Capitolo 17

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Scarlett quel pomeriggio doveva svolgere un lavoro di gruppo con dei compagni del corso di biologia animale e per evitare di impiegare troppo tempo a pranzare a casa decise di comprarsi un panino in uno dei piccoli bar al di fuori dell'università.
Una volta preso il suo pranzo, si diresse in un luogo tranquillo e un po'più appartato rispetto ai tavoli nel cortile pieni di studenti. Così guardò se nelle vicinanze c'era una panchina libera, ma purtroppo era tutto occupato; gli unici posti liberi erano le gradinate vicino al campo di football. Quindi si avviò in quella direzione e una volta arrivata decise di posizionarsi nell'ultima fila più in alto.
Nel frattempo notò che nel campo si trovavano alcuni ragazzi intenti ad allenarsi e il coach stava gridando ordini senza il minimo contegno.
Fortunatamente quel pomeriggio il sole era velato dalle nuvole e di conseguenza non c'era il caldo afoso, cosa che avrebbe reso molto più difficoltosi gli allenamenti.
Dopo venti minuti la ragazza udì il suono del fischietto da parte dell'arbitro e questo stava ad indicare che l'allenamento era giunto al termine, così i giocatori si precipitarono negli spogliatoi per cambiarsi e farsi una doccia.
Scarlett finì il suo pranzo e dopo di che iniziò a scendere i numerosi scalini degli spalti, facendo attenzione a non inciampare in uno di essi. In seguito si diresse verso la strada ghiaiata che conduceva all'università attraversando il giardino colmo di vegetazione e incrociò la strada di alcuni ragazzi che avevano appena terminato l'allenamento. La ragazza non fece molto caso a chi fossero, ma con la coda dell'occhio scorse qualcosa di familiare. Si voltò in quella direzione e vide un ragazzo di spalle a torso nudo ed entrambe le sue braccia erano decorate con numerosi tatuaggi che le sembravano familiari. Difatti, non appena il ragazzo si voltò, Scarlett riconobbe il volto di Justin e non sapendo come comportarsi decise di proseguire il suo cammino verso l'edificio antico.
Da quando si erano incontrati alla mostra d'arte i due non avevano ancora scambiato una parola e Scarlett sentiva una punta di disagio ogni volta che lo intravedeva. Non sapeva come comportarsi e la stessa cosa sembrava valere anche per lui, quindi per il momento l'unica soluzione era evitarsi. Ma prima o poi era ovvio che si sarebbero incrociati e a quel punto non rimaneva altro che provare a chiarire la faccenda.
Ma per il momento la ragazza non voleva pensarci e così si lasciò alle spalle il campo di football, per poi proseguire all'interno della struttura.
Si diresse verso l'area studio che si trovava a piano terra e fortunatamente trovò già lì i suoi compagni di corso. Quando raggiunse il gruppo fu accolta da vari saluti che lei ricambiò all'istante, in seguito si andò a sedere in una delle sedie libere attorno al tavolo blu posto in mezzo alla grande stanza.
«Da dove iniziamo?» domandò una ragazza cinese.
«Potremmo fare a votazione sull'argomento da scegliere per la ricerca» propose un ragazzo dai capelli di un biondo chiaro.
Il resto del gruppo annuì in assenso e a quel punto ognuno scelse un animale sul quale gli sarebbe piaciuto svolgere ricerche. Dopo di che ebbero inizio le votazioni e il risultato arrivò in poco tempo: il gruppo di ragazzi scelse un tipico animale dell'India e così la ricerca ebbe inizio.
Passarono svariate ore dove si susseguirono ricerche in diversi siti internet o libri scolastici e stesura degli appunti presi. Tutte queste nuove notizie affascinarono molto Scarlett e con il passare del tempo si immerse completamente nel progetto, perdendo la cognizione del tempo. Dopo di che, gli appunti furono pronti e tutti insieme si impegnarono per metterli insieme in un'unica ricerca.
Un ragazzo del gruppo si occupò di formulare un'introduzione appropriata, mentre gli altri iniziarono a svolgere diverse attività. Scarlett, ad esempio, si cimentò nella ricerca di immagini e cercò inoltre di riassumere alcuni dei concetti più complicati in schemi semplici. Tutti i componenti del gruppo si impegnarono in modo da ottenere un buon giudizio dal professore: ognuno di essi fece la propria parte di lavoro ed in questo modo nessuno avrebbe sprecato meno energie, per poi guadagnarsi comunque una buona valutazione. Difatti Scarlett si trovò molto bene a lavorare con quei ragazzi.
Soltanto nel tardo pomeriggio la ricerca giunse al termine. In seguito il gruppo di ragazzi si salutò ed ognuno prese la propria strada per il ritorno. Scarlett decise di tornare a casa con l'autobus, in modo da non dover disturbare sua sorella per farsi venire a prendere in macchina, quindi si diresse verso la fermata.
Una volta lì, guardò gli orari e sfortunatamente l'autobus era passato da pochi minuti, mentre il successivo era dopo circa venticinque minuti. Nel frattempo il cielo cominciò a scurirsi, abbandonando le varie sfumature rosacee del tramonto e un'aria leggermente più fresca iniziò a scompigliare la chioma della ragazza.
La stagione estiva era ormai finita da qualche settimana, ma Scarlett si ostinava ad indossare vestiti leggeri, anche per il fatto che durante alcune giornate la temperatura ritornava ad essere calda e afosa.
D'un tratto il rumore di un motore davvero assordante per i gusti di Scarlett, catturò la sua attenzione e quando si voltò vide una di quelle auto sportive alquanto eccessive. Non riuscì a capire chi stava al volante, ma sicuramente doveva trattarsi di qualcuno molto ricco, perché quasi nessuno degli studenti universitari poteva già permettersi un'auto del genere. Dall'altro lato del parcheggio un ragazzo con in spalla il suo zaino salì sul veicolo dal colore bianco perlato che dava all'automobile un aspetto molto elegante e raffinato. A quel punto la ragazza riconobbe l'auto: essa apparteneva a Justin e Nolan, era certa di ricordarsela.
Dopo di che, l'auto ripartì e passò di fianco a Scarlett, producendo nuovamente il forte rumore del motore. Ma prima che l'auto potesse superare del tutto Scarlett, si fermò e lentamente tornò di qualche metro indietro fino a raggiungere la figura ferma della ragazza. Lei osservò la sua immagine riflessa nel finestrino oscurato dell'auto e il suo sguardo assunse un'aria interrogativa. Non aveva la minima idea di chi si trovasse all'interno dell'auto in quel momento, ma non appena il finestrino dalla parte del passeggiero si abbassò la ragazza tirò un sospiro di sollievo e sorrise divertita. La testa bionda di Nolan fece capolino dal finestrino e il ragazzo salutò l'amica imitando il comportamento dei vip, come quando salutavano i fans dalle loro macchine costose.
«Ciao Nolan!» disse Scarlett tra una risata e l'altra. In seguito una seconda voce maschile emerse dall'auto: «Possiamo andare?» Apparteneva a Justin e dal suo tono si poteva dedurre che era infastidito da quella situazione. Nolan lo ignorò completamente e si rivolse ancora a Scarlett, stavolta con un comportamento normale.
«Stai aspettando l'autobus?» domandò il biondo. Scarlett annuì e subito dopo Nolan con un grande sorriso la invitò ad accettare un passaggio. Nel frattempo, dal lato del conducente Justin lanciò uno sguardo fulminante al fratello e represse l'istinto di ucciderlo con le proprie mani. Ma anche questa volta Nolan lo ignorò spudoratamente.
«Sei molto gentile, ma posso tranquillamente aspettare l'autobus» rispose Scarlett.
La ragazza cercò in ogni modo di evitare lo sguardo di Justin e soprattutto di declinare l'offerta molto gentile del fratello, ma esso sembrava molto determinata a convincere l'amica.
Dopo infiniti tentativi da parte di Nolan, la ragazza decise di accettare e così  salì a bordo dell'auto sportiva. Il viaggio cominciò e un altro suono assordante riempì l'ambiente circostante, attirando l'attenzione di alcuni passanti.
«Grazie ancora» Scarlett ringraziò i due ragazzi e l'unica risposta che ottenne fu da parte di Nolan.
«È un piacere per noi» rispose Nolan, lanciando poi uno sguardo di vittoria al fratello. Quest'ultimo rispose alzando ulteriormente il volume della radio, in modo da rendere difficile la conversazione tra Scarlett e Nolan.
Il biondo sospirò e si girò verso i sedili posteriori per rivolgersi a Scarlett.
«Dove abiti?» chiese Nolan. La ragazza gli riferì l'indirizzo e all'udire il nome del quartiere Nolan le disse che era uno dei migliori quartieri dove abitare. I due ragazzi cercarono di conversare ancora un po', ma il suono della musica sovrastava le voci e furono costretti ad interrompere la chiacchierata.
Nolan allora decise di abbassare il volume della radio, che in quel momento stava trasmettendo musica elettronica decisamente non piacevole alle orecchie di Nolan e Scarlett. Justin, però, rialzò il volume all'istante e si beccò un'occhiataccia da parte del fratello.
«E voi cosa ci facevate in università a quest'ora?» domandò Scarlett dopo un po'. La domanda sembrava rivolta ad entrambi i ragazzi, ma Scarlett sapeva che l'unica risposta che avrebbe ricevuto sarebbe stata quella di Nolan. Difatti quest'ultimo le rispose: «Dovevamo terminare gli allenamenti di football»
Per tutta la durata del viaggio, Justin non disse una parola e si limitò a guidare e concentrarsi sul ritmo della musica picchiettando l'indice della mano destra sul volante seguendo il tempo. Sembrava immerso nei suoi pensieri e quando Nolan cercò di richiamare la sua attenzione, ci impiegò qualche istante a concentrarsi su quello che gli stava domandando il fratello.
«Mi ha appena mandato un messaggio Amber» iniziò Nolan «E mi ha chiesto di raggiungerla in un bar qui vicino. Quindi potresti accostare qui?»
Dal sorriso raggiante e pieno di dolcezza sulle labbra del biondo, Scarlett capì che la ragazza in questione doveva essere la sua fidanzata o comunque qualcuno di molto speciale per Nolan. Quest'ultimo si girò verso Scarlett e la salutò con la solita allegria e dopo di che si girò verso Justin.
«Ci pensi tu ad accompagnarla a casa?» chiese a Justin, che subito dopo sbuffò e alzò gli occhi al cielo, non curandosi delle occhiatacce di Nolan.
«Certamente! Non aspettavo altro che diventare un taxista personale» rispose Justin con tono pieno di sarcasmo. Nolan per tutta risposta alzò gli occhi al cielo e prima di andarsene invitò Scarlett a sistemarsi nel sedile davanti, in modo da stare più comoda. Dopo di che il ragazzo si allontanò dall'auto e prima di scomparire tra la folla lanciò uno sguardo di avvertenza al fratello.
Scarlett osservò la figura di Nolan allontanarsi e dopo di che esso scomparve tra le numerose persone e le luci dei vari negozi.
«Allora?» Scarlett si riscosse e realizzò di essersi praticamente imbambolata a guardare fuori, così spostò lo sguardo sull'unico ragazzo rimasto nell'auto. Justin indicò con un cenno del capo la portiera anteriore lasciata aperta da Nolan e guardò la ragazza con aria spazientita. Scarlett sospirò e scese dall'auto per poi risalire ritrovandosi accanto Justin, intento a fissarla. In quel momento, Scarlett si maledisse per la sua scelta di aver accettato il passaggio in auto. Non aveva voglia di passare del tempo da sola con Justin, anche perché ormai non riusciva più a capire nessuno dei suoi comportamenti strani. Ma nonostante tutto cercò di comportarsi il più normale possibile.
L'auto ripartì e Scarlett si concentrò sul paesaggio all'esterno che si era popolato di numerose luci di vari colori, le quali si riflettevano sulla superficie del mare alla sua destra.
Ad un certo punto Scarlett ebbe l'impressione di essere osservata, quindi si voltò e difatti trovò Justin che la stava fissando insistentemente. Ma esso non disse una parola e dopo di che un silenzio intenso calò tra i due.
«Sei diventata muta?» chiese Justin d'un tratto. Scarlett scosse la testa e dopo di che ammise che non aveva la minima idea di quali argomenti trattare con lui; Justin per tutta risposta alzò le spalle essendo nella stessa situazione della ragazza. Ma nessuno dei due sembrava dare troppo peso alla situazione.
Scarlett nel frattempo iniziò a riconoscere le strade che scorrevano oltre il finestrino e questo stava ad indicare che erano quasi arrivati a destinazione. Passarono su un ponte che regalava una splendida vista sul oceano e sulla città, ma la cosa che catturò l'attenzione di Scarlett fu il paesaggio riflesso sull'acqua. La superficie era calma e priva di onde e questo produceva il perfetto riflesso della città illuminata, come una fotocopia.
«È meraviglioso» si lasciò sfuggire la ragazza. Justin si voltò e dopo aver notato l'espressione affascinata della ragazza, si prese qualche secondo per osservare il panorama, nonostante fosse una cosa abituale dato che passava spesso per quella strada. Ma si ritrovò ad essere d'accordo con Scarlett: era uno spettacolo bellissimo.
«Ti vuoi fermare?» domandò Justin rallentando con l'auto. Scarlett annuì e il ragazzo fece accostare l'auto in una piccola piazzetta sul punto più alto del ponte ed entrambi scesero dal veicolo. Si avvicinarono alla ringhiera di metallo da dove si potevano ammirare perfettamente tutte le luci della città, ma Justin si mantenne ad una certa distanza.
Scarlett non ebbe bisogno di spiegazioni riguardo al comportamento del ragazzo perché le tornò alla mente l'episodio sulla terrazza, dove Justin si era comportato allo stesso modo a causa delle vertigini.
Così, Scarlett decise di scattare qualche foto in modo da riuscir a trasformare il paesaggio in un futuro dipinto.
D'un tratto Justin si avvicinò alla ragazza di qualche centimetro e puntò lo sguardo all'altezza del suo collo. In seguito esso prese tra le mani il ciondolo d'argento che pendeva dal collo della ragazza e lo rigirò lentamente tra le dita. Justin lo osservò con attenzione e riuscì a capire che si trattava del muso di un lupo impegnato da ululare verso il cielo.
«Ti piacciono i lupi?» chiese Justin.
«Si, sono degli animali incredibili» rispose lei. Difatti Scarlett amava gli animali selvaggi e il lupo era di certo quello che preferiva in assoluto; non sapeva bene il motivo di questa adorazione, ma fin da piccola ne era sempre stata affascinata.
Justin fece ricadere il ciondolo sulla pelle di Scarlett, ma continuò a tenere lo sguardo fisso su di esso. La ragazza accarezzò con dolcezza il ciondolo e i ricordi iniziarono a riempirle la mente.
Ricordava ancora molto bene una delle giornate passata in montagna con la sua famiglia quando era molto piccola. Fu lì la prima volta che vide dal vivo un lupo. Se lo ritrovò a pochi metri di distanza, durante un corsa nel bosco con sua sorella. L'animale era rimasto fermo, come se volesse semplicemente osservarla da lontano. Lei fece lo stesso e riuscì ad ammirare tutta la bellezza di quell'animale. Venne interrotta dal padre, che corse in suo soccorso e con un urlo cacciò l'animale. La piccola Scarlett pianse a lungo e sperò con tutto il cuore che un giorno lei e il lupo si sarebbero rincontrati. E fu per il suo sesto compleanno che la madre decise di regalare quel ciondolo che portava al collo ancora adesso. Non se ne era mai separata da quel giorno e difatti era molto speciale per lei.
Scarlett si riscosse dai suoi pensieri e rivolse la sua attenzione a Justin, che nel frattempo stava ancora fissando il ciondolo. Dopo qualche istante sul viso di Justin comparve un'espressione contrariata riguardo all'opinione della ragazza su quegli animali.
«Sono animali pericolosi e con un brutto carattere» commentò Justin.
Scarlett si limitò ad alzare le spalle in segno di noncuranza: in fondo erano solo opinioni ed ognuno aveva la propria.
«Faresti meglio a non avvicinarti troppo però» aggiunse Justin, avviandosi verso l'auto. Scarlett lo imitò e subito dopo commentò: «Sarebbe molto difficile, dato che ci troviamo in Australia, non credi?»
Ma Justin non accennò nemmeno mezzo sorriso e la sua espressione rimase completamente seria. L'argomento terminò lì ed entrambi si sistemarono sui sedili dell'auto, per poi riprendere il viaggio.
Nei restanti minuti di tragitto nessuno dei due fiatò e stavolta il silenzio che regnava tra loro era strano, pieno di mistero.
Justin tenne lo sguardo fisso sulle machine che occupavano la strada, mentre Scarlett di tanto in tanto gli lanciava qualche occhiata di nascosto, come per cercare di scoprire cosa passasse nella mente del ragazzo.
Arrivarono all'appartamento di Scarlett e una volta scesa dall'auto bianca, la ragazza ringraziò per il favore. Justin la salutò con un cenno del capo e subito dopo il rumore assordante del motore riempì la via alberata.

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