Capitolo 19

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Nella foto, i letti della camera di Olive, Fiona ed Emma.
Io me li sogno così, ma voi potete immaginarveli come volete.

Pov's Olive

Il primo suono che sento appena sveglia è il bussare di una mano sulla porta all'esterno della camera mia, di Fiona e di Emma.

Da quanto mi ricordi, oggi è sabato, anzi ne sono sicura, perché Emma ieri pomeriggio era contenta che fosse l'ultimo giorno di lezione, non faceva altro che saltellare da tutte le parti all'interno della nostra stanza e io, dopo un bel po' di dubbi nel seguirla o meno, mi sono lasciata andare, contagiata da tutta quell'allegria.

Fiona, al contrario, non era per niente di buonumore e ci ha rinfacciato di essere delle pelandrone e che la scuola è molto importante per il nostro futuro.

Non c'è bisogno di dire che Emma le si è avvicinata e l'ha scossa cercando di farla tornare in sé, mentre io ridacchiavo, divertita per quella scena.

Ad ogni modo, ora sono qui che mi giro e rigiro, cercando di ritrovare una postazione comoda, per ritornare a dormire.

Comincio a mugolare e mi metto il cuscino alle orecchie, sentendo quel suono farsi più insistente.

Non volendo svegliare anche Fiona ed Emma, mi alzo di malavoglia dal mio comodo letto e mi avvio alla porta, non curandomi del mio aspetto.

Apro la porta:«Chi è?» sono pronta ad insultare chiunque abbia avuto il coraggio di svegliarmi a quest'ora; anche i professori, se necessario.

Ma quando incrocio i miei occhi in quelli scuri appartenenti a mio fratello, non riesco proprio ad arrabbiarmi.

Victor, come Fiona, ha il potere di rendermi calma con un semplice sguardo e con un sorriso, proprio come quello che ha in questo momento.

Lo guardo interrogativa e mi stropiccio un occhio, ancora assonnata:«Cosa ci fai qui, Victor?»

Sento dei colpi di tosse e delle risatine mal trattenute e dietro Victor posso vedere benissimo i tre dagli occhi azzurri che mi squadrano dall'alto al basso divertiti.

«Che bel pigiama che hai, Olive» è Christian che comincia il discorso, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di mio fratello.

Quest'ultimo mi indica la spalla e quando guardo arrossisco all'istante.

Mi aggiusto subito la bretellina caduta molto probabilmente durante la notte e che lasciava poco spazio all'immaginazione.

Continuano comunque a ridere e ormai so di avere le gote arrossate, mentre svio lo sguardo intenso di Enoch.

Come al solito, la serata di ieri sera sulle stelle è stata spettacolare, ma ha anche i suoi contro e questo si può vedere e sentire dalle risate di Christian e Simon.

Esco fuori dalla mia stanza e chiudo la porta per non svegliare Emma e Fiona.

Mi guardo per vedere se c'è ancora qualcosa fuori posto, mentre mi slego l'elastico dai capelli aggiustandomeli con le dita.

«Che ci fate qui?» ripeto la domanda a Victor, considerando che è l'unico con cui si può ragionare e parlare.

«Sono le dieci ed ero preoccupato dato che non vi eravate ancora svegliate. Non hai dormito bene?» risponde Victor apprensivo.

Istintivamente, i miei occhi vanno a incontrare quelli azzurri di Enoch e ci ritroviamo tutti e due a sorridere, ridacchiando.

Mi rivolto verso Victor:«Si, non ho dormito molto bene. È per questo che mi sono svegliata così tardi. Anzi a dir la verità, se non fosse stato per voi quattro, io starei ancora dormendo»

Un §orriso sotto le §telle (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora