PROLOGO III - LA MAEGI E LA BAMBINA

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L'abitazione verso cui era stato indirizzato si trovava alla periferia di Doraspiga

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L'abitazione verso cui era stato indirizzato si trovava alla periferia di Doraspiga. Un edificio modesto come del resto l'intero villaggio di agricoltori. I pilastri in legno si alternavano a grossi macigni posti l'uno sopra l'altro, il tutto sormontato da un bruno tetto di paglia rimestato a fango secco.
Una grassa gatta pezzata lo fissava da lassù con i suoi grandi occhi gialli, sdraiata pigramente sotto i raggi del sole. Lucianus non riusciva a capacitarsi del perché i suoi superiori l'avessero spedito in un simile posto di merda, tutto per raccogliere le testimonianze di una rozza villica.
No, non se ne capacitava... non con in circolazione qualcuno che andava raccogliendo un enorme esercito di demoni, chissà a quale scopo.

Serrò la mano guantata di cuoio e diede tre colpi secchi contro la porta, rimanendo in attesa. La donna aprì di lì a poco; davvero rivoltante a vedersi: sopra il labbro si raccoglieva una folta peluria ispida, gli occhi piccoli e rotondi lo squadravano dal palco flaccido delle guance cadenti, mentre un paio di incisivi sporgevano dalla bocca costantemente semi-aperta.
La donna aveva i capelli raccolti sotto una cuffia dal bianco ingiallito, e le sue vesti erano ancora incrostate dello sporco di lunghi anni.
«Sia quattro volte benedetto il Sole.» esordì la donna, baciandogli la mano.
«Quattro volte sia benedetto.» replicò, come da rito «È stata lei a inviarci una segnalazione?»
Per un attimo la donna rimase perplessa, poi parve riaversi.
«Oh, sì, sì, entrate signore. Entrate.» claudicando sui piedi malfermi la donna si diresse all'interno, spostando uno sgabello e poggiando sul tavolo una coppa di una qualche bevanda giallastra. Lucianus la seguì circospetto, non prima di aver infilato, in una fessura nella parete, uno zircone del silenzio. Sul tavolo depose il cappello a tesa larga e la spada bastarda, chiusa nel suo fodero di tela pregiata. Per dovere di cortesia sorseggiò ciò che gli era stato offerto: era birra fermentata, tiepida e con un forte retrogusto acido che servì solo a guastargli la bocca.
«Bene, mi racconti tutto.» disse, con aria annoiata.
La villica giunse le mani sul grembo, si schiarì la voce e prese a narrare, con tono malfermo.
«Ecco, io ho fatto una segnalazione perché una settimana fa dalle nostre parti è passata una strega. Immaginate che scandalo, per una comunità onesta e timorata come la nostra.»
Lucianus sospirò: il popolino utilizzava il termine strega spesso a sproposito, se davvero avessero dato la caccia a tutti coloro che contravvenivano al bando sulla magia amatoriale, la popolazione di Clitalia si sarebbe dimezzata.
«Utilizzi il termine maegi, se non le dispiace.» disse, cominciando a prendere appunti.
«Sì, sì, scusate. Insomma, questa maegi è arrivata nel nostro villaggio e noi tenevamo un problema che doveva essere risolto.»
«Che genere di problema?»
La donna si strofinò le mani, abbassando lo sguardo «Una mantide, no, aspetta, come si chiamava? Una manticoda, no asp-»
«Una manticora?» suggerì Lucianus, tamburellando il tallone sul pavimento.
«Sì, proprio quello. E allora il nostro podestà, siccome non si sapeva come mettere a posto questo inghippo, ha deciso di chiedere alla strega di aiutarci e quella ha accettato volentieri di dare una mano.»
Lucianus strabuzzò leggermente gli occhi "Notevole..."
«Perché non sono stati contattati gli Inquisitori?»
La donna avvampò, mordendosi le labbra.
«Beh, non c'era tempo. Finché qualcuno andava e tornava dalla città, capace ci scappava il morto e il podestà non voleva.»
«Continua, per favore.»
«Comunque, stavo dicendo, la stre- la maegi prima ha fatto domande strane un po' a tutti qui al villaggio. Ha chiesto se qualcuno aveva fatto per caso degli incantesimi, io non ne ho fatti. Gli altri poi non so. Dopo si è informata su dove si trovava la manticora e quando si è fatta notte è andata a cercarla nel bosco.»
«Cos'è accaduto?»
«Beh, abbiamo sentito delle urla e poi dei ruggiti, e poi ancora urla. Avevo una candela accesa qui e pensate si è spenta da sola. Poi abbiamo sentito la voce della maegi, parlava una strana lingua che non si capiva cosa stava a dire. E poi ancora dei lampi blu nel cielo, rossi, gialli, insomma di tutto e di più. Alla fine il giorno dopo tornò qua, si fece pagare e se ne andò».
«E la manticora?»
«Non s'è più vista, ma secondo me quella maegi ha usato qualche incantesimo malvagio o ha chiamato dei demoni per farsi aiutare. Quella lì, parola mia, era la puttana del Maligno.»
«Capisco, verificherò che non siano state perpetrate delle maledizioni prima di ripartire. Sa darmi informazioni circa l'aspetto di questa maegi?»
«Certo, e chi se lo scorda?! Era una tizia riccia riccia, con la pelle abbronzata e le lenticchie in faccia.»
«Saprebbe dirmi dove si è diretta?»
«Precisamente non lo so, ma ho sentito dire che è andata verso ovest. Lì, dove sta Colle delle Arpie.»
«Molto bene, c'è altro che deve dirmi?» chiese Lucianus, cominciando a raccattare le sue cose.
La donna si portò un dito alla bocca, mormorando qualcosa di incomprensibile, per poi volgersi nuovamente verso l'Inquisitore.
«In verità qualcos'altro ci sta... la maegi non era sola. Ad accompagnarla c'era sempre una bambina, o almeno credo che era una bambina.»
«Ne è sicura?»
«Se i miei occhi sono buoni, e lo sono, sì ne sono sicura. Era una bambina strana, pallida come un cencio, vestita di stracci e con due occhi sempre fissi, incantati. Il Sole mi protegga, ma a guardarla mi venivano i brividi, povera creatura.»
L'espressione di Lucianus si fece ancor più dura del consueto e, senza spendere più parole di quelle necessarie ad un breve congedo, lasciò la casa. Cominciava a capire perché avessero scelto proprio lui per intervenire e non un semplice novizio. Non tutti gli amatori di magia sarebbero riusciti ad uscire vivi da un confronto diretta con una manticora, forse per una volta il popolino aveva ragione: si trattava di una strega. E quella bambina poi... doveva assolutamente indagare.

 doveva assolutamente indagare

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Le Saghe del Crepuscolo: il Risveglio del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora