Harry
Se ne stava seduta lì, gli occhi fissi fuori il finestrino sporco, la testa poggiata al sedile, le braccia incrociate al petto e un cipiglio presente sui suoi lineamenti. Indossava vestiti che non erano miei e non potei fare a meno di provare un'irragionevole gelosia sguazzare dentro di me. Dovetti ricordarmi che non avevo il diritto di sentirmi così, che avrei dovuto provare tutt'altro nei suoi confronti, ma non erano inclusi la gelosia, l'interesse, il bisogno o la lussuria. Che erano esattamente ciò che provavo vedendola così vicina, ma essendo incapace di toccarla.
Dovetti sforzarmi a guardare altrove. Per non allungare una mano e passargliela tra i capelli. Per non stringerle la mano, ogni volta che sussultava per una buca lungo la strada. Era ancora chiaramente dolorante, ma riusciva a muoversi ora rispetto alla tremenda settimana che aveva passato a letto, letteralmente perdendo conoscenza per scappare dalla travolgente agonia procurata dalle sue ferite in via di guarigione.
Non potei fare a meno di pensare a mia madre; il dolore che doveva aver sofferto fino ad ora, rimasto inosservato ai nostri occhi. Il dolore contro cui aveva dovuto lottare, mentre noi sprecavamo tempo prezioso nel tentativo di procurarle l'unica cura che comunque non poteva guarirla. Riuscivo ancora a vederla; i lineamenti pallidi, gli occhi senza vita, la pelle disidratata, gli arti rigidi. Riuscivo quasi a provare il suo dolore, che prendeva posto nel mio petto, insieme a tutti i dolori accumulati durante gli anni. Quasi non riuscivo a sopportarlo. Riuscivo a sentirmi sbriciolare sotto il peso di tutto, ma dovevo andare avanti, tornare da lei e farla stare meglio. Forse, allora, mi sarei spezzato e lei sarebbe stata quella a stringermi, come aveva sempre fatto.
Fermai la macchina un po' lontano, considerando che non potevamo avvicinarci ai loro confini con una macchina, che avrebbe mostrato la nostra presenza sgradita. Lei fece strada, la postura decisa, sebbene il suo corpo fosse in tensione datala pressione delle circostanze. Di tanto in tanto, si voltava verso di me, portandosi un dito alle labbra per farmi cenno di rimanere in silenzio, sebbene non trovassi l'energia di dire una singola parola da quando era iniziata la nostra missione.
Improvvisamente si fermò, nascondendosi dietro una piccola casa, che sembrava essere stata costruita con qualche metallo, dandogli una resistenza più forte rispetto alle nostre case. Si appoggiò al muro, chiudendo gli occhi, come se quello la avrebbe tenuta nascosta ulteriormente.
"Cosa c'è?" domandai alla fine, imitando i suoi movimenti.
"Guardie. Siamo vicini, ma conosco uno di loro, quindi probabilmente anche loro mi conoscono."
"Sei la figlia del loro capo. Certo che ti conoscono."
"Cazzo, okay, dobbiamo rimanere calmi. Forse non ci vedranno."
"Stanno letteralmente camminando nella nostra direzione, ma da due punti diversi: uno controlla il davanti e l'altro il retro, ci troveranno."
"Va bene, cosa suggerisci di fare?"
"Se ci trovano, dobbiamo essere silenziosi, quindi penso dobbiamo ucciderli. Niente pistole, solo coltelli e nessun combattimento, perchè fa ricadere l'attenzione su di noi."
Lei strinse di nuovo gli occhi, il petto che si muoveva in modo irregolare, e mi chiesi perchè il familiare concetto di uccidere ora sembrava causarle tanto stress. Espirò, lentamente, prima di farmi un semplice cenno. Girai intorno l'edificio, nascondendomi sul lato. Appena una guardia mi passò davanti, spalancò gli occhi e la bocca, probabilmente per chiamare rinforzi, e fu allora che gli misi una mano davanti la bocca, prima di tagliargli la gola velocemente. Trattenni il peso del suo corpo finchè non fu a terra e completamente immobile. Sospirai, asciugando lo strato di sudore dalla mia fronte. Affogava in una piscina del suo stesso sangue, una vita persa, per nessuna causa vera, solo per essere stato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il peso della perdita gravava su di me, ma lo cacciai via mentre mi muovevo lungo la superficie della casa, ritornando dove stava prima Autumn.
STAI LEGGENDO
Rupture [h.s. - italian translation]
FanfictionRottura: [sostantivo] una separazione in parti o all'interno di una parte, uno scisma. In un mondo di distruzione, rivolte e divisioni, lei fu preparata per uccidere, tutti, nessuno escluso. Poi arrivò lui e le ricordò cosa fossero i sentimenti. Men...