6.Every Rose Has Its Thorn

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Every rose has its thorn,
just like every night has its dawn

📼🌼

"...McLean
Green
Jordan
Drake..."

Gli occhi grandi e contornati dalle lunghe ciglia nere del piccolo Wheeler scorrevano quel lungo elenco appeso alla parete bianca e rossa di fronte a sé, concentrati che quasi si dimenticavano di sbattere di tanto in tanto le palpebre, mentre con le dita pallide della sua mano destra scendeva verso il basso puntando un nome dopo l'altro, uno dopo l'altro senza riuscire a scorgere il motivo della sua ricerca, il suo obbiettivo di quella mattina.

Il proposito di non pensare più a quella ragazzina era durato il tempo di una partita a Dig Dag all'Arcade il pomeriggio precedente, persa dal nerdino senza troppo dispiacere, una scusa banale per allontanarsi dagli sguardi stupiti degli amici e una corsa in bici indietro verso la sua Maple Street, verso la sua camera al piano superiore di casa Wheeler dove si era chiuso in silenzio fino all'ora di cena.

Non pretendeva che i suoi migliori amici capissero, come avrebbero potuto se nemmeno lui stesso riusciva a capire cosa fosse successo, quali sensazioni fossero penetrate nella sua mente, sconvolgendola e lasciandolo imbambolato per tutto il resto della serata, con i pensieri a rincorrersi più incasinati dei soliti ricci neri che ricadevano sulla sua fronte?

Il sonno di Mike era stato tutto fuorché tranquillo quella notte, al termine della sua prima giornata di scuola, e nonostante si sentisse stanco da poter svenire dal sonno a peso morto sulle sue lenzuola azzurre dove troneggiava fiero il logo di Back to the future, la mente impazzita ed i pensieri sconnessi non gli avevano concesso neppure poche ore di riposo, catapultandolo un sogno dopo l'altro dentro irrealistiche situazioni e assurde realtà che al risveglio il piccolo Wheeler aveva cercato inutilmente di salvare, così come i suoi cereali sprofondati inevitabilmente nel latte della sua tazza da colazione.

Si ricordava di essersi chiesto dove diavolo fosse finito diverse volte, mentre i contorni del mondo intorno a lui si facevano sempre più confusi, sempre più vacui, cambiando in un secondo non appena gli sembrava di riuscire a collegare i pezzi di puzzle incasinato come quelli con i quali sua madre tanto amava intrattenere la famiglia la domenica pomeriggio.
Da un campo di lavanda sovrastato da un immenso cielo viola, ad uno di girasoli dove correva inseguendo una figura sbiadita di fronte a lui dall'ampia gonna rosa svolazzante ad una chiesa, o forse era invero una cattedrale, le cui colonne ai lati dell'altare si slanciavano così alte da sembrare tronchi di alti alberi le cui fronde bucavano il soffitto confondendosi con il cielo.

Mike aveva ancora nelle narici quel profumo di fiori che aveva permeato la sua mente e illuso i suoi sensi per tutta la notte, facendolo sorridere nel sonno stropicciando il viso contro il cuscino stretto tra le sue braccia: quel profumo dolce unito al suono lontano di un campanile, un rintocco dopo l'altro, aveva scandito il tempo dilatato di quelle visioni, finché, esaurita la notte e le poche ore del suo sonno tutt'altro che ristoratore, il piccolo Wheeler aveva esitato quella mattina ad allungare la mano verso il comodino accanto al suo letto, accorgendosi solo tardi di aver inglobato ormai da diversi minuti la sua sveglia in quel folle sogno.

"Già in piedi, Michael?" aveva chiesto stupita sua madre vedendolo varcare la soglia della cucina ancora deserta,
"Come siamo mattinieri oggi! Hai dormito bene, tesoro?"
"Mh mh..." aveva solo mormorato Mike, passando una mano tra i capelli neri come le borse sotto gli occhi che spiccavano sulla sua pelle pallida, aprendo distrattamente il frigo e versando dal cartone il latte fino all'orlo della sua tazza con raffigurato un viso verde e una scritta familiare:
"Breakfast be with you!"

Let me Love you||MilevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora