CAPITOLO XXX - ANCHE I DEMONI PIANGONO

31 9 19
                                    

«Prima i bambini, fate andare prima i bambini» esclamò Laura, mentre i popolani di Elea si affollavano intorno alla botola appena scoperchiata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Prima i bambini, fate andare prima i bambini» esclamò Laura, mentre i popolani di Elea si affollavano intorno alla botola appena scoperchiata. Aveva sempre trovato rivoltanti gli esiti ultimi a cui può portare l'istinto di sopravvivenza: come uomini, dabbene nella vita di tutti i giorni, fossero capaci di lasciare indietro i propri figli pur di aver salva la pellaccia. Uno dei tanti motivi per cui aveva sempre preferito le creature agli esseri umani. Una manticora, ad esempio, sarebbe morta prima di lasciare indifesi i propri cuccioli. Ma, in fin dei conti, chi era lei per giudicare? Tutto questo salvataggio era iniziato dal suo senso di colpa per l'indifferenza passata. No, non poteva dirsi poi tanto migliore di loro...

«Ehi, dovresti venire con noi, sai? A porto Angora saresti al sicuro» la richiamò la donna vestita di cuoio, poggiandole confidente una mano sulla spalla.
Laura lanciò una rapida occhiata alla strigoi «Vi raggiungerò più in là, in città ci saranno sicuramente altri sopravvissuti».
La donna assunse un'espressione interrogativa, corrugando le labbra «Noi stessi ci siamo salvati per chissà quale miracolo, sorella, se non te la fili adesso questo posto sarà la tua tomba».
La maegi trattenne una risata divertita.
«Credimi quando ti dico che sono sopravvissuta a ben altro che a un paio di lucertole troppo cresciute».
La donna sospirò, forse rassegnandosi al fatto che non l'avrebbe convinta.
«Spero tu abbia ragione... certo devi aver avuto una strana vita, ragazza mia»
«Non immagini neanche quanto...» le rispose, inarcando un sopracciglio.
La donna sembrò piacevolmente soddisfatta da quella risposta e da ciò che lasciava intendere.
«In ogni caso stai lontano dal drago, chiaro? Se sopravvivi vienimi a cercare, ti basterà chiedere di Circe Manombra, io e i miei compari avremmo davvero bisogno di una tipa come te».
«Ci farò un pensierino» assicurò la maegi, strizzando l'occhio destro.

Non osava immaginare a che tipo di affari si dedicasseuna persona come quella, ma il fatto stesso che fosse a conoscenza di unpassaggio segreto fuori dalla città bastava a dargliene un'idea. La osservòsparire, sotto la botola richiusa sul suo capo.
Laura si voltò verso Artemisia. Aveva intenzione di cercare altri popolanidispersi al fine di aiutarli, ma prima di pronunciare una sola parola si reseconto che la piccola strigoi aveva lo sguardo perso, rivolto da qualche parteverso il centro della città.
«Arti? Arti! Tutto bene?».
La bambina girò gli occhi nella sua direzione con lentezza «Ho visto una luce...era accecante» mormorò, con un lieve tremore nella voce.
La maegi si chinò sulla compagna, stringendole le spalle fra le mani: due lineedi un rosso sbiadito le colavano lungo le guance.
«Arti, ma tu- tu stai piangendo...».
La bambina le penetrò nelle pupille coi suoi grandi occhi scuri «Io- io non loso. È stata una sensazione strana... non l'ho mai provata prima» disse, mentre lasua voce, lentamente, tornava atona «le mie ginocchia si muovevano in modoinnaturale e per un istante – solo per un istante – ho sentito questo impulsodi scappare via. Non importa dove, l'importante è che fosse il più lontanopossibile da qui».
Laura corrugò la fronte: ecco qualcosa a cui non era preparata.
«Arti, è il drago che ti spaventa? È lontano da qui, sono certo che l'esercitoriuscirà ad abbatterlo».
La strigoi denegò debolmente col capo «No, è stata la luce... quella luce cidivorerà tutti...».

»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Le Saghe del Crepuscolo: il Risveglio del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora