Capitolo 35

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La colorazione cupa delle acque del mare trasmetteva a Scarlett una vaga sensazione di malinconia. Non sapeva esattamente il motivo, ma era come se c'era qualcosa che le mancava terribilmente.
Magari le mancavano semplicemente quei giorni dove tutto sembrava andare alla grande a Sydney e per la testa aveva solo pensieri riguardanti l'università e il ragazzo per cui provava dei sentimenti. Adesso però era tutto cambiato.
Osservò le acque agitate sotto ai suoi piedi e capì che quel giorno il suo umore sembrava essere esattamente come quelle onde, estremamente irrequieto.
Scarlett tenne lo sguardo fisso sulle onde del mare per altri istanti che le parvero infiniti e in seguito si decise a spostare la sua attenzione sul ragazzo accanto a lei. Si limitò a fissarlo con uno sguardo alquanto gelido, lasciando che esso capisse quanto fosse contrariata di essere lì. Justin la fissò di rimando, ma il suo sguardo lasciava trapelare solo angoscia e rimorso.
«Non doveva andare così» iniziò lui con un sospiro. «Avrei dovuto spiegarti tutto con calma e forse a quel punto avresti capito, senza provare tutto questo terrore e angoscia a causa di Herman» aggiunse.
Scarlett rimase in silenzio, ma sapeva che quelle parole erano colme di verità. L'episodio del rapimento e tutte le conseguenze l'avevano letteralmente traumatizzata, lasciandola in uno stato continuo di allerta riguardo ad ogni minima cosa. E inoltre non era già più in grado di vivere in quel modo, doveva trovare una soluzione per affrontare tutto ciò.
«Non tutti siamo come Herman, almeno per lo stile di vita e i modi di fare, mentre per l'aspetto purtroppo si. Ma devi assolutamente sapere che io non ho mai pensato e provato a farti del male, mai» disse Justin, guardandola negli occhi blu. Scarlett si sentì trapassare da quello sguardo e per qualche istante credette a quelle parole sul serio. Ma in seguito le tornarono alla mente i giovani che si erano trovati con strani morsi sul collo e numerosi dubbi sul fatto che il responsabile poteva essere Justin le invasero la mente.
«E invece hai preferito fare del male a tutti quei ragazzi di cui si parla sui giornali e in televisione?» indagò la ragazza sicura di sé.
Justin le rivolse uno sguardo stranito, ma subito dopo sembrò capire di cosa stesse parlando. Non rispose subito e sul suo volto comparve poco a poco un'espressione colpevole.
«Ne ero certa» commentò Scarlett con disprezzo. Ma il ragazzo si voltò di scatto verso di lei e scosse ripetutamente la testa.
«Non sono stato io!» si difese. Ma subito dopo abbassò la voce e aggiunse: «O almeno non del tutto. All'inizio, quando io ed Herman eravamo ancora molto amici, avevamo un modo sbagliato per divertirci e così abbiamo iniziato a nutrirci di persone completamente ubriache che il giorno dopo non avrebbero ricordato niente. E così abbiamo continuato per parecchio tempo. Ma poi qualcosa è cambiato da parte mia e ho deciso di smettere di mordere persone solo per semplice divertimento. Herman, però, non l'ha presa bene e continuava a cercare di convincermi che in realtà questa è la nostra vera natura e quindi non possiamo farci niente. Purtroppo da una parte è vero» spiegò Justin e subito dopo un'espressione affranta si disegnò sul suo volto.
Scarlett ascoltò con attenzione e una miriade di sentimenti confusi si fecero strada in lei: era estremamente arrabbiata per il fatto che Justin avesse fatto una cosa del genere, ma anche sollevata dal fatto che avesse capito che non era la cosa più giusta da fare; questo però non cambiava il fatto che Justin aveva ferito delle persone e a questo punto Scarlett pensò persino che il responsabile della morte della donna fosse Justin. Sperò con tutto il cuore che si stesse sbagliando.
«E che mi dici della donna sconosciuta che è morta proprio davanti a me? Anche lei aveva un morso sul collo e adesso finalmente so cosa le è capitato» disse la ragazza, riportando alla mente quella terribile sera.
«In quel caso posso giurarti che il responsabile non sono io, infatti quando mi hai raccontato tutto ciò sono rimasto molto sorpreso» rispose Justin. Scarlett decise di fidarsi di quelle parole e così chiese: «Potrebbe essere stato Herman?»
  Accanto a lei, Justin annuì con aria molto pensierosa e ripensò alle parole di Scarlett riguardo alla morte della donna. Si ricordò inoltre che le aveva raccontato che quella donna sembrava essere fissata con il ciondolo a forma di lupo che portava Scarlett al collo, ma non si era ancora scoperto il motivo. Justin allora si chiese se quella donna non fosse già a conoscenza del mondo soprannaturale e che quindi sapesse qualcosa riguardo al ciondolo che avrebbe potuto tornarle utile. Ma lui non aveva idea di cosa avrebbe potuto trattarsi.
«Penso che ti stava tenendo d'occhio da un po'» disse Justin riguardo a Herman. «E io non me ne sono nemmeno accorto, sono stato uno stupido» aggiunse con aria affranta.
Scarlett sospirò e osservò per qualche istante il ragazzo, riempiendo la testa di troppi pensieri. Con estrema lentezza e calma stava imparando a reprimere la paura che provava a stare a così poca distanza da Justin, fino a tal punto che riuscì quasi a rilassarsi del tutto.
«Non è colpa tua, almeno non del tutto» rispose Scarlett. «Ma avresti potuto dirmi cosa fossi in realtà» puntualizzò.
Justin si voltò verso di lei e per qualche secondo rimase in assoluto silenzio, in seguito sulle sue labbra comparve un piccolo sorriso che fece apparire un'espressione confusa sul volto della ragazza. Così, essa gli domandò per quale motivo stesse sorridendo e nel frattempo si sistemò meglio sulla dura roccia, avvicinandosi leggermente al vampiro.
«Non hai più paura» disse Justin, ma Scarlett continuava a non capire il motivo di quel sorriso. «Posso sentire i battiti del tuo cuore che sono tornati normali, segno che non provi più timore nel starmi vicino» spiegò allora lui.
Solo a quel punto la ragazza si rese conto che le parole di Justin erano vere: d'un tratto si sentiva quasi a suo agio accanto a lui e il pensiero che fosse un vero vampiro sembrava essere passato in secondo piano. Le era rimasta una folle curiosità riguardo a quel nuovo mondo che le aveva stravolto la vita e adesso voleva saperne di più.
«Quindi ogni volta che eravamo insieme riuscivi a capire cosa sentivo?» domandò lei, ma più che una domanda suonò come un'affermazione. Difatti Justin non si scomodò nemmeno a risponderle e si limitò a sorridere con sguardo pieno di furbizia.
«Ero così convinto che ti fosse piaciuto quel nostro primo bacio alla mostra perchè ho sentito cosa provavi in quel momento e quando ne parlavamo sapevo che mentivi» spiegò lui e dopo di che si permise di godersi l'espressione confusa e imbarazzata di Scarlett. Quest'ultima cercò di evitare il suo sguardo e quindi spostò l'attenzione su alcuni passanti intenti a fotografare il grande faro.
  Passarono svariati minuti di silenzio e nessuno dei due osò interrompere quella quiete. Quel luogo aveva catturato la completa attenzione della ragazza e ogni particolare le sembrava magnifico. Inoltre lo stesso sembrava valere anche per Justin.
«Nolan mi ha detto quanti anni avete in realtà» disse d'un tratto Scarlett, sempre con lo sguardo fisso sull'orizzonte.
«E ti spaventa questo fatto?» domandò lui, ma subito dopo ebbe la risposta senza dover attendere quella della ragazza.
I suoi battiti erano regolari, segno che in fondo non provava paura. Questa abilità che caratterizzava i vampiri era una delle cose che Justin preferiva in assoluto, era utile e sopratutto riusciva ad essere sempre un passo avanti in modo da sapere come comportarsi.
«No» rispose Scarlett con sincerità. «Penso solo che è assurdo che in questo momento sto parlando con qualcuno che ha vissuto per oltre cent'anni. Insomma, tu e Nolan avete assistito a moltissimi cambiamenti e avete conosciuto persone di ogni epica, è incredibile» aggiunse.
«È vero, ma non è stato così semplice. Durante gli anni abbiamo dovuto cambiare ripetutamente città per non destare sospetti riguardo al nostro aspetto immutabile e quindi non abbiamo mai avuto una vera e propria casa. Abbiamo viaggiato per quasi tutto il mondo, conosciuto ogni cultura e tradizione, scoperto posti incredibili, persino imparato a parlare ogni lingua del posto in cui vivevamo. Ma niente di tutto ciò può sostituire la nostra vita qui a Sydney» spiegò Justin, riportando alla mente i numerosi anni passati.
La ragazza ascoltò con curiosità e non poté far altro che provare un po' di invidia per tutto quello che avevano potuto vedere lui e Nolan durante gli anni. Le sarebbe piaciuto vedere la società e le città trasformarsi in quello che per lei ora era la normalità. Inoltre le venne in mente la stanza di Justin piena di statuine e gingilli provenienti da vari luoghi del mondo, e si chiese se avessero un significato più profondo rispetto al semplice piacere di portare con sé un ricordo di ogni luogo.
«Dove sei nato?» chiese Scarlett.
«Québec, in Canada» rispose lui. «Ai tempi era solo un piccolo paese dove ci conoscevamo tutti, mentre adesso è diventata una grande città piena di attrazioni. Inoltre fin da quando ero piccolo c'erano già molte creature soprannaturali e infatti è proprio per questo che adesso sono un vampiro» spiegò.
«E anche Nolan è nato in Canada?» domandò lei con curiosità, anche perchè durante la conversazione con Nolan non le aveva detto quali fossero le sue origini.
«No, lui è nato qui in Australia. Dopo aver avuto me, nostra madre si è dovuta allontanare all'istante da mio padre e così ha deciso di trasferirsi a Sydney, dov'era sicura che non sarebbe stata trovata. Qui ha conosciuto il padre di Nolan e così è nato lui. Per un periodo di tempo abbiamo vissuto in un villaggio sperduto nell'entroterra e gli abitanti principali erano dei licantropi, ma siamo riusciti a convivere in assoluta pace con loro» Justin fece una pausa e per qualche minuto tenne lo sguardo fisso sulle onde del mare, immerso completamente nei suoi ricordi.
«Come sei diventato un vampiro?» chiese Scarlett dopo un po' e si meravigliò del fatto che avesse pronunciato la parola vampiro con una strana normalità.
«Dopo alcuni anni di convivenza pacifica con i lupi, il padre di Nolan ha iniziato a frequentare delle strane persone agli occhi miei e di mio fratello, inoltre ogni volta che si avvicinavano al villaggio venivano cacciati dagli abitanti. Sembrava che ogni licantropo provasse un odio profondo per essi, ma all'inizio non capivamo il motivo. Dopo uno strano periodo dove il padre di Nolan scompariva misteriosamente ogni notte, mia madre ha scoperto cosa fossero in realtà le persone che stava frequentando: erano vampiri, i primi presenti in Australia a quell'epoca.
Una sera il mio patrigno è tornato a casa diverso, sembrava essere diventato un'altra persona e quando i licantropi lo hanno trattato con lo stesso odio che provavano per quelle strane persone, abbiamo capito cos'era successo. Esso si era fatto trasformare in un vampiro perchè credeva che fosse la soluzione migliore ad ogni cosa e un nuovo modo per vivere la nostra vita. In seguito, quando io e Nolan eravamo ormai cresciuti, suo padre ci ha trasformato senza darci spiegazioni e così siamo stati costretti ad abbandonare per sempre la nostra vecchia vita. Mia madre non ha reagito bene alla faccenda e per questo motivo si è ritrovata ad odiare un secondo uomo che pensava di amare; nel frattempo io, Nolan e suo padre siamo stati cacciati dal villaggio e nostra madre riuscivamo a vederla in rare occasioni. Con il tempo ho iniziato ad odiare alla follia quell'uomo, ma non potevo fare niente perchè sapevo che avrei ferito Nolan terribilmente. Un giorno sono tornato da mia madre ma era troppo tardi, era già morta da qualche mese ormai e ho scoperto che il responsabile era proprio il mio patrigno. A quel punto non ho potuto trattenermi e così l'ho ucciso con le mie stesse mani, non curandomi del dolore che avrei causato a mio fratello. Da quel momento io e Nolan ci siamo sempre presi cura l'uno dell'altro, nonostante le numerose divergenze che abbiamo avuto durante tutti questi anni, e adesso siamo solo noi due» Justin terminò il lungo racconto con un sospiro carico di tristezza e la ragazza non osò immaginare cosa avesse dovuto passare nella sua lunga vita.
Era ancora tutto così assurdo e per un momento stentò a credere che quegli avvenimenti fossero davvero accaduti così tanto tempo fa. Inoltre le sembrò quasi di riuscire a sentire il dolore che stava provando Justin in quel momento e ebbe la tentazione di avvicinarsi per stringerlo forte a sé, in modo da farli capire che nonostante tutto lei gli sarebbe rimasta accanto.
Dopo un profondo respiro, Scarlett abbandonò titubante la sua postazione distanziata e si avvicinò al ragazzo. Quest'ultimo di voltò di scatto verso di lei e la fissò con uno sguardo colmo di stupore, ma anche sollievo nel vedere che finalmente essa aveva abbandonato le sue paure.
Scarlett non ebbe bisogno di ragionare a lungo sul fatto se stesse facendo o no la scelta giusta: si avvicinò lentamente al volto di Justin e per qualche istante rimasero immobili a fissarsi, lasciando che ognuno riuscisse a leggere lo sguardo dell'altro. In seguito la ragazza si avvicinò ulteriormente e lasciò un delicato bacio sulle labbra di Justin.

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