30."Magic!"

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Un largo e lungo pullman a due piani targato Hawkins High School fece la sua più sontuosa apparizione di fronte alle porte a vetri bianche e rosse del liceo quella mattina, facendo rimbombare uno scroscio di applausi entusiasti ed alte grida attraverso il parcheggio semi deserto alle prime luci di un febbraio ancora timido.

Sarebbe stato davvero difficile riuscire a stabilire quale sentimento fosse preponderante quella mattina, in mezzo ai visi più elettrizzati che mai di una mandria di giovani adolescenti su di giri, papà pigri e con gli occhi ancora semichiusi per la sveglia puntata decisamente troppo presto e apprensive e turbate mamme incerte ed ancora decisamente troppo apprensive, troppo per non dare quasi l'impressione di essere in procinto di lasciar partire gli amati pargoletti non per una gita scolastica di appena 24h quanto piuttosto di una pericolosa missione al fronte di guerra.

"Copriti bene, Will, promettilo! Non farmi stare in pensiero, te ne prego: hai avuto un brutto mal di gola fino all'altro giorno!"
"Mamma, ti prego, stai tranquilla...dobbiamo andare!"
"Chiamami quando arrivi, Michael, sono sicura che ci sarà di certo un telefono in tutta la struttura...bada che ti ho infilato il pigiama al fondo della valigia, vedi di non ribaltare in aria tutto questa sera prima di coricarti! E se per caso volessi provare a fare un'altra piccola chiamata anche prima di andare a dormire..."
"Ehm...sicuro, mamma! Garantito..."

"Fai attenzione, kiddo..." lanció un ultimo sguardo teso ma rassegnato un papà emozionato di fronte il suo furgone marroncino della polizia, vedendo la sua piccolina voltarsi verso di lui con viso radioso e felice, gli altri amici già più vicini al pulmino a caricare nel portabagagli ingombranti zaini sul punto di esplodere da un momento all'altro.
Il capo Hopper non credeva di aver mai visto la sua bambina più al settimo cielo e così enormemente felice.

"Fai buon viaggio e non allontanarti mai troppo dai tuoi amici, intesi? So che non avrai problemi sulle piste ma, ti prego, El...non esagerare, mi hai capito...promesso?"
"Promesso!" annuì entusiasta il piccolo fiorellino, abbracciando l'omone di fronte a sé in un abbraccio un po' troppo frettoloso ma stretto stretto, in grado di sciogliere il cuore grande di quel capo della polizia, ben di più di quanto avrebbe desiderato far vedere proprio lì di fronte a tutti i suoi concittadini.
"Farò la brava e starò attenta, papà...promesso!"
"E ti ricordi il discorso che abbiamo fatto ieri sera? È molto importante, kiddo, davvero molto, molto importante...!"
"Papà, sì, davvero, ma ora devo davvero andar..."

"Jim!" El sentì da lontano Joyce Byers correre in un suo aiuto, avvicinandosi al furgone munita del suo inesauribile sorriso, lanciandole un'occhiata allusiva come ad intimarla di fare presto e di approfittare di quel piccolo momento di distrazione.
"Posso chiederti uno strappo fin da Malvald's per questa mattina?"
"Oh, certo, Joyce, sicuro! Solo un momento, io stavo..."

"Ciao papà! A domani! A presto, Joyce!"
"Salve signora Byers!"
"Kiddo!" urlò ancora un ultimo secondo il capo Hopper in direzione della sua piccolina quella mattina, troppo tardi per non vederla correre via attraverso quel parcheggio agitando la mano in aria in segno di saluto, in direzione degli amici già pronti per salire e prendere posto e ad un piccolo ricciolino in particokare dal viso pallido e lentigginoso di certo troppo, troppo felice per i suoi personalissimi gusti...
"Kiddo...divertiti, ma fai...fai attenzione..."

"È solo una gita di un giorno, Jim!" udì Joyce al suo fianco sorridere felice, mentre già il professor Copper incitava con il suo immancabile fischietto gli ultimi studenti a salire e a prendere posto sulla vettura, vedendo sparire i ricci di El e le testoline dei suoi amici nerdini al di là dei vetri oscurati dei finestrini.
"Tra poco più di 24h saranno di nuovo qui...non è proprio il caso che tu mantenga fino ad allora quella faccia lì!"
"Sono adolescenti, Joyce...sono ormonali, stupidi ed incoscienti..." la signora Byers lo vide scuotere la testa ed infine sospirare, trattenendo una risata al solo pensiero che quel suo amico storico dai lunghi baffi stesse davvero parlando non tanto per sentito dire, quanto una reale esperienza personale vissuta.

Let me Love you||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora