8.Can You Keep A Secret?

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📼🌼

"No, assolutamente no..." scosse debolmente la testa ricciuta il piccolo Wheeler appena il primo trillo acuto ebbe superato la barriera dei suoi sogni.
"Mmm..." arricciò il naso la piccola Hopper, avvertendo qualcosa di ruvido e all'apparenza umidiccio sfiorarle insistentemente la punta del naso leggermente all'insù.

"Ma che cazz..?" boffonchiò quello, aprendo lentamente un occhio verso la sveglia sul comodino, nera e tonda a forma di sfera come la navicella spaziale di cui rappresentava la miniatura, stringendo gli occhi in due fessure per decifrarne i numeri segnati dalle lancette rosse: 7:30.
"Di domenica mattina?! O no, non se ne parla!"
"Buongiorno Mr Darsy" sorrise quella ancora ad occhi chiusi, portando una mano lentamente fuori dalle lenzuola fin davanti al suo viso, ritrovando sotto le sue dita un pelo morbido e caldo a lei molto, molto familiare.
"Puntuale anche oggi come ogni mattina, non è vero?"

"Il mondo dovrà sopravvivere senza di me ancora per un po'..." concluse Mike richiudendo gli occhi e lasciando cadere la testa sul cuscino, girandosi nel letto della sua camera al secondo piano di casa Wheeler dal lato opposto rispetto al comodino, tirando la coperta fin sopra le sue orecchie con uno strattone della mano.
"Dimenticatevi di me per le prossime 3 ore..."

"Forza..." annuì a se stessa El, aprendo finalmente gli occhi grandi e ritrovando davanti a sé un dolce musetto dai lunghi baffi e manto maculato, due occhi verdi e spalancati in attesa di una sua reazione, insistenti e decisi come a volerglielo sussurrare:
"...è ora di alzarsi!"

La piccola prese un profondo respiro, richiudendo gli occhi per un altro secondo, combattendo l'invitante tentazione del suo cuscino di concedersi quei famosi "ancora 5 minuti", cullata dalle fusa profonde e rasserenanti di Mr Darsy e dal tepore delle sue coperte tirate fin sulle spalline a sbuffo della sua camicia da notte gialla.
Portò le mani sul viso, stropicciando gli occhi gonfi e caldi dal sonno, tendendo le gambe sotto le lenzuola del letto nella sua piccola camera e inarcando la schiena per svegliare ogni muscolo ancora indolenzito e pigro.

Sentì la punta delle sue dita raggiunte in un secondo dalla stessa sensazione ruvida e umidiccia di poco prima e riaprì immediatamente gli occhi di fronte a sé, sbattendo le lunghe ciglia un paio di volte per mettere meglio a fuoco il musetto rosso e nero del micio acquattato accanto al suo cuscino, intento con la sua piccola lingua rosa a leccare dolcemente ogni punto raggiungibile della sua pelle scoperta dalle lenzuola.
"E va bene, va bene, ho capito..." rise El passando una mano sul suo musetto, soffermandosi con le dita a solleticare la fossetta in mezzo alle sue orecchie,
"...qualcuno qui ha fame o sbaglio?"

Allargò il suo sorriso, vedendo il micio di fronte a sé allungarsi verso di lei sfiorando con il nasino rosa il suo, come ogni mattina: la sua personale sveglia pelosa quotidiana.
Sì, quello era decisamente il segnale che era giunta l'ora di scendere da quel letto.

Un vento freddo soffiava dalla finestra lasciata semiaperta, come ogni notte da quella piccolina, per permettere ai brutti pensieri di volare via la sera a Mr Darsy di entrare ogni mattina, saltando sul cornicione della finestra dal ramo più basso dell'albero del cortile.
El si strinse uno scialle bianco sulle spalle come per conservare ancora un poco di calore, scuotendo i ricci spettinati sulla fronte e voltandosi alle sue spalle verso le tende mosse leggere da quel vento, così come le foglie più sottili dei fiori ben disposti nei vasi sul davanzale.

Una luce ancora timida illuminava i contorni della sua camera nel silenzio di quella casetta nel bosco, lontana dal rumore della strada e dalle macchine, lontana da quella piccola città, lontana dal frastuono e dal caos tutt'intorno.
E dopo una settimana passata "nel mondo", El non era mai stata più felice di potersi finalmente concedere di riprendere fiato in quel suo piccolo e sperduto angolo di paradiso.

Let me Love you||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora