Capitolo 11

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Pov's Emma

«La seconda, eh?» Olive comincia a pensare quello che voleva sapere su di me.

Sorrido: quella ragazza è unica nel suo genere.

Non si ricorda più cosa deve chiedermi.

Nel frattempo, arriviamo agli armadietti e mi appresto ad aprire il mio per prendere il mio libro di letteratura.

«Ah sì! Ho notato da subito che tu e Christian vi somigliate parecchio.. Non è che forse mi nascondi qualcosa?»

Tra tutte le domande che poteva farmi ha scelto questa.

La più insensata, la più stupida domanda sulla faccia della terra.

Sgrano gli occhi, mentre comincio ad urlare:«Cosa?! Ma sei impazzita per caso?! Io e Christian insieme? Ma stai scherzando, vero?! Io e lui non potremmo mai stare insieme»

Non ho mai sentito una domanda così sciocca in vita mia.

Lei, però, sorride, mentre comincia a chiudere l'armadietto.

Nello stesso istante, noto il suo viso diventare improvvisamente pallido, mentre guarda in una direzione precisa.

Seguo il suo sguardo e anch'io non posso far altro che pietrificarmi e alzare mentalmente gli occhi al cielo.

Quell'idiota ha il vizio di arrivare sempre al momento sbagliato.

E ho già capito dalla sua faccia infuriata che ha sentito la nostra conversazione.

Si avvicina ad Olive e le urla in faccia:«Chi ha osato nominare il mio nome vicino a quello di quella ragazza che non fa altro che rompermi le balle, rinfacciandomi di non essere riuscito a rubarle la sua cacchio di verginità?!»

La sua espressione non è delle migliori, mentre mi guarda con aria assassina, mentre io ricambio il suo sguardo con un sorrisetto furbo.

«Uh, ti rode ancora, allora? Mio caro dagli occhi azzurri, cominci a diventare fin troppo prevedibile»

Vedo nel frattempo Enoch parlare con Olive.

Da quando quello lì si affeziona a qualcuno?

A parte Christian e Simon, non è che il ragazzo prende confidenze con qualche altra ragazza.

Ah, no.
Magari quelle tre idiote si impegnano ad ottenere la sua attenzione.

Non faccio in tempo a raggiungere Olive, che Christian mi viene incontro a passo pesante incastrandomi tra lui e il mio armadietto.

Potrò mai avere un po' di privacy?

«Senti, nerina...» lo fermo subito.

«Stop, stop, stop e ancora stop. Senti, mio caro dagli occhi azzurri, non credi di prenderti fin troppe confidenze con me? Va bene che sei un rompiballe, ma non la trovo una buona scusa»

Sorrido innocentemente, mentre lui mi guarda con aria furente stringendo i pugni.

Improvvisamente, si calma e si avvicina pericolosamente a me.

Ripeto: potrò mai avere una vita normale, senza dei rompicoglioni a girarmi tra i piedi?

Stranamente il mio respiro si blocca, mentre lui si avvicina ancora un po', portando le sue labbra al mio orecchio.

«Sai ti potrei chiamare anche in altri modi se solo tu faresti la tua parte, ovvero essere un po' più malleabile e facendosi portare a letto. Questo corpicino non si visita da solo. Soltanto una sbirciatina» sussurra seducente, sfiorandomi la mia camicetta.

Un §orriso sotto le §telle (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora