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<Mamma ho capito vuoi stare tranquilla?> urlo dalla cima delle scale mentre mia madre mi rivolge uno sguardo assassino chiudendo la valigia.

< mi preoccupo solo per te tesoro, ti stai per trasferire caspita!> esclama esaltata. Chiudo le valigie e guardo per l'ultima volta la mia camera che non vedrò mai più. Mi sto trasferendo a casa di mio fratello a Miami. Così è stato stipulato quando avevo 16 anni.

                                                                                                 INIZIO FLASHBACK

<Ma mamma perché non posso andare anche io?> piagnucolo

<sei troppo piccola per vivere da sola!> urla esasperata mia madre sentendo una delle mie centesime lamentele da un'ora a questa parte.

<ma non sono sola, c'è anche Logan perché lui può e io no?> mi stringo al braccio di mia madre che sospira e guardo mio fratello che però sta zitto

<Zara Johnson ho detto no e basta. Tuo fratello ha 18 anni e tu ne hai 16 sei troppo piccola, quando sarai abbastanza grande lo raggiungerai. Chiusa la questione>

                                                                                          FINE FLASHBACK

<Dai mamma muoviti che siamo anche in ritardo> chiudo la porta di casa e salgo in macchina sospirando. In  fondo un po' la capisco, so che la rende nervosa l'idea di restare da sola.

 Mio padre è morto due anni fa, mio fratello aveva bisogno di staccare, per questo si è trasferito, volevo andare anche io ma mia madre ha opposto resistenza, Logan non poteva fermarlo, ormai era maggiorenne. 

In un'ora siamo all'aeroporto. Pulula di persone che corrono disperate cercando di non perdere i rispettivi voli, mentre tengono le valigie incollate alla loro mano. Altre piangono salutando i propri cari, e poi ci sono io. Avrei fatto anche a meno di trasferirmi, se solo Logan non mi avesse chiamato esaltato, e se solo mia madre non mi avesse costretto ad andarci. A quest'ora sarei nel mio letto, felice a dormire. 

Ironia della sorte vero? 

Sento la voce metallica dell'auto parlante annunciare la partenza del volo Los Angeles- Miami e mi volto verso mia madre che stenta a trattenere le lacrime.

<non ti preoccupare, starai bene> la abbraccio

<non è per me che mi preoccupo, ma per te. Ti prego Zara, comportati bene. Non fare le tue solite bravate e cerca di farti delle amicizie normali. Ti prego> annuisco e mi dirigo sull'aereo. Questi due anni sono stati molto duri per noi. Eravamo sole, io sono cambiata. Dopo la morte di mio padre e dopo che Logan mi ha lasciato da sola, qualcosa dentro di me è cambiato. 

Ho  fatto disperare mia madre, per questo mi sta mandando da mio fratello. Passavo intere notti fuori, bevevo, avevo amici non molto raccomandabili. Sono infuriata con Logan per avermi abbandonato, ma ancora di più con me stessa per aver sofferto.

Mi accorgo che le persone stanno scendendo dall'aereo così mi affretto anche io. Entro dentro all'aeroporto e lo vedo. Seduto su una sedia, lo sguardo sulle scarpe e giocherella con i lacci della felpa. I capelli neri, tirati su in un ciuffo e occhi verdi, proprio come i miei. Per un momento un sorriso prende spazio sul mio viso, ma viene subito rimpiazzato dalla malinconia e dalla rabbia. Alza lo sguardo e sorride venendomi in contro titubante.

<ei...> esorta grattandosi la testa visibilmente nervoso. Non rispondo.

<vado un secondo in bagno e poi possiamo andare> dico seria e lascio cadere le valigie a terra. Mi guardo allo specchio e mi sistemo i lunghi capelli neri leggermente mossi. Mi sciacquo un po' il viso e mi costringo a raggiungere Logan. Lo seguo fino alla sua macchina, entro sedendomi dal lato del passeggero e appoggio la testa al sedile.

ALMOST FRIENDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora