Sedici 🔥

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Kate alzò la testa da tavolo che aveva usato come scrivania. Si sentiva esausta e gli occhi le bruciavano. Aveva lavorato senza sosta per tutto il giorno, china sui documenti e gli articoli di giornale alla ricerca di nuovi collegamenti. Si sentiva frustrata: continuavano a spuntare moltissime coincidenze sospette, ma come aveva detto Luke "le coincidenze non sono prove"... ma allora quel lavoro serviva davvero? Sarebbero mai riusciti ad arrivare da qualche parte? Doveva fidarsi di Luke, della sicurezza che ostentava? Il brontolio del suo stomaco interruppe quel fiume di pensieri. Controllò l'ora: erano quasi le otto. Luke sarebbe dovuto rientrare a momenti... sicuramente era passato in ufficio dopo le udienze in tribunale. Kate per un attimo valutò l'idea di cominciare a preparare qualcosa per cena, ma non si sentiva a suo agio nell'armeggiare in una cucina che non era la sua. "E poi al diavolo, non sono mica la sua mogliettina che deve accoglierlo con la cena pronta! Mi ha fatto rimanere in casa tutto il giorno quasi come se fossi in punizione" rifletté, irritata. Doveva assolutamente chiarire quel punto, poteva anche accettare l'idea di una convivenza e di dover avere Luke sempre alle spalle come un bodyguard, ma non avrebbe tollerato ancora il restare a casa così, mentre lui andava in giro continuando la vita di sempre. Sospirò, riordinando meticolosamente i documenti e facendo spazio sul tavolo. La luce del sole che iniziava a tramontare inondava l'appartamento dalle ampie vetrate. Kate si avvicinò ai vetri, ammirando il panorama. Quell'attico era senza dubbio meraviglioso con quella vista mozzafiato sulla città e sull'oceano . Eppure allo stesso tempo era così... "freddo. Proprio come lui" pensò. Si guardò intorno: il pianoforte nero, i divani di design, la vetrina con gli alcolici in bella vista, il tavolo moderno... c'era qualcosa che mancava in quella casa, un dettaglio strano che non riusciva a realizzare... poi all'improvviso le venne in mente: fotografie! Non c'erano fotografie da nessuna parte. Niente foto con la famiglia, o con amici, o di Luke da bambino, insomma niente che rivelasse qualcosa del suo passato. "Impenetrabile, proprio come lui". Spinta dalla curiosità si avviò verso la camera da letto di Luke. L'ultima volta che c'era stata beh, non aveva fatto molto caso ai dettagli. Ma ora poteva osservare tutto con attenzione: il grande armadio a muro meticolosamente ordinato, il letto, i comodini moderni... un particolare attirò la sua attenzione: uno dei cassetti del comodino aveva una serratura. Era strano, perché gli altri cassetti non l'avevano. Si avvicinò, incapace di trattenersi, e provò a tirare verso di sé: era chiuso a chiave. Certo, sarebbe potuto essere un semplice cassetto dove tenere dei soldi, o degli oggetti di valore, eppure qualcosa, forse l'istinto, l'attirava verso quel cassetto misterioso. In quel momento sentì la porta d'ingresso spalancarsi e il rumore dei passi di Luke che entrava nell'appartamento.  "Kate?" "Merda". Si allontanò di scatto, sentendosi terribilmente in colpa per quella curiosità improvvisa, e andò incontro a Luke. "Eccomi ero...ehm in bagnò" mentì, sperando che il suo tono non la tradisse.

Nella sala principale Luke si era tolto la giacca e si stava allentando la cravatta. "Ho preso della pizza" le disse, indicando due cartoni fumanti dai quali proveniva un odore delizioso. "Oh. Grazie..." "Come è andata oggi? trovato qualcosa?" "Ho trascritto tutte le nuove potenziali coincidenze su un foglio e ordinato documenti con i rispettivi articoli di giornale. Non è stato il massimo rimanere chiusa in casa" commentò, con tono piccato. Luke sospirò e si passo una mano sul viso. "Immagino. In effetti non è stato il massimo da parte mia lasciarti qui" disse. "Quindi stai cercando di farti perdonare con delle pizze?" Luke le rivolse uno sorriso irresistibile "Con delle pizze e tutto il mio charme" Kate sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Non fare quella faccia. Sei adorabile quando sei incazzata miss Brooks, mi fai venir voglia di farti arrabbiare ancora di più" " L'unica voglia che mi fai venire tu è quella di andarmene da qui il prima possibile" borbottò velocemente, sperando che lui non notasse che era arrossita. Luke alzò le mani in segno di resa "Va bene, messaggio recepito. Non preoccuparti, oggi ho chiesto un po' di favori ad alcuni amici, ci daranno una mano ad incastrare quelli della Stjärna." Kate sentì in brivido di inquietudine scorrerle lungo la schiena "che tipo di favore? e quali amici? Non mi piace per niente come suona" "Come ho già detto, non devi preoccuparti" "Sai com'è, l'ultima volta che non mi sono preoccupata sono finita rinchiusa in una casa non mia senza poter uscire da sola perché un esponente di un gruppo mafioso svedese potrebbe farmi del male, quindi scusa se le tue rassicurazioni non mi tranquillizzano per niente!" stava alzando la voce. Luke fece un altro sospiro. "Dai iniziamo a mangiare o si fredda tutto". Kate non sopportava questo suo modo di tagliare così i discorsi ma si rendeva conto di non avere altra scelta. In silenzio prese la sua pizza e iniziò a tagliare una fetta. "Che muso lungo, e io che speravo che la pizza avrebbe rallegrato la serata" commentò Luke in tono ironico mentre si versava della birra. Kate sbatté il coltello sul tavolo, esasperata. "Va bene, vuoi rallegrare la serata? allora facciamo un gioco"

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