Sette 🔥

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Il primo istinto di Kate fu quello di allontanarsi. Quando era piccola sua mamma glielo aveva sempre ripetuto: "mai accettare passaggi  dagli sconosciuti". Ma i piedi le facevano veramente male, e poi l'avvocato McCain non era proprio uno sconosciuto... pensò alla faccia che Luke avrebbe fatto se l'avesse vista in quel momento. Sicuramente gli avrebbe dato fastidio. Beh, te lo meriti. "Grazie avvocato, in effetti mi farebbe comodo un passaggio" disse con un sorriso.

L'interno della macchia era comodo e spazioso. La radio accesa trasmetteva della musica classica. "Alla fine non siamo riusciti a presentarci come si deve" disse Roger. "Mi chiamo Kate Brooks" "Splendido nome! Dove ti porto Kate?" Kate storse il naso sentendo quel tono così confidenziale che le sembrava eccessivo, ma gli diede comunque il suo indirizzo. "Quindi è vero che i suoi clienti hanno fabbricato delle false prove per incastrare la signora Worland?" gli chiese ad un tratto, a bruciapelo. Roger non si scompose "io non ne sapevo nulla. Ho accettato l'incarico e mi sono fidato di quello che i miei clienti mi hanno raccontato, mai mi sarei aspettato una cosa del genere". Kate lo squadrò, dubbiosa. "Ti assicuro Kate che ciò che mi spinge a fare questo lavoro è l'amore per la giustizia e la legalità... di certo lo stesso non si può dire per l'avvocato Skøndar." Kate sobbalzò "Che intende dire?" "Io e Skøndar siamo stati compagni di stanza all'università. Ragazzo brillante, senza dubbio. E molto ambizioso. Ma vedi, fin da allora si capiva che più che dall'amore per la legge, Luke era spinto dalla voglia di vincere, a qualunque costo. Come pensi sia riuscito a recuperare quel testamento?" Kate rimase in silenzio per un attimo "Non saprei..." "Te lo dico io: Luke ha contatti con la malavita. In passato ha difeso e fatto uscire di prigione dei criminali e in cambio di tanto in tanto chiede dei favori. Quel testamento è stato rubato dallo studio del notaio, dove i miei clienti l'avevano probabilmente nascosto." "Beh ma l'ha fatto per aiutare la signora Worland! È stato necessario!" ribatté Kate d'impulso. Una parte di lei voleva disperatamente difendere Luke. Roger le lancio uno sguardo compassionevole. "Oh Kate, non essere ingenua. L'ha fatto per vincere, punto. È così che riuscito a fare carriera." "Perché mi dice queste cose? L'avvocato Skøndar è comunque il mio capo" replicò lei, irritata. "Sei invaghita di lui, vero?" Kate arrossì "No! Mi da solo fastidio che si parli male del mio datore di lavoro" "Ascoltami Kate" disse lui fissandola negli occhi "Ti sto dicendo queste cose perché mi sembri una brava ragazza. Luke non può continuare così per molto. Fin'ora l'ha fatta franca, ma presto i suoi contatti con criminali e i suoi metodi non saranno più un segreto. E allora cosa credi che succederà? Perderà tutto. E tu come sua segretaria personale rischi di essere coinvolta." Kate si rabbuiò: sapeva che quello che le stava dicendo Roger era vero, era il motivo per cui aveva litigato con Luke poco prima, il motivo per cui era ben decisa a licenziarsi. Eppure sentirlo dire da qualcun altro le provocava una piccola fitta al cuore. "Sono grande abbastanza per fare le mie scelte da sola, mr McCain" rispose freddamente. Lui sorrise "Senza dubbio. Ma se mai dovessi scegliere di cambiare studio, questo è il mio biglietto da visita. Mi servirebbe proprio una segretaria" Kate lo prese, incerta. "Io sono arrivata, grazie del passaggio" disse bruscamente, scendendo dalla macchina. "Mi raccomando, pensaci!" le gridò Roger mentre scompariva dietro l'angolo.

Kate si avviò verso il suo portone, sentendo una strana sensazione stringerle lo stomaco. Si era pentita di aver accettato quel passaggio. Frugò nella borsa, alla ricerca delle chiavi di casa. Oh no, dannazione! Non c'era traccia delle chiavi, probabilmente nella fretta di uscire quella mattina le aveva dimenticate dentro casa. Non aveva altra scelta, doveva tornare nel suo ufficio dove ne teneva una copia. Fanculo. Non ne poteva più, voleva solo entrare a casa, levarsi quel tubino stretto e farsi un bagno caldo e un bicchiere di vino, cercando di dimenticare quella giornata orrenda. Ma non ho altra scelta. Lentamente, si incamminò in direzione dello studio legale.

Ding! Le porte dell'ascensore si aprirono sul corridoio del suo piano. Kate perlustrò l'area con gli occhi: via libera, nessun segno di Luke. Si avviò verso la sua stanza quando all'improvviso un tonfo attirò la sua attenzione. Poi un altro tonfo, seguito da un rumore di vetri infranti. Ma che diamine sta succedendo? I rumori provenivano dalla stanza di Luke. Oh no. Ancora un tonfo, ancora vetri infranti. Cazzo. Non poteva rimanere lì impalata, doveva andare a controllare. Si avvicinò alla porta, bussando con forza. "Tutto bene lì dentro? Mr Skøndar, è lei?". Nessuna risposta, ma ancora un altro tonfo. Senza più nessuna esitazione, Kate spalancò la porta.

Lo spettacolo che mi palesò davanti ai suoi occhi era agghiacciante: la stanza di Luke era stata devastata, come se ci fosse passato un ciclone. Libri per terra, posacenere di cristallo in frantumi. E poi c'era Luke, disteso sulla sua poltrona con la testa rovesciata all'indietro. Un fortissimo odore di alcool invadeva la stanza. Due bottiglie di whisky giacevano per terra, mentre una quasi finita era rovesciata sulla scrivania e il liquido colava sui documenti. "Mr Skøndar??! Diosanto cosa è successo?" Kate corse verso di lui. Gli occhi di Luke erano annebbiati. Farfugliò qualcosa in una lingua che Kate non capì. Cazzo, è ubriaco. Sulla scrivania notò anche un blister di pillole misteriose. Kate impallidì. E non solo ubriaco. "Luke! Luke, riesce a sentirmi?" disse, scuotendolo delicatamente. Lui emise un suono lamentoso. Kate gli passò una mano sulla fronte: scottava. Non può restare qui. Frugò nelle tasche della giacca di lui, trovando un mazzo di chiavi e la carta di identità dove era riportato l'indirizzo di casa. "Va bene Luke, ora la porto a casa" disse ad alta voce, mentre dal telefono chiamava un taxi.

Riuscire a trascinare Luke dentro il taxi si rivelò un'impresa: Luke era troppo ubriaco per reggersi in piedi da solo e Kate doveva cercare di sorreggerlo. Mentre erano sui sedili del taxi lui mormorava frasi scomposte e si lamentava. Kate cercò di telefonare a Jeon, aveva disperatamente bisogno del parere di un infermiere, ma l'amico non era raggiungibile. Quando arrivarono al grattacielo dove si trovava l'appartamento di Luke, Kate dovette chiedere l'aiuto al taxista per riuscire a trascinarlo dentro casa. Finalmente, con molti sforzi, riuscirono a trasportarlo nel suo letto. "La ringrazio infinitamente" disse al taxista, allungandogli i soldi. "Si figuri signorina. Il suo fidanzato lì sta messo male eh? E' fortunato ad avere una ragazza premurosa come lei!" rispose l'uomo allontanandosi. "Non è il mio fidanzato, è il mio capo!" avrebbe voluto rispondere.

Disteso a letto, Luke continuava ed emettere deboli lamenti. Preoccupata, Kate tentò di contattare nuovamente Jeon. "Pronto tesoro? Sono di turno ora, non posso parlare" "Jeon! Grazie al cielo hai risposto, è un'emergenza!" "Eh? Cosa è successo?" "E' lunga da spiegare, ma sono a casa del mio capo e lui è ubriaco e probabilmente si è preso qualche pillola, la sua fronte scotta e si lamenta e non so che fare sono nel panico" "Sei a casa di Luke Skøndar??" "Ti prego Jeon ti puoi concentrare, si sono a casa sua ma ora ho bisogno di sapere cosa fare" "Innanzitutto niente panico. Bagnagli la fronte spesso, e se si alza per vomitare aiutalo. Cerca di fargli bere acqua. E non lasciarlo solo. Ora devo veramente scappare Kate ma cerca di stare calma e fai quello che ti ho detto. Poi domani mi spiegherai bene cosa diamine è successo." "D'accordo, ricevuto. Grazie mille Jeon".

Kate chiuse la telefonata e sospirò. Luke sembrava essersi assopito, ma il suo sonno era tormentato e continuava ad agitarsi. Kate allungò la mano, sfiorandogli dolcemente la fronte bollente e scostandogli una ciocca di capelli. Perché l'hai fatto Luke? Perché cerchi di distruggerti in questo modo? Pensò. La aspettava una lunga notte.


**** SPAZIO AUTRICE***

Ciao a tutti! Non c'è niente da fare, per quanto sia arrabbiata Kate non riesce a voltare le spalle al suo avvocato bello e maledetto! ^^ e la notte è ancora luuga! Vediamo che succederà! ;)

Grazie per le letture e i commenti, sono importantissimi per me e mi fanno felice!

baci, Zoe

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