67. Crollai.

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Autumn

Mi ci vollero ore per riusciure a lasciare la stanza che, nonostante tutto il sangue, il sudore e le lacrime, ancora profumava di lui. Abbassai lo sguardo sulla mano che aveva stretto e lui non era lì, ma riuscivo ancora a sentirlo. Potevo giurare di riuscire ancora a percepirlo ovunque mi avesse mai toccata. Quindi non mi mossi. Non ci riuscivo. Perchè aspettavo che lui attraversasse di nuovo quella porta e mi stringesse e mi pregasse di non lasciarlo. Mi dicesse che non poteva lasciarmi, perchè era successo troppe volte prima d'ora. Mi dicesse che mi amava e voleva stare proprio qui, con me, nonostante tutto sembrava tentasse di allontanarci. Mi piaceva pensare che sarei stata capace di guardarlo teneralmente andarsene di nuovo. Sebbene tutto dentro di me dolesse al semplice pensiero. Probabilmente avrei semplicemente ceduto.

I soldati erano in fila fuori la porta appena costrinsi i miei piedi ad allontanarmi da questo posto e a non cedere, nonostante la debolezza mi stesse divorando le ossa. Mi sentivo un pallone sgonfio; come se stessi perdendo aria, perdendo forza e preso sarei crollata a terra, completamente priva di tutto. Il mio sguardo era fisso sulle gambe traballanti, contando esattamente quanti passi mi ci erano voluti per lasciarmi dietro Harry. Non pensavo comunque ci sarebbe stato un numero abbastanza grande, un strada abbastanza lunga.

Alla fine, però, sentii il pianto straziante di Liam e lo usai per allontanare l'addio sussurrato di Harry. Aprii la porta della sua camera e lui era steso sul letto, con la testa tra le ginocchia e il corpo che tremava per qualcosa da cui io non potevo proteggerlo. Niall era seduto accanto a lui, con una smorfia d'impotenza sul viso, le braccia incrociate al petto come a trattenersi dal toccare Liam per confortarlo.

I suoi occhi si spostarono su di me e il loro colorito blu mi ricordò quello di Louis, i cui capelli castani mi ricordarono lunghe, castane ciocche ricce che riuscivo ancora a sentire tra le mie dita. Le guardai e non c'era nulla ta di esse. Le mie dita non erano intrecciate alle sue. Le linee sui miei palmi non combaciavano con le sue. Tutto sembrava così...piatto. Cosìvuoto. Tutto sembrava così fottutamente vuoto e le falle erano troppe.

Sentii una mano sulla mia spalla e mi chiesi, se avessi chiuso abbastanza a lungo gli occhi, l'avrei scambiata per quella di Harry? Sollevai lo sguardo, incrociando quello di Niall, e, d'improvviso, la foresta verde di cui mi ero innamorata venne rimpiazzata da capelli biondi tinti, ed Harry scomparve. Ciò mi spezzò di nuovo il cuore.

"Dove sono tutti? Stai bene?"

"Se ne sono andati. Puoi andare anche tu, se vuoi. È una tua scelta."

"Aspetta, ma, e che ne sarà di te? E di Liam?"

"Noi dobbiamo rimanere qui. Lui non può andare da qualche parte, e io- io ho bisogno di mettere a posto le cose nel campo."

"Ed Harry?" Niall fu attento, esitante, ma la gentileza non avrebbe facilitato il dolore al cuore. Smisi di respirare, solo per un attimo, ed ebbi paura che sarei crollata addosso a Niall. Ma non lo feci. Scossi in silenzio la testa, forzando un sorriso.

"Cazzo, Autumn, mi dispiace."

"Lo so. Beh, vedi cosa vuoi fare e fammelo sapere. So che probabilmente non vorrai rimanere qui, ma se puoi, magari rimani per un paio di giorni. Ho bisogno di qualcuno di cui possa fidarmi, finchè Liam non ritorna in sè di nuovo. Io- non c'è davvero un elenco da seguire per fare tutto questo, sai."

"Capisco. Rimarrò fin quanto ne avrai bisogno." annuì, sorridendo debolmente, prima di stringermi in un debole abbraccio. Come se avesse paura che stringendomi più forte, mi sarei distrutta in pezzi. A malapena riuscivo a rimanere integra.

"Grazie, Niall. Puoi darci un minuto?" mi allontanai, facendo cenno verso Liam. E Niall capì, dandomi un colpetto sulla spalla, prima di uscire e chiudere la porta. E fu allora che crollai.

Le mie gambe cedettero, strinsi Liam tra le braccia, perchè dovevo aggrapparmi a qualcosa, qualsiasi cosa. Caddi sul letto di Liam, inspirando aria che non portava il profumo di Harry. I miei polmoni bruciavano di desiderio. Era come se avessi corso per anni, ogni passo avesse colpito il mio petto, forzandomi a fermarmi. Era come se stessi scappando dalla mia stessa pelle, come se stessi correndo senza il mio corpo. Non aveva senso essere così stanchi sena aver fatto niente. E fu allora che mi scappò il primo singhiozo. Non volevo che uscisse. Non volevo iniziare a piangere. Ma una volta che mi aveva sopraffatta, non resistetti. E più piangevo, più faceva male e non sapevo quanto sarei durata senza le braccia di Harry, la voce di Harry e...semplicemente Harry.

Sentii mani ovunque e il tocco che una volta conoscevo, a cui una volta bramavo, si dissolse in quello di Liam e non riuscivo a dirgli di allontanarle. Sentii parole, distanti, sconosciute, che intaccavano a malapena la superifice. Sentivo la pioggia; persistente, ostile, che spazzava via tutti i resti a cui volevo aggrapparmi, ma anche cose desideravo potessero andare via. Portando con sè ogni immagine che mi si presentava davanti ai miei occhi stanchi. Formando laghi e stagni per far annegare cose che volevo sotterrare. Mi sentivo come un fulmine; che rischiarava cose che era meglio tenere all'oscuro, elettrificando l'atomosfera e folgorando quel poco che era rimasto di vivo dentro di me. Mi sentivo come un tuono; che echeggiava come la voce di Harry quando mi aveva chiesto quale fosse il mio problema, quella prima volta. Spaventoso, come il modo in cui mi aveva guardata quando aveva scoperto le cose che avevo fatto. Forte, come il suono del mio cuore che si spezzava nel mio petto mentre lo guardavo allontanarsi. O forse era il suo. Non posso dirlo con sicurezza.

Mi sentivo come una tempesta che risaliva lungo la mia gola e avevo paura che se avessi aperto la bocca, se avessi provato a vomitare tutto, allora sarebbe uscito anche tutto il mio amore per Harry, tutta la rabbia e la brutalità, e non mi sareste rimasta nulla. Forse mi sarei privata di quel cuore che batteva solo per ricordarmi che dovevo vivere senza Harry, anche se era la cosa più dolorosa da pensare. Forse mi sarei privata di quel polmone che si aggrappava al profumo di Harry con così tanta forza, avrebbe smesso di riempirsi e svuotarsi. Il mondo non meritava di essere toccato da Harry, non dopo ciò che aveva fatto.

Mi sentivo così potente e così piccola. Mi sentivo così piena fino all'orlo e incredibilmente vuota. Tutte queste contraddizioni mi stavano squarciando, lottando per vincere in premio quel che era rimasto di me. Aprii gli occhi, che non sapevo di aver chiuso, e vidi Liam stringermi come aveva fatto una volta Harry. I suoi occhi erano chiusi con così tanta forza che mi chiesi cosa stesse cercando di trattenere. Le sue braccia mi circondavano e le mie erano intorno al suo corpo, e desideravo potesse essere abbastanza. Ma non lo era.

Chiusi di nuovo gli occhi, fregandomene di ciò che mi circondava, del mondo a cui non appartenevo, perchè il mio mondo era da qualche parte lontano, a guarire le sue ferite e probabilmente a piangere per un amore che non sarebbe mai andato via. Desideravo solo potegli dire "Sono qui, Harry. Non andrò da nessuna parte", ma potevo urlare quanto volevo, non mi avrebbe sentita. Le parole erano troppo pesanti per essere trasportate dal vento. L'amore era troppo travolgente per essere contenuto in un sussurro. Ma lui sapeva. Doveva sapere. Chiunque poteva dire quanto irrevocabilmente, irreversibilmente, infinatamente innamorata fossi di Harry. E il mio cuore si sarebbe potuto spezzare, distruggere, ma sarebbe sempre stato lì, da qualche parte. E fu allora che mi addormentai per la prima notte senza Harry, con una mano sul cuore per allieviare il dolore, nel disperato tentativo di seguire l'impronta che aveva lasciato su di me, per affondare nel sentiero delle sue dita, delle sue mani, del suo tocco, e l'altro braccio intorno al corpo di Liam, incapace di dire se ero io a tenere lui o viceversa.

Rupture [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora