Autumn
I suoi perforanti occhi verdi si spalancarono leggermente, ma velocemente si riprese. Dovevo ammetterlo, era più facile attraverso gli occhi di quanto pensassi. I suoi lunghi capelli erano tenuti indietro da una bandana, che aveva ripetutamente aggiustato, un'abitudine nervosa probabilmente. Tutti i suoi lineamenti erano duri, inconfondibili. Ma i suoi occhi erano così rivelatori, ma anche silenziosi. Erano caotici, ma allo stesso tempo incredibilmente tranquilli. Lui era il suo stesso punto interrogativo, uno di quelli che avrei voluto avere in me, per affondare in esso, ma non c'era nient'altro da provare oltre la voglia di uccidere.
"Da quello che vedo, sei tu quella che è stata catturata, non io."
"E ciò spiegherebbe perchè sei facilmente il mio prossimo bersaglio."
"Ti va di condividere?"
"In realtà, no."
Ogni volta che parlavo, potevo giurare di vedere quell'espressione scioccata sul suo volto, quasi come se la mia voce l'avesse colto di sorpresa?
"Peccato che non hai scelta." scrollò le spalle noncurante, un furbo sorriso a curvare le sue labbra.
Un bellissimo, furbo sorriso.
"Cosa hai intenzione di fare, Harry? Uccidermi?"
"Probabilmente."
"Tu mi sottovaluti. Non lo apprezzo."
"Oh? Ti aspettavi che fossi intimidito dalle storielle? Non credo alla merda a cui non ho assistito in prima persona, amore."
Che cazzo?
Che tipo di interrogatorio era quello?
Si avvicinò improvvisamente a me, le mani poggiate sulla mia sedia, il suo naso e il mio che quasi si sfioravano.
"Oh la proverai, Styles, te lo prometto. Semplicemente non sarai lì a raccontare le storielle. Che peccato." arricciai le labbra e lo guardai mentre i suoi occhi cadevano su di esse, prima di ritornare nei miei.
"Ti sei tagliata i capelli." notò, sfiorando leggermente i miei capelli.
"Dovresti fare lo stesso. O posso farlo io per te." usai un tono di voce più basso, riempendolo di intimidazione, mentre i miei occhi seguivano il suo pomo d'adamo che si sollevava e si abbassava.
"Tu non mi turbi, Autumn."
"Oh davvero? Allora perchè il tuo cuore sta accelerando ora? Perchè le tue pupille si stanno dilatando? Perchè stai sudando, ti stai accaldando, bisognoso di una doccia fredda? Perchè la tua mano trema, Harry? Perchè il tuo respiro è affannato? Hmm?" incrociò vergognosamente il mio sguardo, rivelando la sfumatura più scura che prendeva il sopravvento in essi. Gli angoli della mia bocca si curvarono verso l'alto, mentre battevo in modo sfacciato le palpebre.
"Giusto. Non ti turbo." annuii, poggiando la schiena alla sedia. Lui si guardò, per un momento o due, il petto appesantito dal respiro accelerato, prima di sollevare di nuovo i perforanti occhi, le mani che colpivano la mia sedia.
"Dimmi cosa cazzo vuoi da me, ora, Autumn!" ruggì e dovevo ammetterlo, la sua rabbia lo rendeva eccitante, dandogli un'aspetto più pericoloso.
"Avvicinati." ordinai.
"Non gioco più ai tuoi giochetti."
"O stavi giocando anche tu? Non lo sapevo, sei un pessimo giocatore però. Scommetto che se tuo padre fosse stato in giro, avrebbe fatto molto, molto meglio di questo. O anche il tuo amico di prima, qual è il suo nome? Zack? Zedd?"
"Ne ho abbastanza, fottuta stronza." ruggì, stringendo di nuovo la sedia, e potevo dire che c'era voluta tanta forza per non picchiarmi.
"Cosa, non ti piace essere paragonato a loro? Ti sminuiscono, Harry? O il tuo vecchio ti ha portato in una camera scura e ha fatto lo sporcaccione con te?"
"Cosa? Come il tuo patetico padre?"
"Oh, era un tentativo di entrami sottopelle, come io sono nella tua ora? Pensavi avrei perso la ragione, come te ora? Dovresti fare un po' più di ricerche sui tuoi nemici, Harry, onestamente sono delusa." lui scrollò le spalle, allontanadosi, ma il linguaggio del suo corpo urlava dalla rabbia.
"Bene, ti dirò cosa so e tu mi correggerai se sbaglio. Hai 20 anni, hai un gemello. Tu e tuo padre pensate di avere ogni ragione per uccidere chiunque, se interferiscono con il mondo come lo conoscete voi. Il tuo papino ti fa orribili, orribili cose ed è per questo che sei una tale stronza. Oh, e tu sei la ragione per cui tua madre è morta."
Non sapevo esattamente cosa fosse, ma qualcosa dentro di me fece male.
Non mi piacque nemmeno un po'.
Questo mi rendeva vulnerabile.
E io non ero mai vulnerabile.
Lui doveva aver percepito il cambiamento nell'atmosfera, perchè il suo ghigno si ampliò, prima di riportare lo sguardo nel mio.
"Ah, eccolo. Fai tutta la dura e la senza cuore, tranne quando si parla di mammina, giusto, Autumn? Hai gli incubi la notte con i ricordi del suo assassinio? Ti svegli urlando e piangendo per lei? Guardi i bambini giocare con le loro mamme e li invidi? Sei arrabbiata con te stessa per aver fallito con lei? Con tuo padre e tuo fratello per non essere stati nei paraggi? È per questo che ti lasci andare così facilmente, perchè non hai potuto salvarla, quindi pensi di non meritare essere salvata pure tu? Dimmi, Autumn, ti odi per questo?" digrignai i denti, così forte che pensai si sarebbero rotti, masticandomi l'interno guancia nel tentativo di cacciare il mio disgusto, mentre sfidavo il suo sguardo. Potevo dire pensava di essere vicino al spezzarmi, pensava mi avesse in pugno.
Peccato che non era così.
"Perchè, tu sì?"
E mi urlò in faccia, prima di schiaffeggiarmi il viso con aggressività.
Questo fece davvero male, ma non gli permisi di notarlo.
Non che avesse potuto farlo, dal momento che immediatamente camminò via, quasi come se fosse oppresso dal suo sfogo.
Era strano, quell'Harry, era diverso da tutti coloro che avevo incontrato in passato.
Era quasi come se a lui...a lui importasse?
-scusatemi eventuali errori, potrebbero essermi sfuggiti.
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Rupture [h.s. - italian translation]
FanfictionRottura: [sostantivo] una separazione in parti o all'interno di una parte, uno scisma. In un mondo di distruzione, rivolte e divisioni, lei fu preparata per uccidere, tutti, nessuno escluso. Poi arrivò lui e le ricordò cosa fossero i sentimenti. Men...