Capitolo 25

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Pov's Olive

Non sono mai stata una gran chiacchierona, per chi mi conosce sa di certo che la mia timidezza supera di gran lunga le mie chiacchiere.

È per questo che vado così tanto d'accordo con Fiona, ma in questo periodo sto imparando ad aprirmi un po' di più e questo mi rende molto felice.

Forse il mio essere tanto timida si sta abbassando un po'.

Tutti questi miei pensieri mi fluisco in testa solo perché in questo momento sto chiacchierando con Enoch.

Per chi lo conosce, può sembrare scorbutico e antipatico, ma in realtà ha un cuore veramente grande e anche se non si direbbe è anche gentile e premuroso.

«Sembri un folletto con quel cappellino» ridacchia seduto sul suo letto.

Io sono davanti a lui e lo guardo divertita a gambe incrociate.

Indosso un piccolo cappellino appartenente a Christian e faccio facce buffe per far passare un po' il tempo, prima di cena.

«E cos'hai contro i folletti?» incrocio le braccia al petto.

«Niente, è solo che sono tanto nani. In effetti, guardandoti da vicino sembri un piccolo folletto»

«Io non sono nana» faccio finta di essere infastidita«e di sicuro non sono un folletto»

«E poi allora dovresti spiegarmi perché c'è l'ha Christian, questo cappello. Lui non è sicuramente nano»

Enoch ridacchia e io mi unisco a lui.

«Non vorresti lasciare scuola?» mi chiede di punto in bianco.

Io lo guardo, sbattendo di poco le palpebre, confusa.

«Fare qualcos'altro oltre a studiare?»

Ci rifletto per un attimo:«Non credo che i miei genitori avrebbero voluto questo. Voglio dire, prima o poi dovrò lavorare, ma avere delle buone basi di studio è importante»

Enoch mi guarda molto attentamente:«Tu hai una risposta per ogni cosa. Sei incredibile, Olive»

Arrossisco di poco:«Beh, ti ringrazio»

«E poi ne abbiamo parlato l'altra volta» sorrido e lui ricambia immediatamente.

Il suo sorriso è così sincero e pieno d'amore che mi viene da sorridere ancora di più.

«Grazie» dico soltanto.

«Per che cosa?» mi guarda confuso.

«Anche se mio padre mi manca, sono sicura che sarebbe rimasto molto soddisfatto dell'averti insegnato come si fa un sorriso sincero. Ti ringrazio infinitamente»

Mi abbraccia e io mi accuccio sul suo petto.

È così bello stare tra le sue braccia, è come stare tra le braccia di mio padre, è molto confortante.

Mi stacco da lui e lo guardo molto attentamente.

«È come se ti avessi già visto. Come se ti conoscessi già da un po' di tempo. Sei sicuro che non ci siamo già visti?»

«Non credo» risponde dopo un po' di incredulità.

Lo osservo molto intensamente e noto le sue guance colorarsi di poco.

Inclino di poco la testa confusa.

Cerco di sforzarmi nel ricordarmi qualcosa di lui, subito dopo esce fuori.

«Stai tranquilla, non ti succede niente, sono qui per aiutarti» sento una voce parlarmi da dove mi trovo io, cioè per terra, su un mucchio di macerie credo.

Un §orriso sotto le §telle (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora