La rete si gonfiò e, per un lungo istante, sul campo calò un silenzio irreale.Harry fissò incredulo la palla mentre cadeva sul fondo della porta.
Un compagno emise un grido scomposto, e l'esultanza del pubblico investì lo stadio come uno tsunami.
Il compagno che aveva appena gridato prese Harry per le spalle e lo scosse, guardandolo negli occhi con incredulità mista a gioia.
«National League! Siamo nella National League!»
Poi Harry venne travolto, tutta la squadra lo abbracciò, lo festeggiò, e solo in quel momento si rese conto di cosa aveva appena fatto.
Ho segnato il gol decisivo al novantaquattresimo!
«Sì! Vaffanculo!» gridò alzando il pugno in aria.
Northern Premier League? Se ti impegni puoi giocare nella Northern Premier League?
Vaffanculo, Lou. Il prossimo anno giocherò nella National League!L'arbitro fischiò tre volte, la partita era finita, avevano vinto contro ogni pronostico.
Harry si lasciò cadere sulla panchina, accanto al suo armadietto. I muscoli gli dolevano, ma era un dolore buono, piacevole. Si sentiva ancora su di giri, un po' per l'adrenalina residua in circolo, un po' per lo spumante con cui i compagni lo avevano generosamente annaffiato appena entrato in spogliatoio.
«Haz! Abbiamo deciso il regalo di ringraziamento per il goal.»
Harry vide arrivare una delegazione di dieci compagni di squadra, tutti pronti per la doccia, solo un asciugamano intorno alla vita. La delegazione era guidata da Mark, il capitano, difensore centrale trentasettenne con pochi capelli in testa e qualche chilo di troppo sui fianchi, che la National League l'aveva sognata per tutta la vita senza mai riuscire a raggiungerla.
«Fatemi indovinare... fate una colletta e mi comprate un dildo?»
«No! Più economico! Uno strip-tease!» Così dicendo Mark e gli altri nove si tolsero con un gesto fluido l'asciugamani e cominciarono a ondeggiare le anche, al ritmo di You can leave your hat on, che uno di loro aveva prontamente cominciato a canticchiare. Partì qualche fischio e qualche applauso, da parte dei giocatori rimasti in disparte.
Harry sollevò un sopracciglio in direzione degli spogliarellisti. «E mi spiegate come questo spettacolino di cazzi ciondolanti dovrebbe esse più interessante degli stessi identici cazzi ciondolanti che vedo tre volte a settimana in doccia dopo gli allenamenti?»
«Ma apprezza l'impegno!» disse Arrigo (centrocampista, riserva), mettendosi a fare l'elicottero con il proprio pene.
«Bello, bravo» disse Harry. «Mettitelo in testa e facci un cappellino. Hai presente i cappelletti con l'elica pe' i bambini scemi?» Si alzò in piedi, reprimendo un sorriso. «Vado a farmi la doccia, che è meglio.»
«Fredda, mi raccomando!»
«Certo! Mi avete talmente eccitato che se resto qua altri tre secondi vi inculo a tutti in fila.»
I compagni scoppiarono a ridere e rise anche Harry, mentre si spogliava.
Era felice che scherzassero con lui in quel modo. Da quando aveva fatto coming out la prima volta, ormai quattro anni prima, aveva deciso di mettere sempre in chiaro con tutti quell'aspetto della sua vita, e l'aveva fatto in ogni spogliatoio in cui era passato, da quando aveva lasciato i Doncaster Rovers, la sua prima squadra, quella in cui era cresciuto. Quella in cui aveva conosciuto Louis.
In seguito, ne aveva cambiate tre, di squadre, e nelle prime due l'accoglienza non era stata delle migliori. Non aveva mai subìto prese in giro o molestie, anche perché col suo metro e novantacinque e i suoi modi rudi sapeva sempre come incutere timore in un potenziale bullo (e del resto un po' bullo lo era anche lui). Ma l'imbarazzo e la velata ostilità dei compagni erano percepibili.
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L'ultimo evocatore - Larry Stylinson
FanfictionLa strega dei desideri è tornata, e non trova niente di meglio da fare che morire tra le braccia di Harry. Da quel momento nulla sarà più come prima, e strani eventi iniziano ad accadere intorno a lui: donne misteriose che appaiono solo in foto, vec...