Autumn
Calò la notte, dopo la brutale uscita di Harry. Era una notte di luna piena, ma le nuvole grigie trattenevano la sua luce, proteggendola dai nostri esigenti occhi. Le stelle erano sparpagliate e poche, splendendo lontano dalla travolgente luna.
Ricordai le notti in cui mia mamma portava me e Liam in campeggio. Indicava schemi nel cielo, le chiamava come noi o dava loro strani nomi e ci diceva che era come avremmo chiamato i nostri figli, che, ovviamente, sarebbero stati i migliori nipoti di sempre, con la nonna più cool. Lei progettava sempre il futuro, facendo promesse che non era stata capace di mantenere. Lei era tutto ciò in cui si era trasformato Liam, che assomigliava molto ad Harry. Lei era speranzosa, amorevole, altruista, generosa, vedeva sempre la luce alla fine di un patetico tunnel, anche se non c'era.
Cantava per farci addormentare, ci raccontava storie su quanto fosse eroico nostro padre, anche se non era altro che un oppressivo, senza cuore, figlio di puttana. Lei era riuscita a vedere qualcosa in lui che ormai era svanito. Ed era stato ciò ad ucciderla alla fine. Credeva che anche se lui non era lì tutte le volte, ci sarebbe stato quando ce ne sarebbe stato bisogno. Aveva lasciato che la uccidessero, quando lei era indifesa, impreparata e debole.
Lei era tutto ciò che giuravo non sarei mai diventata. Ed era per questo che lottavo così duramente contro tutte le cose umane. Non permettevo a me stessa di piangere, perchè provare una qualsiasi cosa mi avrebbe indebolita, e quello era qualcosa che non potevo permettermi di essere. Mi sono allenata, ho lottato e ho superato me stessa. Mi sono costruita una reputazione da sola e ora tutti hanno paura di me, nello stesso modo in cui una volta avevo paura dei caotici che l'hanno portata via.
Con un sospiro stanco, spostai altrove lo sguardo delle stelle, che stavano iniziando a creare un'immagine derisoria del suo volto, proprio quando la porta della cella venne aperta ed entrò Harry. Non disse una singola parola, semplicemente camminò verso di me, come se avesse un obiettivo da adiempere. Lui aprì tutte le catene, prese una sedia e si sedette davanti a me.
"Voglio risposte, Autumn. Niente cazzate. Niente giochetti. Voglio risposte e le voglio ora." ordinò, i suoi occhi fissi per terra. Rimasi in silenzio, ancora sorpresa dalla sua improvvisa, ingiustificata presenza.
"Perchè sei qui?"
"Mi hai catturata, Harry, ricordi?"
"Saresti potuta scappare se avessi voluto. Non hai creato nessuna rissa. Perchè?"
"Perchè non mi leghi di nuovo? Questo non andrà lontano."
"Cazzo, Autumn, sto cercando di capire." si portò entrambe le mani alla testa, tutta la sua figura oscillò avanti e indietro per lo stress.
"Cosa c'è di sbagliato in te? Perchè sei così avido di ascoltarmi? Non hai avuto nessun problema a credere alla cazzata che Niall ti ha inculcato, senza nemmeno chiedere a me."
"Chiedere a te? Perchè tu sei sempre una così fidata e semplice con cui parlare?"
"Potrei esserlo stato! Il punto è che tu non ci hai pensato un secondo in più a buttarmi qui dentro." lui velocemente si alzò dalla sua sedia, dando un calcio alla sedia, prima di voltarsi verso di me incazzato.
"Non agire come se tu non avresti fatto la stessa cosa, Autumn!"
"Hai ragione. L'avrei fatto, ma tu dovresti essere migliore, ricordi? Tu dovresti essere fottutamente umano, Harry."
"Forse non lo sono. Forse non voglio esserlo. Perchè tutti si aspettano che io sia buono con tutto ciò che mi circonda?"
"Nessuno si aspetta niente da te, semplicemente lo sei, Harry. Tu sei buono e neppure una goccia di cattiveria può mai cambiare ciò di te." camminò lungo la stanza, le braccia incrociate dietro la schiena, e fui certa di vedere una crepa lì dove il suo piede colpì il pavimento.
"Perchè stai facendo questo? Perch stai provando ad aiutarmi?"
"Non lo so facendo. Sto soltando rispondendo alle tue domande."
"No, non è vero. Smettila con le cazzate, Autumn, sono esausto." per un secondo non era più arrabbiato, nè perentorio. Era semplicemente triste.
"Perchè sei esausto, Harry?"
"Perchè le cose stanno andando un inferno qui e ci si aspetta che le migliori, ma non so come farlo. Il padre di Raine è ancora malato e io non sono pronto a prendermi cura di una bambina triste. I burocratici sono sulle nostre fottute tracce e se decidono di attaccarci, allora è la fine per noi. Zayn continua a dirmi di torturarti o ucciderti e Louis crede che io sia innamorato di te. E poi ci sei tu e c'è questo, e non so cosa cazzo sto facendo."
"Dimmi cosa hai bisogno che io faccia allora." smise di camminare, fissandomi come se stesse analizzando il mio livello di serietà.
"Ho bisogno che tu sia onesta con me, solo per un fottuto minuto."
"Va bene. Vai avanti."
"Le lettere sul tuo stomaco, cosa sono?"
"Iniziali."
"Di cosa?"
"Di tutte le persone che ho ucciso."
"Sono almeno ottanta lettere."
"Cosa posso dire? Sono brava in quello che faccio." lui si accigliò, solo un po', ritornando a dove era precedentemente seduto.
"Quello che ha detto Niall era vero?"
"Perchè non lo chiedi a lui?" lui mi guardò negli occhi, intrecciando le sue lunghe dita, prima di rilasciare un lungo sospiro.
"Per favore." supplicò, la sua voce carica di qualcosa a cui non riuscivo dare un nome, ma sapevo che non avevo nessun modo di negare alla sua domanda.
"No. Non so se loro hanno intenzione di venire a cercarmi. Non sono neppure sicura che io voglio che lo facciano."
"Cosa intendi dire?"
"Guardami, Harry, mi sono arresa ai tuoi soldati che mi hanno catturata, sapendo che sarei stata tenuta prigioniera, torturata per avere risposte, prima di essere uccisa. Quello che non sapevo era che tu saresti stato buono con me."
"Ti sei arresa? Come?"
"L'ho reso chiaro, sono rimasta ferma lì e ho aspettato che mi prendessero."
"Perchè l'avresti fatto?"
"Il tuo momento di avere la verità non è ancora finito?"
"Autumn." e onestamente, come potevo mandare tutto a puttante quando diceva in quel modo il mio nome?
"Volevo farla finita, Harry. Come probabilmente avrai notato, non sono una persona felice. Mi tuffo nel lavoro e mi metto in prima linea, e aspetto che qualcuno finalmente mi faccia fuori, ma non succede mai. Questo è un altro di quei tentativi falliti."
"Volevi che ti uccidessi?" la sua voce tremò leggermente, perdendo tutta la sua compostezza.
"Non necessariamente tu, ma sì, hai afferrato il punto."
"Cosa diavolo è successo, Autumn? Co-cosa ti ha fatto desiderare di rinunciare a vivere?"
"Oh per favore. Per favore, non questo, Harry. Non sono una vittima. Non ho bisogno di essere salvata o di compassione o aiuto, o qualsiasi altra merda. Semplicemente non ho interesse per questo cazzo di mondo e voglio fottutamente andarmene. Dove? Non importa, ma per come lo vedo io, non potrebbe essere più una merda." lui rimase in silenzio, a fissarmi con la bocca socchiusa, ma nessuna parola uscì da essa.
"Hai davvero un desiderio di morte." disse, ricevendo una scrollata di spalle da parte mia.
"Dicevi sul serio quel giorno?"
"Ogni singola parola." sussurrai e, improvvisamente, le sue mani furono sul mio volto, le sue labbra urtarono contro le mie, creando in me quel familiare fuoco, illuminandomi e lasciandomi bruciare viva.
E, sebbene normalmente riuscissi a provare così proco, provavo qualcosa di così profondo per quest'uomo che avrei dovuto uccidere.
E, sebbene non mi importasse del mondo, mi importava di lui, a discapito di tutto ciò a cui volevo aggrapparmi.
E, anche se non avevo paura per la mai vita, ero terrorizzata per la sua.
E, a discapito di tutti i pezzi rotti del mio essere, il mio cuore non funzionante e la mia anima evanescente, lo amavo.
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Rupture [h.s. - italian translation]
FanfictionRottura: [sostantivo] una separazione in parti o all'interno di una parte, uno scisma. In un mondo di distruzione, rivolte e divisioni, lei fu preparata per uccidere, tutti, nessuno escluso. Poi arrivò lui e le ricordò cosa fossero i sentimenti. Men...