nulla.

Il ragazzo la guardò con occhi spalancati, "Ma cosa??? Tu hai appena... ucciso... quelle donne e... loro si sono... dissolte nel nulla??!!" Alex sbuffò e alzò gli occhi al cielo "Sì, ne farai l'abitudine. Adesso alza il culo dalla sedia e seguimi", il ragazzo pensò "Ma questa è fuori o cosa?". Alex, vedendo che il ragazzo non si alzava, lo prese per un braccio, tentando di alzarlo dalla sedia con forza ma senza successo "Ho detto alzati! Non abbiamo tempo da perdere. Probabilmente arriveranno altri mostri, me lo sento" disse Alex "Altri cosa!?" chiese il ragazzo. Alex sospirò "Sei sordo oltre che stupido?" il ragazzo la fissava senza dire niente e la povera Alex stava letteralmente perdendo la pazienza "Ti muovi?!!!!!!" esclamò Alex agitata "Non mi alzo da qui finché non mi spieghi cosa diamine è successo, chi sei e cosa vuoi da me" rispose il ragazzo con una tale calma da far saltare ancora di più i nervi alla semidea "E va bene! Ti spiegherò tutto ma non qui, non è sicuro" rispose Alex esasperata. Il ragazzo ci pensò sù per qualche secondo "Tanto vale provare, almeno ci capirò qualcosa" pensò per poi alzarsi "Comunque mi chiamo Alan" si presentò il ragazzo "Alexa, Alex per gli amici. Ora basta parlare, dobbiamo andare" disse lei per poi uscire dal bar seguita da Alan.

Nico ed Elena stavano aspettando Alex dove stabilito, "Si potrebbe muovere" affermò Elena "Ma così abbiamo più tempo per noi" disse Nico ammiccante avvicinandosi alla fidanzata e baciandola prima dolcemente e poi più intensamente. Sfortunatamente, in quel momento arrivò Alex che gridò irritata "La smettete voi due?!! Mentre voi facevate i piccioncini io ho trovato il figlio di Efesto! E gli ho anche già spiegato tutto più o meno" "Ok, che ti ha detto quel genio di mia sorella?" chiese Nico "Mi ha detto che sono figlio di un dio e che dobbiamo trovare non so che perle" rispose confuso Alan "Perfetto, quindi non sa niente!" ribadì Nico guardando male Alex "Non è vero, è lui che non mi ha ascoltato! Io gli ho detto tutto meglio che potevo!!" esclamò la ragazza offesa "Ragazzi, sarebbe meglio discuterne mentre ci avviamo" intervenne Elena "Dov'è che dobbiamo andare?" chiese Alan "Io non posso andarmene via e mollare mia mamma. E soprattutto non posso lasciare il mio lavoro all'officina e la scuola: già vado male e se poi faccio altre assenze mi espelleranno di sicuro!".
In quel momento, dietro di loro spuntò una donna dai capelli biondi e i ragazzi, credendo che fosse un mostro, presero le loro armi "Tranquilli semidei, sono la madre di Alan".
Gli altri guardarono nella sua direzione per chiedergli conferma e lui annuì, allontanandosi un po' per salutare sua madre per quella che sarebbe potuta essere l'ultima volta, anche se lui non lo poteva sapere. Infatti, sua madre lo strinse forte a sé con le lacrime agli occhi "Ti voglio bene Alan. Non preoccuparti dell'officina o della scuola, ci penserò io. E ricorda: qualunque cosa accada, seguili sempre" "Certo mamma. Stai tranquilla, tornerò presto" disse lui sorridendole e tornando poi dai compagni.

Mentre camminavano i ragazzi pensavano a come tornare a Roma "Potremmo usare di nuovo i messaggi Iride" propose Alex "No, dobbiamo risparmiare le dracme per le emergenze" affermò Nico "C'è un'unica soluzione ragazzi: volare!" disse Elena "Stai scherzando spero?!!!!" urlarono in coro i figli di Poseidone terrorizzati "Che sarà mai un viaggio in aereo?" domandò curioso Alan, ricevendo uno sguardo assassino da Alex e Nico. A quel punto, Elena gli spiegò la situazione tra Zeus e Poseidone mentre i quattro semidei si avviarono all'areoporto.

Alex non poteva ancora credere di essere stata convinta a salire su quell'aggeggio infernale ed era sicura che anche Nico la pensasse come lei. Appena il comandante annunciò il decollo, la ragazza provò il desiderio di slacciarsi la cintura e scendere, ma pensò che sarebbe stato troppo imbarazzante e decise di limitarsi a stritolare i braccioli del suo sedile.

Nonostante l'aereo fosse decollato da ben mezz'ora, Alan notò che Alex stava ancora stritolando i suoi braccioli, invece Nico era abbastanza tranquillo grazie a Elena che lo stava calmando, "Puoi smetterla di stritolare quei cosi?!" disse Alan irritato "No non posso mi spiace. È l'unica cosa che mi distrae dal pensare che ci troviamo a non so quanti km dalla superficie terrestre, a bordo di un aggeggio infernale che potrebbe cadere da un momento all'altro uccidendoci tutti" rispose Alex tutto d'un fiato, "Questa ragazza è fuori di testa" pensò Alan.

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