7."El, short for..."

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📼🌼

La campanella suonò insistentemente, riempiendo l'aria tutt'intorno con il suo squillo acuto, ridestando alla realtà i corridoi ancora deserti, i giardini e campi da gioco al di là del cortile, l'aula mensa così magicamente ancora silenziosa, le aule di lezione gremite di studenti, attenti e concentrati o distratti e mezzi addormentati, improvvisamente risvegliati alla vita a quel rumore secco e familiare, drizzando orecchie impigrite ma ora finalmente concentrate, capaci di cogliere in quel suono solo un'informazione, la più importante: l'inizio dell'atteso intervallo.

"Finalmente...!" sospirò come un cuor solo la classe di letteratura al primo piano della Hawkins High.
"Nooo!" avrebbe voluto esclamare invece una figura minuta dai ricci biondi sciolti sulle nude spalle e occhioni grandi e spalancati al primo banco.

Proprio in quel punto?
Proprio sul più bello?
Proprio ora che Emma stava per rivolgersi a Churcill dandogli la sua risposta definitiva, rivelandogli che invero ricambiava il suo amore ma non avrebbe mai potuto tradire la sua fidata amica Jane Fairfax?

"Continueremo la lettura di Jane Austin la prossima settimana, ragazzi! Rileggete i capitoli fino a questo punto nel weekend: ne parleremo lunedì prima di ricominciare!" concluse il professor Lewis chiudendo il libro tra le sue mani, seguendo con lo sguardo i primi alunni impazienti che, ordinate alla belle e meglio i libri nello zaino, già si affrettavano a grandi passi attraverso i banchi in direzione della porta per non perdersi nemmeno un secondo di quel tempo di svago tanto atteso e finalmente conquistato.

"Non dimenticate la relazione di metà semestre! Dovrete fare uno scritto, con a seguire un'esposizione orale: non dimenticate, gran parte del vostro voto finale di questa prima parte dell'anno dipenderà da questo compito e...non importa, ve lo ripeto lunedì..." la piccola Hopper vide quell'uomo sospirare, passando una mano tra i capelli brizzolati con aria sconsolata, mentre il brusio di voci non più disposte all'ascolto si impadroniva dell'aula, sovrastando quella del professore senza permettergli di terminare la frase.

Eleven sorrise in silenzio, scuotendo la testa e decidendo a sua volta di chiudere il libro ancora aperto sul suo banco, quel libro dalla carta un po' ingiallita ma ancora il profumo buono delle pagine stampate, quel libro prestatele da Joyce per la lettura del primo romanzo di letteratura inglese di quel semestre: "Emma" di Jane Austin.

"Ti piacerà un sacco, tesoro! Emma ti farà sognare!" aveva esclamato un'entusiasta mamma Byers dall'altra parte della linea una sera, facendo sorridere la ragazzina appoggiata al muro alle sue spalle con la cornetta del telefono di casa Hopper in una mano e nell'altra quel nuovo romanzo consegnatele dal capo, stretto tra le sue dita come il più prezioso dei tesori.

Hopper aveva insistito per non disturbare ulteriormente la loro grande amica:
"Posso comprartene uno nuovo, kiddo! Non è il caso che tu lo chieda a lei!"
Ma Eleven aveva insistito: sapeva che la dolce Joyce le avrebbe detto di sì, e per lei quel semplice gesto era invero più che importante.
Poter studiare il suo primo romanzo del corso di letteratura sullo stesso libro sul quale si erano posati gli occhi innamorati della donna che le aveva un anno prima insegnato a leggere, consegnandole in mano le chiavi di quel mondo fantastico, era per la piccola qualcosa di unico, irripetibile, un desiderio così puro ed innocente che lo sceriffo di Hawkins non aveva potuto fare altro che sorridere, accettando infine di accontentarla.
E ora, quel libro un po' antico in un'edizione dalla copertina rigida, ora giaceva sul suo banco immobile ed in attesa, ammirato e rimirato da quel fiorellino come il più prezioso dei doni e dei tesori.

Let me Love you||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora