↛To Sydney↚

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E' il giorno della partenza, sono all'aeroporto di Dubai per lo scalo e sto attendendo pazientemente il mio volo seduta su una sedia scomodissima senza braccioli con ai piedi il mio bagaglio chiuso da un lucchetto argenteo e a tracolla la mia borsetta rossa contentente cellulare e portafogli, avrò all'interno si e no dieci sterline contate.

Al mio fianco si é accampata una chiassosissima famigliola felice con tre figli. Avranno si e no 9-6- e 4 o 5 anni ciascuno.

Tralasciando il fatto che il mio odio represso verso i bambini stia crescendo man in mano sempre di più trasformandosi in un vero e proprio bisogno di soffocarli; mi chiedo: cosa ci farà una coppia con prole al seguito a Sydney? Seriamente, illuminatemi.

Sono dei pazzi furiosi, corrono e corrono avanti e indietro emettendo schiamazzi di ogni genere. Il figlio maggiore prende per i capelli quello minore, e la figlia strilla correndo verso di loro stringendo tra le mani il suo vecchio zainetto di Trilly.

Fanno venire il mal di mare... con quelle loro movenze frenetiche e quelle urla assatanate.

Ma cari genitori, teneteli un po' calmi, dategli una camomilla... Un sonnifero, un sedativo, proporrei persino una museruola, e già che ci siete legateli alla seduta.

"I passeggeri del volo 274 diretti a Sydney sono pregati di avviarsi al gate 7" Sobbalzo udendo la voce robotica del'altoparlante sopra alla mia testa.

Euforica per aver abbandonato le piccole pesti, mi apposto in coda e per una strana forza sovrannaturale chiamata comunemente sfiga, mi ritrovo dietro ad un gruppo di ragazze di qualche anno in meno di me che non fanno altro che osservarmi di sottecchi commentando probabilmente la mia capigliatura spaventosa, e le mie occhiaie nere e profonde che ormai mi arrivano alle ginocchia. Credo parlino spagnolo o comunque qualcosa del genere, non ho mai brillato per la mia conoscenza delle lingue neolatine.

Rimango in coda per venti minuti buoni sbuffando di tanto in tanto, prima di arrivare davanti al finto sorriso di una hostess con una scollatura profonda sul petto dalla quale si intravede un reggiseno in pizzo nero; sembra molto una di quelle ragazze che porta la biancheria abbinata. 

"Quasi quasi ci inciampo dentro!" Penso mostrando gli incisivi dritti, frutto di un duro e faticoso apparecchio odontoiattrico, mio incubo infantile.

Porgo la carta d'imbarco alla biondona tutte forme e lucidalabbra alla pesca che con una smorfia infastidita ed un sorriso finto mi congeda.

Riesco a salire sull'aereo dopo qualche minuto stipata in un pulmino con un'altra settantina di persone accaldate e sudate, del resto io non sono da meno.
Porgo la carta d'imbarco ad un ragazzone ben piazzato che indossa un'orribile camicia a righine blu, tale e quale a quella di Miss maglietta bagnata 2013.

"Emh..." Tossisce guardandomi con sguardo infastidito. "Non sono un hostess!" Mormora girandosi tutto scazzato.

Arrossisco subito accennando una risatina isterica.

"Mi scusi" Sussurro superandolo in velocità inciampando nelle stringe delle mie coverse impacciatamente, ma rimanendo perfettamente in piedi.

Vago nella parte anteriore del veivolo cercando il mio posto, 16a.

Le mie iridi scorrono veloci sulle targhette, 14, 15... sedic-.

Il mio sguardo percorre il sedile blu fino ad arrivare ad un ciuffo biondo che spunta da un capo pigramente abbandonato sul finestrino.

"Scusa" Con la punta delle dita gli tocco la spalla ostentando calma, ma una volta giratosi, dopo avermi sbadigliato in modo così tanto arrogante in faccia perdo subito la pazienza. " Perché sei al mio posto?" Chiedo al ragazzo schioccando la lingua contro il palato e appoggiando le mani ai fianchi. 

Flight ✦Luke Hemmings✦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora