Run

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Sono le sette e un quarto e tiro fuori le chiavi dal portachiavi in cuoio scuro per chiudere la carrozzeria, il capo se ne é andato qualche minuto fa con la scusa della moglie partita per Perth, dalla sorella operata di calcoli.

"Mia moglie mi ha lasciato con quelle quattro pesti!" Si era lamentato, e si stava riferendo alle tre bellissime bambine che ha.

Solo ad accampare scuse...

Sbuffo chiudendo il cancello e dirigendomi sul marciapiede scuro.

A natale manca una settimana e io sono ancora al lavoro, che merda!

Sento dei passi veloci dietro a me.

"Dakota!" Mi raggiunge alle orecchie la voce squillante di Luke.

Aumento il passo, non ho intenzione di parlare dei miei sbagli sul giudicarlo, perlomeno non ora.

"Fermati ti prego!" Mi affianca facilmente allungato le falcate, già grandi di loro.

Sbuffo continuando ad ignorarlo.

"Fermati!" Mi prende per un polso bloccandomi.

Sguscio via dalla sua presa attaccando a correre.

"Sembri una bambina!" Urla sempre dal mio fianco sinistro. "Tu sai che é stato un tuo sbaglio giudicarmi male, giudicare male la scena!" Mantiene il passo con fermezza parlando ad una velocità esorbitante.

Mi fermo sul posto.

"Non sono una bambina!" Dico guardando l'asfalto.

"Si, lo sei! Lo sei!" Urla.

"Non voglio affrontarti, come posso fare per aggirare il problema?!" Inizio ad urlare anche io incurante del luogo poco idoneo nel quale ci troviamo.

"DEVI AFFRONTARE I PROBLEMI, DAKOTA, IO TI BEH..." Esita un attimo.

"ECCO PERCHÉ NON AFFRONTO I MIEI PROBLEMI!" Apro le braccia. "Inizia a prenderti le responsabilità di quello che dici! A spese di Calum ammettevi di amarmi, ma nelle vesti di 'Luke i baldo giovane' non vuoi!? Cosa é successo alle tue palle Luke!? Chi te le ha tagliate a mia insaputa!?" Dico tagliente a pochi centimetri dal suo viso.

"Allora?" Domando in cerca delle tre parole che necessito sentirmi dire.

Silenzio, solo chiassoso silenzio.

Perché il silenzio apre le porte ad un caos ancora maggiore di quello che le parole possono formare!

"Si, Luke io sono una bambina! E tu?" Urlo piantandolo in mezzo via.

"Non vuol dire niente!" Sbraita rincorrendomi.

"Si che vuol dire, insomma, mi stai dicendo che vuoi che io venga da te a parlarti di un bacio che tu sostieni di non aver dato!?" Metto le mani nei capelli.

"Io ti ho baciato!" Urla.

"Perché lo hai fatto?!" Siamo faccia a faccia.

"Io ti-" lascia ammosciare la frase portando lo sguardo alle sue vans distrutte dal lavoro.

In un momento spero che incolli le labbra alle mie sussurrandomi che mi ama e non ha dubbi, ma non lo fa.

Corro verso casa mia senza voltarmi, non mi ama! E se mi ama evidentemente non abbastanza da ammetterlo a se stesso oppure davanti a me.

In un paio di minuti arrivo a casa.

Mi chiudo la porta alle spalle, non ne voglio più sapere di Luke, almeno per una sera.

Prendo il cellulare al volo e compongo un numero molto familiare.

<pronto?!> chiede la voce dal capo opposto del telefono.

<ti va di uscire?> domando.

Flight ✦Luke Hemmings✦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora