Pallide squame, appena attraversate d'una lieve sfumatura rossa, si accartocciavano in spirali sgraziate intorno ai muscoli inerti come quelli d'un cadavere appena spirato. Le dita del suo piede volgevano in ogni direzione, come intrappolate nei disegni contorti dei rami di un rovo.
Al suo fianco, poggiato sull'erba soffice, giaceva il vecchio bastone: la sua gamba di legno, con la punta che ancora raccoglieva i residui di linfa, polvere e merda dei suoi viaggi. "Basilisk lo spezzato", "La lucertola storpia" questi e altri lusinghieri nomignoli risuonavano nella sua testa, in un brusio confuso.
Adesso, tuttavia, aveva l'occasione per zittire una volta e per tutte quelle voci, riducendole al silenzio: il Grande Drago gli aveva servito l'occasione per dare uno smacco al fato e dimostrare che anche uno scarto ha il suo posto nel più ampio disegno delle cose.Squamardente gli venne incontro: una singola occhiata bastava a ricordargli la differenza fra quest'ultimo e lui. Il corpo sano e possente; le squame di un rosso accesso, lì a promettere vigore e lussuria. La rara coda spinata, letale tanto quanto la mazza chiodata forgiata dal più dotato fra i fabbri.
Un Cecrope di tal schiatta aveva in sé tutte le potenzialità per realizzare le proprie ambizioni, eppure quel giovane aveva deciso di riporre nel malconcio Basilisk tutti i propri sogni, tutte le proprie speranze.
«I capiclan sono riuniti, le loro armate accampate. È tempo di cominciare.» esordì il ragazzo, porgendogli la mano.
Basilisk la scostò con gentilezza: non aveva bisogno di aiuto, non per rimettersi in piedi. Afferrò il bastone e con lo sforzo congiunto della gamba sana e della coda si issò, con un gemito soffocato.
«Quanti sono accorsi alla nostra chiamata?»
Squamardente mugugnò, forse cercando di mettere insieme i ricordi di ciò che aveva veduto e ascoltato.
«Boaspira e Zanasulfura sono venuti con mille Cecrope peduno.»
«Sono tuoi coetanei, non mi aspettavo niente di meno» osservò, con un sorriso «gli altri?»
«Neraserpe si accompagna a un contingente di cinquecento guerrieri, mentre Carapace e Branchiamuta, beh, circa un centinaio ciascuno. Inoltre vi sono almeno trecento indipendenti che si sono voluti unire a noi, nonostante il parere contrario dei loro Clan.»
«Uhm,» rifletté Basilisk «quattromila Cecrope saranno più che sufficienti per il momento. Quando la guerra sarà iniziata e i nostri trionfi saranno sotto gli occhi di tutti, vedrai che anche altri si uniranno.»
«Lo spero» sospirò Squamardente, con aria pensierosa «nei giorni a venire faremo la storia...»
«Tua madre sarebbe fiera di te, ragazzo. Della guerra che stai per intraprendere.» gli disse, stringendogli la spalla con una mano.
«Conoscevi mia madre?» chiese il giovane, con voce stupita.
«Sì, la conoscevo.» replicò.
«Eravate amici?»"Amici?" non era la parola che avrebbe usato per descrivere il rapporto con la Viverna Rossa. Ricordava ancora il thig durante il quale era stato decretato il suo esilio dal Clan delle Serpi Scarlatte: ricordava la stretta dei ceppi, il tintinnio delle catene. La Viverna desiderava ardentemente offrirlo come sacrificio al Grande Drago, in rispetto delle antiche tradizioni.
Era stata Neraserpe a farle notare che "Essere uno storpio è un disonore, ma non una colpa." e che dunque un esilio a vita sarebbe stato più appropriato per quello che era, a tutti gli effetti, un peso per la belligerante società dei Cecrope. Quelle parole erano state dure da ascoltare, ma nonostante tutto gli avevano salvato la vita.
La Viverna aveva accettato malvolentieri la decisione del thig, consolandosi con il pensiero che uno storpio, solo e senza aiuto, sarebbe morto comunque nel giro di pochi giorni. Buffo che la capoclan delle Serpi Scarlatte alla fine lo avesse preceduto nel cammino verso la tomba.
Suo figlio era di altra pasta: forte e orgoglioso quanto sua madre, certo, ma non altrettanto ottuso. Per fortuna del Clan e dell'intera Tribù.
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Le Saghe del Crepuscolo: il Risveglio del Drago
Fantasia#concorsiamo2k19 Nelle terre di Clitalia, dove il Culto del Sol Invictus ha portato grandezza e prosperità alla razza degli uomini, si preparano grandi stravolgimenti. Gli equilibri stabiliti tanto faticosamente in secoli di accordi, guerre e conqui...