Non mi disturbi, Evans

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Lily Evans
Saluto Lily e Miranda, mentre esco dallo spogliatoio dopo essermi cambiata. Mentre cammino verso il castello, costeggio il Lago Nero e vedo il cielo che diventa rossastro, segno che il sole sta per tramontare. L'allenamento di Quidditch è durato almeno un paio d'ore, ma ne è valsa la pena.

Se non si fosse già capito, amo giocare a Quidditch, amo la sensazione che si prova a correre su una scopa: la velocità, il vento tra i capelli, il silenzio e il rumore, l'adrenalina e la tranquillità.

Con un sorriso rilassato sulle labbra cammino con calma, godendomi il panorama. È proprio in questo modo che noto una figura seduta in riva al lago, su una lingua di terra che si sporge più interna al lago. Incuriosita mi avvicino e raggiungo quello che ora distinguo come un ragazzo.

Quando arrivo a un paio di metri da lui capisco che si tratta di Potter e così mi blocco, fissandolo indecisa. Una parte di me mi dice di voltarmi e andarmene, prima che si accorga di me, l'altra parte, quella più curiosa, vuole capire cosa gli passa per la testa e sedersi insieme a lui.

Ma che diavolo mi prende?
Lui è James Potter, io e lui non potremo mai essere amici!
Ed è con questo pensiero che faccio un passo indietro e faccio per allontanarmi.

"Non andartene" una voce mi blocca, la sua voce "Mica ti mangio, Evans" mi volto, e noto che lui sta ancora guardando il lago. Senza dire una parola faccio qualche passo verso di lui, lo guardo dall'alto e lui continua a fissare l'orizzonte senza rivolgermi uno sguardo. Appoggio la borsa accanto a me e mi siedo, guardando il sole che tramonta.

"Io...non volevo disturbarti" sento il bisogno di giustificarmi. Lui si gira finalmente verso di me e ci guardiamo per qualche momento negli occhi "Non mi disturbi, Evans" risponde pacato, spostando lo sguardo. Ma chi diavolo è questo? Perché di sicuro non è il Potter che conosco io.

"Tu si che mi disturbi, invece, sempre" dico con lo stesso tono, sentendo la necessità di ristabilire il nostro rapporto di insulti e frecciatine. Lui alza un angolo della bocca, sbuffando "Non cambierai mai, non è vero, Evans?" io sorrido, girandomi a guardarlo

"Perché dovrei? Io sono perfetta già così" dico dandomi delle arie. Lui si gira verso di me e mi fissa per qualche secondo. Io aggrotto leggermente la fronte e inclino la testa verso destra, una muta domanda negli occhi.
"Avrei da ridire" dice lui infine. Io apro la bocca, fintamente indignata e gli do un pugno sulla spalla, che per lui deve essere più che altro una carezza.

Non riesco a fare a meno di sorridere, una strana serenità che mi pervade e lui ricambia mostrandomi il suo sorriso perfetto. Ci giriamo nuovamente verso il lago guardando il sole, che ormai è sparito per metà.
Il primo a rompere il silenzio è Potter

"La tua idea, per quella nuova tecnica, è buona" io mi giro verso di lui con un sorrisetto e le sopracciglia deformate dalla sorpresa "Davvero? Pensavo non ti piacesse. Non sembravi particolarmente entusiasta mentre la esponevo alla squadra" lui alza le spalle "Avevo bisogno di rifletterci e capirla bene"

Annuisco "Beh, grazie" mi limito a dire. Quando ormai il sole è tramontato è l'unica traccia di esso sono le strisce rosse sopra la linea del lago, mi alzo, pulendomi il sedere dalla terra. Raccolgo la mia sacca, mi giro verso Potter, che intanto si è alzato, e dico "Io vado" sorrido, improvvisamente imbarazzata.

Lui annuisce "Si, certo. Io...vengo tra un po'" dice con le guance leggermente rosse anche lui. Gli faccio ancora un sorriso, senza sapere cosa dire, e poi mi giro iniziando a camminare rigidamente, torturando il bordo della mia maglia con le mani.

Che cosa diavolo è appena successo?
Non è mai successo che io e Potter stessimo insieme senza litigare. Certo, escludendo quella volta che abbiamo dormito nella stessa stanza dopo che siamo finiti in infermeria per aver fatto esplodere una pozione.

Eppure non è stato tanto male, strano a dirsi, intendo dire che mi sono trovata bene con lui, no suona strano uguale. Sembrava quasi simpatico, cavolo.
Ed è passata già mezz'ora? Per la barba di Merlino, Rose mi sta aspettando in Sala Comune da almeno venti minuti! Morgana, mi ucciderà!

***

"Rossa, ora smettila. Sto bene" ad un mio guardo di disappunto, Scorpius sorride "Davvero" sospiro "Va bene, mi arrendo. Per ora" dico al biondo di fronte a me alzando un dito verso la sua faccia "Ma prima o poi dovrai dirmi che ti passa per la testa" lui alza gli occhi al cielo e scuote la testa "Come vuoi tu"

Albus ha ragione, Scorpius è strano. È più silenzioso e distratto. A volte si incanta nei suoi pensieri per minuti interi e poi sono almeno tre settimane che non lo vedo con una ragazza. Qualcosa lo preoccupa, e, per essere qualcosa da astinenza, dev'essere grave. 

Taglio una fetta di torta e me la metto nel piatto. Io e Scorpius abbiamo una tradizione, ogni tanto andiamo al Lago, ci mettiamo sotto la quercia più vecchia e ci mangiamo un dolce al cioccolato, il nostro preferito.

Ne taglio una anche per Scorpius e gliela porgo. Mi accorgo però che non prende il piatto e così mi volto verso di lui che sta guardando serio il lago. "Ecco ci risiamo. Terra chiama Scorpiuuus" lui si gira verso di me
"'Ci risiamo', cosa?" 

"Ti sei incantato di nuovo, tieni" gli tendo nuovamente il piatto "No grazie, non ne ho voglia" risponde lui scostando leggermente il piatto con la mano.

"OH MIO DIO!" sposto freneticamente lo sguardo da lui al piatto che si gira interrogativo alla mia espressione "Tu non sei preoccupato per qualcosa" gli punto di nuovo un dito in faccia, quasi isterica "A te piace qualcuno!" faccio un urlo elettrizzato.

"Certo" risponde lui con un ghigno "Samantha, Marlene, Carlyle, Phoebe.... e la lista è ancora molto lunga" alzo gli occhi al cielo. "Certo certo, ma con chi pensi di parlare!?!?" urlo di nuovo "Mica sono Albus io, mica ci casco a tutte queste scemenze del 'Mi scopo tutte senza sentimenti'" dico scimmiottando la sua voce e facendolo sorridere divertito.

"Lo riconosco bene quando hai una cotta Scorpius. E poi, sai come si dice, quando si è innamorati non si mangia. E in sei anni d'amicizia non ti ho mai visto rifiutare una fetta di torta al cioccolato! Allora, chi è la bella streghetta che ti affascina tanto da placare il tuo appetito?"

Mi avvicino alla sua faccia e sbatto le ciglia facendo quasi gli occhi dolci. Lui si gira verso il lago "Non mi piace nessuna, Lils". Il mio sorriso si affievolisce "Non me lo vuoi dire?" lo guardo stranita, in tutti questi anni non mi aveva mai tenuto nascosta una cosa del genere.

"Non è che non te lo voglio dire, piccola Evans" dice addolcendo lo sguardo "È che davvero non c'è nulla da dire" conclude abbracciandomi. Immergo la faccia nel suo petto e sospiro "Tanto prima o poi lo scoprirò" dico lasciandomi cullare.

La storia si ripete: Potter ed EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora