Autumn
PIù la distanza tra me ed Harry cresceva, più ritornavo nel mio familiare ritmo. Feci tutto quello che dovevo fare. Mi accigliai guardando le persone che superavo, tenni il mento in alto, imprecai contro quelli che osavano avvicinarsi a me. Risi anche, nonostante tutto stesse cedendo dentro di me, quando Malik mi legò. Non sapevo perchè, ma non provavo di nuovo nulla.
Quindi mi disintossicai da tutto quello che Harry mi aveva iniettato, privando il mio cuore di tutte le cose umane, costruendo mura così altre che nessuno avrebbe osato abbatterle. A nessuno era permesso entrare, non più. Ero stata abbastanza ingenua da credere che ci sarebbe stato qualcosa tra me e lui. Avevo seguito un'assurda speranza, e la speranza portava sempre alla delusione. Avrei dovuto saperlo bene. Alla fine della giornata, io sarei stata sempre il nemico. E così lo era Harry. Dovevo solo ricordarmi di ciò ogni volta che guardavo nei suoi ingannevoli, teneri occhi.
Il primo giorno pensai ad Harry. Quanto rigido sembrasse solitamente, in contrasto con gli effimeri spensierati momenti, quando non era Styles; il capo dei caotici, ed era semplicemente Harry. Quanto gentile e affettuoso fosse quando i suoi occhi si posavano su Raine. Quanto amorevole, devoto e altruista sentisse sempre il bisogno di essere, quandoriguardava la sua gente.
Il secondo giorno focalizzai l'attenzione su quello che dovevo essere, non cosa Harry incosapevolmente mi aveva offerto di essere. Era un ricordo, di tutto quello che avevo lasciato dietro e a ciò da cui dovevo ritornare, in un modo o nell'altro.
Il terzo giorno ero stanca. Il mio corpo era disidratato, i miei muscoli stavano cedendo, la mente era a corto di energia. Ero assolutamente prosciugata dalle notti insonni e le giornate pensierose.
Era il quarto giorno quando sentii dei bisticci provenire dalla sala d'osservazione nelle vicinanze, e immediatamente riconobbi quella voce.
"Mamma, non puoi andare lì dentro!"
"Allora qual è il fine di avere mio figlio come capo?"
Gesù Cristo, mamma, questa è una prigione e lei è tenuta prigioniera. Questo non è un cazzo di circo."
"Linguaggio, ragazzo, non ti permetto di parlarmi in quel modo, anche se tu tirare le corde perfar sì che io la vedi."
"Non sto tirando niente per nessuno!"
"Bene, allora, mi piacerebbe vederti provare a fermarmi." e quasi immediatamente il cancello della mia cella fu sbloccato ed entrò una donna, con luminosi occhi verdi, lunghi, neri capelli tirati in una coda, e un grembiule rosa floreale, che copriva l'outfit nero che indossava, seguita subito dopo da un Harry all'apparenza irritato. Styles, volevo dire.
"Wow, è davvero lei." commentò la donna, la bocca socchiusa mentre lentamente mi si avvicinava, prima che le sue braccia la circondassero, fermandola.
"In carne ed ossa." gracchiai, ignorando la secchezza della mai gola.
"Non sembri passartela tanto bene." solo allora, permise al suo sguardo di incrociare il mio, aggrottando le sopracciglia preoccupato, o forse era per la concentrazione o, magari, non erano proprio aggrottate. Magari, la sua reazione preoccupata era un altro dei frammenti della mia immaginazione senza speranza e lui era rimasto apatico come sempre.
"Ti senti male?" domandò lui, posizionandosi davanti la donna, la sua alta figura che la nascondeva completamente.
"No, in realtà mi sento meravigliosamente." ce la misi tutta per scrollare le spalle, ma erano così indolenzite, rigide, dovuta alla mia posizione immobile da giorni. Lui inclinò la testa leggermente, si prese il labbro tra i denti concentrato, come se stesse localizzando cosa esattamente non andava. Poi spalancò gli occhi, il loro colore luminoso quanto il sole.
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Rupture [h.s. - italian translation]
أدب الهواةRottura: [sostantivo] una separazione in parti o all'interno di una parte, uno scisma. In un mondo di distruzione, rivolte e divisioni, lei fu preparata per uccidere, tutti, nessuno escluso. Poi arrivò lui e le ricordò cosa fossero i sentimenti. Men...