5 Ottobre 2014 Seconda settimana DT. La lettera

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Gerry e Microchip presero il foglio dalle mie mani.

Erano curiosi di scoprire cosa mi aveva causato quel pallore e quella preoccupazione sul volto.

Micro inizio' a leggere.

" Papa' ti scrivo queste parole con la certezza che saranno i miei ultimi pensieri.

Sono un'infetto oramai.Non so' se ho contratto il virus dal personale medico o da mia moglie.Prima che le cose degenerassero,mia moglie era ricoverata nel reparto malattie infettive,adesso e chiusa in una stanza con altre due donne all'ultimo stadio e quei maledetti schiocchi  risucchiati che escono dalle loro gole mi tormentano piu' della mia febbre che continua a salire.

Tutto e' iniziato quel maledetto giorno del black-out.

Mia moglie quel giorno non doveva lavorare ma ha cambiato il turno di riposo con una sua collega che compiva gli anni quel giorno.

Come ben sai lei lavorava nei laboratori  del"Biological progress" di Minsk.Quando improvvisamente e mancata la corrente elettrica sono entrati in funzione i generatori di emergenza ed e scattata la procedura di emergenza per questi casi.Ma qualcosa e andato storto.

Da quel che ho potuto capire nei successivi e concitati giorni dopo,quando c'e' stato il black-out parecchie apparecchiature sono andate il tilt.Sono perfino scoppiati degli incendi in alcuni reparti,uno proprio dove sono conservati batteri e virus di ogni genere.Questo e' accaduto proprio quando il personale della struttura stava testando alcuni virus geneticamente modificati su cavie animali.Quando e scoppiato l'incendio il sistema di contenimento e saltato e le porte a tenuta stagna si sono spalancate.Gli scienziati e credo le cavie sono scappati  dall'incendio senza sottoporsi alle dovute misure di decontaminazione,presi com'erano dal panico con gli allarmi che risuonavano in tutta la struttura.

E scattata subito la quarantena per tutti quelli che erano in servizio nella struttura.Sono stati prima trasferiti nell'ospedale centrale di Minsk,dove mi hanno contattato e ho potuto vedere mia moglie non prima di aver indossato una mascherina e una tuta.

Sono stato con lei le ore che mi permettevano di vederla nei primi due giorni,aveva la febbre sempre piu' alta e sul suo corpo iniziavano a vedersi delle piccole venature nerastre,inoltre era come se sui suoi occhi fosse calata la cataratta,stavano diventando quasi bianchi.Poi al terzo mi hanno proibito di entrare nella sua stanza dicendomi che la paziente stava delirando e che aveva aggredito e morso al braccio e al collo un medico e un'infermiere.

Ho potuto dare uno sguardo dal vetro della stanza e quel che ho visto non mi e' piaciuto per niente.Mia moglie o quel che ne restava aveva la pelle nerastra e gli occhi completamente bianchi,emetteva gia' quegli orrendi schiocchi e muoveva il corpo a scatti per quanto gli consentivano le fibbie che la tenevano legata al letto.

Dopo un po' sono intervenuti i militari.

Mi hanno fatto uscire in malo modo dalla stanza e hanno trasferito tutti i pazienti in un'ospedale militare.

Mentre tutti quelli che erano stati a contatto con gli infetti,compreso il personale medico e me, come del resto tutti i visitatori,siamo stati messi temporaneamente in quarantena nell'ospedale in attesa di sapere la nostra sorte.

Ogni stanza aveva un militare armato piantonato dietro la porta.Ma io dovevo scappare.

Ero al terzo piano,ho aperto la porta che dava sul balcone,ho pensato di calarmi ma non avevo niente oltre alle lenzuola che erano troppo corte per evadere in quel modo.Ho dato un'occhiata e ho capito che avevo solo una possibilita di fuga.Lanciarmi dalla ringhiera del balcone ai rami di un pino che cresceva proprio di fronte al terrazzino.La distanza dei rami dal balcone era di un paio di metri,se mancavo la presa mi sarei sfracellato al suolo.Ma non ci ho pensato due volte e sono saltato.Sono atterrato su un tronco che si e' spezzato,per fortuna sono precipitato di mezzo metro prima di cadere su un'altro tronco.Mi sono lacerato il polpaccio ma sono riuscito a scendere e a mettermi in fuga.

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