Capitolo 30

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Nell'immagine: il vestito di Fiona.

Pov's Fiona

Mi sto dirigendo in biblioteca per andare a studiare con Simon.

Il mio Dante mi aspetta.

Ringrazio mentalmente Simon per avermelo ricordato.

«Forza Simon» corro ridendo, cercando di arrivare il più in fretta possibile nel mio rifugio preferito.

Ho lasciato Olive nel corridoio , salutandola appena.

Mi dispiace, Olive, mi farò perdonare.

«Che fretta abbiamo?» mi risponde, ridacchiando.

«Dante non può aspettare. Guai a te se mi contraddisci sullo studio» gli punto un indice contro, voltandomi verso di lui.

Rischio quasi di cadere se non fosse per lui che mi prende per il polso e ci fa fermare per un attimo.

Arrossisco e abbasso lo sguardo.

«Non ti potrei mai contraddire, ma rischiamo di non arrivarci in biblioteca se ti fai prendere dall'euforia» mi osserva divertito.

Guardo i suoi occhi azzurri per un eternità, finché non decido di abbassare di nuovo lo sguardo.

«Devi smetterla di guardarmi» mi sussurra «se continui così mi sciupi. Va bene che sono bellissimo, ma non la trovo una buona scusa»

Mi stacco subito da lui, rossa come un pomodoro e mi volto nella direzione opposta alla sua, incrociando le braccia al petto.

«Su, non è così grave, Fiona» ridacchia lui, mentre io arrossisco ancora di più.

Mi tocca piano le spalle e si china sul mio orecchio.

«Sei così carina quando arrossisci»

Il mio viso si colora sempre più.

«A-andiamo?» cambio discorso per sfuggire a questo imbarazzo.

Mi lascia un bacio sulla guancia:«Va bene, piccolo fiore»

Stavolta proseguiamo in silenzio e per la maggior dei tre piani di scale che mi ritrovo a fare, penso.

Che cavolo di problemi ha, nel baciarmi sulla guancia?

È così bravo a mettermi in imbarazzo in pochi secondi, che non ci posso fare niente.

Sento che mi guarda di sottecchi e ogni tanto anch'io ricambio il suo sguardo.

Per la prima volta, vedo le sue guance colorarsi di poco quando posa i suoi occhi azzurri su di me.

Finalmente, arriviamo in biblioteca e non più in imbarazzo, assaporo il profumo di libri su libri.

«Che buon profumo» sussurro soltanto, con gli occhi chiusi.

«Già» concorda anche lui.

«Nome, prego» dietro a un bancone, la bibliotecaria di mezz'età ci fissa severa.

«Flowers e Carter» rispondo io, cortese.

«Siamo quelli che passano la maggior parte del nostro tempo qui dentro. Possibile che non si ricordi i nostri nomi?» ribatte, però, Simon.

Guarda per un attimo il suo registro:«Mi dispiace deluderla, ma è da un po' che lei non viene più qui, signorino...» si blocca la bibliotecaria.

«Mi prende in giro?» alza un sopracciglio, Simon.

«Carter, signorino Carter» dico con tanta pazienza.

«Bene, signorina Flowers. Si vede che tra voi due, l'educata sia lei. Potete andare»

Un §orriso sotto le §telle (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora