Quindici 🔥

3.6K 79 10
                                    

Kate aprì gli occhi confusa, svegliata dal suono di musica classica che proveniva dal corridoio e si infilava prepotentemente nella sua stanza. La luce del sole filtrava debolmente dalle tende tirate. Per un attimo si guardò intorno spaesata, non riuscendo a ritrovare nessun elemento familiare in quella stanza. Sbatte le palpebre più volte, allungando la mano per cercare il telefono: erano le sette in punto. "Sono nella stanza degli ospiti di Luke Skøndar" realizzò finalmente, alzandosi e cercando a tentoni l'interruttore della luce. Da fuori il suono della musica era sempre più intenso. Kate controllò rapidamente la propria immagine sul piccolo specchietto che in genere portava in borsa per accertarsi di essere presentabile prima di uscire dalla camera: come tutte le mattine i capelli erano arruffati e gli occhi gonfi e aveva disperatamente bisogno di un caffè. Controllò mentalmente anche lo stato del pigiama: pantaloni e maglietta ampi che le coprivano diligentemente gambe e braccia, così da evitare ogni possibile imbarazzo. "Okay" pensò, non era il massimo ma poteva uscire. Aveva in mente di puntare dritta verso il bagno e riuscire a sciacquarsi la faccia prima di incontrare Luke che sicuramente era già in piedi. Fece un profondo respiro e aprì la porta, affacciandosi timidamente sul corridoio. "Buongiorno bella addormentata! Non è un po' tardi? Mi aspetto un po' più di disciplina da chi lavora con me!" "Ma sono solo le set-" provò a protestare, ma la scena che le comparve davanti agli occhi la fece ammutolire: Luke era a petto nudo, evidentemente appena uscito dalla doccia, con solo un asciugamano avvolto in modo precario intorno alla vita a coprirlo. Piccole goccioline d'acqua gli scorrevano ancora sul petto e sulle braccia muscolose e Kate si ritrovò a fissare imbambolata il corso di una di queste, che dai pettorali di Luke stava scorrendo verso il basso, scivolando sugli addominali scolpiti e proseguendo sulla peluria che partiva da sotto l'ombelico fino ad arrivare a... "Signorina Brooks? E' sveglia o sta dormendo in piedi?" Luke ghignava soddisfatto, perfettamente consapevole dell'effetto che aveva provocato. Kate si riscosse, avvampando, e fece istintivamente un passo indietro perdendo l'equilibrio e rischiando di schiantarsi contro la porta che aveva richiuso alle sue spalle. "No! Si! Cioè... si! sono sveglia! Io... ecco..." farfugliò, non riuscendo più a ricordare cosa voleva dire. Sentiva la sua mente completamente svuotata e l'unica cosa che riusciva a processare era l'immagine di Luke Skøndar mezzo nudo davanti a lei. "Sono solo le sette" riuscì finalmente a dire con un filo di voce. "Appunto, è tardi! Io sono sveglio da un'ora" sentenziò Luke, marciando verso la cucina apparentemente senza alcuna intenzione di rivestirsi. Kate si lanciò verso nel bagno, chiudendosi a chiave con il cuore il cuore che batteva all'impazzata. Venne accolta dall'odore del dopobarba di Luke mischiato al suo profumo che impregnava l'aria, dandole l'impressione che fosse lì accanto a lei. "Iniziamo male, malissimo" borbottò alla sua immagine allo specchio. Si lavò il viso più volte con l'acqua ghiacciata, spazzolò i denti e passò nervosamente il pettine tra i capelli per calmarsi finché non ebbe l'impressione di aver ripreso il controllo. Controllò nuovamente la sua l'immagine: aveva ancora le guance arrossate, ma non poteva rimanere tutta la mattina chiusa in bagno.

Si avviò verso la sala principale della casa da dove proveniva un profumo di toast e caffè. Luke era lì, ancora senza vestiti addosso, intento a spalmare il burro sul toast e a fischiettare a tempo della musica che proveniva dall'impianto stereo. "Non c'è niente di meglio di un po' di Wagner di prima mattina, non trovi? Questo è il mio pezzo preferito, la cavalcata delle valchirie". Kate si avvicinò cautamente, imponendosi di fissare lo sguardo altrove. "Potresti coprirti, per favore? Non è molto professionale questa cosa" mormorò. "Sono coperto" ribatté Luke, girandosi verso il frigo per prendere del succo di arancia. Ora che le dava le spalle Kate non poté fare a meno di notare la sua schiena muscolosa e dei segni che sembravano proprio graffi lasciati da unghie femminili... "merda, merda" avvampò di nuovo e girò la testa di scatto fissando le vetrate "anzi se proprio devo dirla tutta, sto facendo un grande sforzo signorina Brooks, di solito giro per casa nudo" aggiunse Luke con tono fintamente rammaricato. "E comunque, direi che ci siamo visti in situazione ancora meno professionali. Caffè? Succo di arancia?" proseguì, con un sorrisetto divertito. Per un secondo Kate prese in considerazione l'idea di rovesciargli il caffè bollente addosso. "Così non va, dobbiamo stabilire delle regole." "Dobbiamo? Questa è casa mia, al massimo le faccio io le regole" Kate lo ignorò " Regola numero uno, in casa si deve avere almeno l'80% del corpo coperto." Luke alzò gli occhi al cielo "Regola numero 2, è severamente proibito accennare a quello che è successo. Basta battute, basta menzionarlo. Regola numero tre...." Kate si bloccò. La regola numero tre sarebbe dovuta essere "esci dalla mia testa" ma non poteva certo dirlo ad alta voce. "Mi piace la numero tre, sarà l'unica che rispetterò" commentò Luke sarcastico. Kate gli lanciò un'occhiata esasperata. "Per favore, puoi sforzarti di collaborare per una volta? Lo so che per te è tutto un gioco e una sfida, ma questa situazione è difficile per me. E non mi stai aiutando per niente." Luke rimase in silenzio per qualche secondo. "Va bene. Non pensavo di turbarti così tanto" finì di bere il suo caffè in un sorso. "E comunque, non è un gioco per me" era serissimo ora, ogni traccia di sarcasmo era scomparsa. Si avvicinò a lei, fissandola negli occhi. Poteva sentire il suo respiro sul suo viso, quegli occhi verdi imperscrutabili che sembravano in grado di leggerla dentro, la mascella stretta in un'espressione indecifrabile. Le loro fronti si sfiorarono, erano vicinissimi ora. La musica di Wagner inondava la stanza e Kate poteva sentire il suo cuore battere a ritmo incalzante di quella melodia. Poi Luke distolse lo sguardo, allungò la mano verso il telecomando per spegnere lo stereo e si allontanò verso la camera. La sala piombò nel silenzio. Kate rimase a fissare i resti della colazione, mordicchiando a malavoglia il toast. I cambiamenti repentini di Luke la sfinivano, era come cercare di risolvere un rompicapo, ogni volta che pensava di aver fatto un passo avanti finiva in realtà per tornare al punto di partenza.

"Ci vediamo stasera. C'è un altro scatolone di vecchi documenti da ispezionare e una pila di giornali. Mi aspetto di trovare altri collegamenti tra la Stjärna e i casi irrisolti di quegli anni" Luke era uscito dalla sua stanza perfettamente vestito nel suo solito completo elegante. "Cosa? Ma io... devo andare in ufficio! C'è un sacco di altro lavoro da fare, gli appuntamenti, l'agenda..." "Niente ufficio oggi. Io vado in udienza e tu puoi stare qui a lavorare su quello che ti ho detto. E' la massima priorità, prima troviamo qualcosa prima finiamo questa convivenza." Il tono di Luke era rude e distaccato. Uscì senza darle il tempo di ribattere, chiudendosi violentemente la porta dell'appartamento alle spalle. Kate rimase spiazzata per qualche secondo, chiedendosi perché quel tono la feriva così tanto. "Vaffanculo!" urlò alla stanza vuota. Era un vaffanculo rivolto a quella situazione assurda, a sé stessa che ci era finita in mezzo, e a Luke che continuava incasinarle la testa.


********

SPAZIO AUTRICE

Ecco la musica che Luke ascolta la mattina... d'altronde lui stesso si sente un po' un dio nordico (poco modesto il ragazzo😁) , non poteva che ascoltare Wagner!

[ GIOCO PROIBITO ]🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora