Capitolo 34

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Vampiri, licantropi e stregoni. Tutte creature che Scarlett aveva sempre conosciuto solo grazie alla mitologia o ai racconti che inventava la madre prima che si addormentasse. Ma non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe incontrato tutto ciò nella vita reale e specialmente di essere coinvolta nelle faccende soprannaturali. Eppure era successo proprio questo.
Anche dopo tutte le varie spiegazioni da parte di Nolan, Scarlett stentava a credere a tutto ciò. Cercava di convincersi che si trattasse di un sogno molto lungo e che prima o poi si sarebbe risvegliata normalmente. Ma purtroppo le cose non potevano andare così.
Quindi l'unica cosa che le rimaneva da fare era cercare di accettare il tutto e cercare un modo per sopravvivere a questo nuovo mondo. Così, per due giorni interi non fece altro che rimuginare sulla faccenda e nel frattempo cercò di vivere una vita più normale possibile. Ma nel profondo sentiva che ormai tutto era completamente cambiato. Difatti la ragazza era in uno stato perenne di terrore e ansia, come se ogni minima cosa la spaventasse a morte.
Una mattina arrivò all'università con un leggero ritardo e per questo motivo in giro per i corridoi c'erano pochissime persone. Quando dovette attraversarne uno completamente vuoto, l'ansia prese il sopravvento e ebbe la sensazione di essere seguita da qualcuno.
Questa sensazione le riportò alla mente il ricordo della terribile sera durante la quale aveva assistito alla morte di quella misteriosa donna. Quella sera aveva avuto la netta sensazione di essere osservata da qualcuno, ma era riuscita a scorgere solo un'ombra in fondo alla strada e nient'altro. Ma adesso potè pensare che quella persona fosse stata proprio Herman, che già allora la teneva d'occhio per la futura vendetta. In questo modo esso aveva avuto tutto il tempo necessario per studiare le abitudini della ragazza, vedere chi frequentava e dove le piaceva passare il tempo a Sydney.
Scarlett allora capì all'istante che il morso sul collo della donna era potuto essere stato causato quasi sicuramente da Herman e questo provocò ulteriore odio nei suoi confronti da parte della ragazza.
Era certa che se si fosse trovata davanti ancora una volta quel vampiro lo avrebbe preso a schiaffi per tutto quello che le aveva fatto passare, malgrado sapesse che non avrebbe avuto nessuna chance di avere la meglio. Ma restava tutto nella sua immaginazione.
A quel punto ripensò anche a tutti i giovani che si erano ritrovati con una strana ferita sul collo dopo alcune feste e molto probabilmente anche in questi casi il responsabile era il suo rapitore. La mente di Scarlett, però, iniziò a vagare da sola e in seguito le insorse un dubbio terribile: e se il responsabile fosse Justin? Era una possibilità che la ragazza non voleva tralasciare.
  Dopo aver attraversato il più veloce possibile il corridoio vuoto, Scarlett arrivò finalmente nell'aula giusta e solo allora si calmò. Lì trovò la sua amica Grace che la stava attendendo con un grande sorriso stampato sul volto, ma essa notò immediatamente l'espressione preoccupata di Scarlett. Quest'ultima si avvicinò al posto libero accanto a Grace e la salutò cercando di apparire il più normale possibile.
«Sei sparita» osservò Grace e dopo di che rivolse all'amica uno sguardo indagatore.
«Si, scusa. Ho avuto un impegno improvviso per la questione di mio padre» mentì Scarlett. Sul suo volto comparve un triste sorriso: ormai stava diventando abile nel mentire alle persone a cui teneva e inoltre sembrava che esse ci cascassero alla grande. Non avrebbe mai voluto essere costretta a comportarsi così, ma purtroppo era l'unica soluzione.
Durante i due giorni in seguito alle spiegazioni di Nolan, lei aveva ragionato molto su tutto ed era arrivata alla conclusione che mantenere segreto quel nuovo mondo soprannaturale era la soluzione migliore. Anche perchè se avesse cercato di raccontare tutto a qualcuno l'avrebbero di certo presa per pazza.
Inoltre, durante questi due giorni Scarlett evitò in tutti i modi possibili di incrociare Nolan tra i corridoi dell'università e fortunatamente ci riuscì. All'inizio si era preoccupata anche di evitare Justin, ma in seguito aveva notato che da quando lei aveva fatto ritorno a casa esso sembrava non essere presente a nessuna lezione. Quindi era un pensiero in meno.
  La mattina del terzo giorno però, Scarlett parcheggiò la sua auto al solito posto e dopo di che spostò lo sguardo sul resto delle macchine lì. Notò immediatamente la brillantezza che caratterizzava l'auto di Justin e questo le provocò un forte giramento di testa. Non aveva le forze per incontrarlo quel giorno e tantomeno parlarci. Quindi si diresse quasi correndo verso l'aula di biologia animale e fortunatamente intravide la porta giusta a pochi metri di distanza. Ma una mano bloccò la sua corsa.
Scarlett si voltò di scatto e vide che dietro di lei si trovava proprio Justin che le stava tenendo un polso. A quel punto la ragazza spalancò gli occhi e si guardò attorno in cerca di una via di fuga o un aiuto, ma nessuna delle persone sembrò fare caso a loro due.
Allora cercò di liberarsi da quella stretta in modo da allontanarsi il più possibile e fortunatamente Justin mollò la stretta sul suo polso. Scarlett fece per voltarsi e incominciare a correre, ma fu nuovamente bloccata dalla mano di Justin.
«Scarlett non voglio farti del male» disse Justin a bassa voce. «Voglio solo spiegarti come stanno le cose» aggiunse supplicante.
«Lasciami andare» riuscì a dire Scarlett. Essa sembrava essere immobilizzata sul posto e anche se Justin mollò nuovamente la presa lei non fu in grado di fare un passo.
Il volto demoniaco che aveva visto Scarlett sul volto di Justin la sera del suo rapimento, le tornò alla mente e represse in tutti i modi l'istinto di urlare lì in mezzo al corridoio colmo di studenti.
«Non ti farò niente, lo giuro. Voglio solo parlare» disse Justin, addolcendo il tono di voce.
«So già tutto. Adesso vattene» disse Scarlett e nel frattempo evitò il suo sguardo. Ma Justin ovviamente non si arrese.
«Hai parlato con Nolan, adesso tocca a me» disse lui, stavolta in modo più duro. Scarlett scosse ripetutamente la testa e lo pregò con lo sguardo di lasciarla in pace.
«Ti prego Scarlett» disse il ragazzo e dopo di che si avvicinò lentamente a lei, cercando di afferrarle una mano con delicatezza. Ma Scarlett si ritrasse bruscamente e lo fissò terrorizzata.
Provava una paura folle mai provata prima e anche solo la presenza del ragazzo la faceva innervosire molto, non osò immaginare se avesse deciso di accettare le sua spiegazioni faccia a faccia. Non avrebbe potuto reggere.
«Ti prego» disse ancora. «Ti prometto che starò a molta distanza e non farò niente che possa spaventarti. Voglio solo spiegarti meglio cosa è successo e come comportarti con tutte quelle persone che nascondono la propria natura, come me» continuò.
Scarlett non disse niente, ma questa volta ebbe il coraggio di portare lo sguardo nelle sue iridi verdastre. In quegli occhi riconobbe il ragazzo che aveva conosciuto e per il quale provava un forte sentimento, ma capì che in realtà non era più così. Lei non conosceva più Justin, le sembrava un estraneo con un terribile segreto e una vita non normale. E per quanto riguardava i sentimenti nei suoi confronti, non era più sicura nemmeno di quelli. Era tutto un casino assurdo.
Di fronte a lei, Justin sospirò e dopo di che fece un passo indietro per allontanarsi dalla ragazza.
«Non ti chiedo di parlare ora, ma puoi pensarci. Ti ripeto che non ti torcerò nemmeno un capello e sarai completamente al sicuro con me» spiegò lui. «Se deciderai di accettare le mie spiegazioni ti aspetterò oggi alle sei del pomeriggio a Watsons Bay, dove in fondo troverai un parco con un grande faro bianco e rosso. Sarò lì ad aspettarti se deciderai di venire» concluse.
  Scarlett lo fissò senza dire una parola e Justin ricambiò lo sguardo, cercando di farle capire quanto fosse dispiaciuto e pentito per tutta quella storia. Successivamente fu lui ad andarsene per primo e così Scarlett rimase completamente da sola in mezzo a studenti che non aveva nemmeno mai visto. Osservò la figura di Justin allontanarsi fino a che esso non scomparve dietro ad un angolo.
Così, entrò nell'aula e durante tutta la lezione non ascoltò nemmeno una parola che uscì dalla bocca del professore. Era come se la sua mente si fosse staccata da suo corpo.
Non riusciva a pensare ad altro che allo sguardo di Justin colmo di dispiacere, ma in fondo ricordava alla perfezione che tipo di creatura fosse. In seguito, però, ripensò a Nolan e capì che la paura che prova inizialmente a stargli vicino era ormai diminuita, nonostante durante quei giorni avesse fatto il possibile per evitarlo. Il punto era che se in qualche modo era riuscita a mettere da parte la paura con Nolan, poteva succedere la stessa cosa con Justin.
Quando finì l'ora di lezione, Scarlett si riscosse dai suoi pensieri e uscì dall'aula con una decisione ben precisa in mente. E con quel pensiero passò il resto della giornata, tra lezioni e chiacchierate con Grace.
  Quando arrivò a casa era pomeriggio inoltrato e Scarlett passò del tempo con la sorella maggiore. Decisero di rimanere in casa a svolgere alcune faccende casalinghe e questo permise a Scarlett si distrarsi un po'.
Ma al termine di tutto la ragazza spostò lo sguardo sul orologio ed esso indicava che mancava mezz'ora alle sei del pomeriggio. A Scarlett sembrò di aver perso un battito e dopo di che fece un respiro profondo. Avrebbe mantenuto la sua decisione riguardo all'incontro con Justin e per questo motivo si diresse in camera sua, chiedendosi poi la porta alle spalle.

Justin arrivò al luogo del presunto incontro con un quarto d'ora di anticipo. Parcheggiò la sua auto in una via alquanto stretta e dopo di che si diresse verso la strada sterrata che portava fino al termine della penisola. Camminò per svariati minuti e attorno a lui regnava un silenzio assoluto, se non per il lento fruscio delle chiome dei numerosi alberi a causa della leggera brezza che c'era.
Quando arrivò al termine del percorso si ritrovò davanti il grande faro che permetteva alle imbarcazioni di raggiungere il porto della città durante la notte. La struttura era caratterizzata da grandi righe bianche alternate a quelle rosse e sul suo tetto si trovavano numerosi gabbiani intenti a rilassarsi. Di tanto in tanto passava qualche persona e alcune di esse si fermava a fotografare il meraviglioso paesaggio che si poteva godere da quel punto della penisola.
Justin si posizionò sul terreno roccioso e lasciò che i piedi penzolassero oltre la grande parete rocciosa che si innalzava dalle turbolente acque marine. Quel pomeriggio il mare era scosso da onde maestose ed esse si andavano a scagliare proprio contro scogliera, quindi al di sotto dei piedi penzolanti del ragazzo.
Ci andava spesso in quel luogo, fin da quando era arrivato a Sydney per la prima volta diversi anni fa. Lì era in grado di trovare dei momenti di completa pace e sembrava che ogni pensiero scomparisse tra il frastuono che provocavano le onde contro la roccia. Ed era proprio questo che amava di quel luogo.
Inoltre era in grado di posizionarsi a stretto contatto con il precipizio, proprio dove si trovava in quel momento, senza provare il minimo timore riguardo all'elevata altezza che lo separava dal mare sottostante. Non sapeva il motivo di tutto ciò, ma era come se le vertigini scomparissero.
Watsons Bay era anche un luogo che gli permetteva di ricordare la sua vita passata, che ormai sembrava essere talmente distante dal presente che pareva essere solo un sogno di una vita perfetta. Nelle acque di quel blu intenso riusciva a vedere il volto di sua madre e gli sembrava persino di udire la sua voce che viaggiava in compagnia dell'ululato del vento.
Ma ogni volta si rammentava che era semplicemente la sua mente che gli faceva vedere e sentire quelle cose. Però questo non gli impediva di provare sempre una forte emozione.
Anche questa volta Justin si lasciò abbandonare nei ricordi e in tutte quelle emozioni che cercava in ogni modo di nascondere. Ma ultimamente sembrava essere un lavoro impossibile, specialmente quando si trattava di avere nei paraggi Scarlett.
Adesso la sua preoccupazione maggiore era sperare con tutto il cuore di riavere accanto a se proprio quella ragazza e di conseguenza sperò che essa avesse deciso di venire all'incontro. Ma il tempo continuava a scorrere velocemente e di lei non c'era traccia.
Per un momento Justin pensò che stesse aspettando a vuoto e che quindi Scarlett avesse deciso di non concederli la possibilità di spiegare.
Ma dopo qualche istante Justin percepì una nuova presenza nelle vicinanze del faro e così si voltò di scatto. Esso si lasciò sfuggire un sorriso e tirò un sospiro di sollievo nel vedere la figura di Scarlett intenta ad osservarsi attorno spaesata. Sul volto aveva un'espressione colma di agitazione, ma anche decisamente sicura.
A quel punto Justin si alzò dalla roccia sul quale era seduto e si avvicinò lentamente alla ragazza, che quando lo vide gli fece un lieve cenno con la mano.
Così, il ragazzo tentò di avvicinarsi ancora ma lei indietreggiò immediatamente e questo fece capire a Justin che era meglio se rimaneva esattamente dov'era. Quindi si voltò e tornò a sedersi sul precipizio della scogliera e intanto attese che la ragazza si avvicinasse da sola.
Scarlett prese un profondo respiro e si andò a sedere imitando Justin, ma si tenne a qualche metro di distanza.
Dopo di che il suono delle onde riempì completamente il silenzio carico di tensione che c'era tra i due.

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