Capitolo quarto: Myda

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CAPITOLO 4:               MYDA

Invitai Aranel a sedersi in riva al laghetto, non potevo non essere cortese.

Mentre lei teneva la piuma in mano cominciammo a parlare. “Dov'è il tuo Ishna?” le chiesi “Perché sei da sola?” 

Lei mi fissò un attimo poi sospirò e sorrise ancora. “Esco sempre a fare delle passeggiate qui” mi rispose. Il suo visetto trasmetteva il buonumore.

“Ho capito. Sai, anch’io vengo spesso qui.” le sorrisi. “mi piace rilassarmi e guardare nel laghetto.”

“E cosa vedi?” corrugò le sopracciglia incurisita.

“Vedo tutto ciò che voglio vedere, la mia fantasia va oltre l'acqua del laghetto.” le misi una mano sui capelli “e tu? Cosa vedi Aranel?”

Lei si sporse su quello specchio d'acqua e poco dopo mi guardò e tutta contenta disse: “Conchiglia!”.

Mi alzai e mi sporsi anch’io.

Sul fondo del laghetto vi era davvero una conchiglia; mi venne un idea, così infilai il braccio in acqua e la raccolsi per Aranel.

Lei, gentilmente, mi porse la piuma.

Dopodiché mi diede un tenero bacio sulla guancia.

“ARANEL!!” sentimmo chiamare e guardò in direzione del villaggio per poi ridere.

Poco dopo, da dietro i cespugli spuntò la faccia preoccupata di Eiden, il suo Ishna.

“Tranquillo Eiden, era qui con me.”

 “Ciao Myda, scusa mi sono preoccupato ma comunque grazie per aver badato a lei, ti ha dato fastidio?” mi chiese preoccupato.

Feci cenno di no. “Per niente, è adorabile e poi ci stavamo divertendo a trovare oggetti” risposi.

Eiden era alto, con i capelli marroni e gli occhi verdi, appena incontrò il sorriso luminoso di Aranel le corse incontro e la bimba gli si tuffò fra le braccia. Era rimasto orfano di padre poco dopo l’ultima guerra contro Elros e contribuiva attivamente al sostentamento della madre, alla quale somigliava moltissimo.

“Mi ero preoccupato perchè non ti vedevo più ritornare mia piccola.” le disse accarezzandole  i capelli marroni.

“Scusa Eiden, io non faccio più così.” disse un pò imbarazzata e lo abbracciò forte. Io li guardai e sorrisi con Eiden.

“Guarda Eiden! Guarda!” Aranel era proprio felice e fece vedere al suo Ishna la conchiglia che le avevo preso. “Questa me l'ha data Myda” e la bambina arrossì. 

Eiden la guardò dritto nei suoi occhietti splendidi “Aranel se vuoi ti potrai fare una collana, così come ciondolo potrai metterla, è davvero bella quella conchiglia” poi Eiden si rivolse a me. “Grazie ancora Myda, adesso dobbiamo andare, ci si vede in giro fratello.”

“Contaci, fratello.” 

Amichevolmente ci chiamiamo fratelli per onorare la nostra discendenza da Eyria.

Guardai la bimba e le accarezzai una guancia. “Fai la brava piccola cercatrice” sospirai. 

“Ciao, ciao!!” mi rispose e mi fece cenno di saluto con una delle sue manine di pesca e io rimasi a guardarla mentre si allontanava dai cespugli tenendo per mano Eiden.

Stavo pensando a cosa era successo questa mattina all'alba..... Sentii ad un tratto gocciolarmi addosso...alzai gli occhi al cielo...il cielo gocciolava? Impossibile, pensai. Fu un attimo mentre non riuscivo a capire perchè cadeva acqua dal cielo che vidi quello che temevo. La barriera del villaggio creata da Eyria sembrava debole, qualcosa non andava. Odorai la goccia caduta dal cielo: era proprio acqua piovana. Guardai ancora sopra la mia testa e vidi il cielo all'esterno del villaggio Ishna. L'acqua cadeva sulla terra dalle nuvole grigie che oscuravano il sole del mondo esterno. Cadevano gocce dentro il villaggio. Strano. Non avevo mai visto acqua cadere da nuvole come quelle buie e brontolanti. Rimasi affascinato, sbigottito. Era pur sempre bello all'esterno ma lo vidi in pochi istanti prima che la barriera ritornasse compatta. La paura si diffuse liquida e fluida come un nettare fra i miei pensieri, non potevo ignorare il fatto che forse eravamo in serio pericolo. 

Presi la piuma bellissima e m'incamminai verso la mia capanna. La barriera che ci nascondeva dal mondo di fuori adesso era tornata normale e il sole cominciava a risplendere dentro. Molte volte riflettevo sul fatto che il mondo Ishna era come un ambiente rigoglioso intrappolato fra diverse altre terre molto diverse fra loro. 

Cominciava a fare caldo al villaggio.

Non appena entrai nella mia casa bevvi un sorso di acqua fresca della fonte. Era dissetante, pura, che sgorgava incontaminata da una roccia dentro il perimetro del campo. Frugai nel cesto della frutta colta appena da Saysh, una bambina tanto gentile che a volte mi portava frutti prelibati in dono. Trovai una mela. Era rossa e lucida, odorava di sole e primavera, anche solo sentendo il suo profumo veniva voglia di mangiarla per provare il suo sapore. La presi in mano, e me la portai alle labbra. L'assaporai. Mentre stavo mangiando, Keendel bussò.

“Myda, posso entrare?” mi chiese dall'esterno.

“Si, entra pure” gli risposi. Keendel aprì quasi di soppiatto la porta in legno. “Posso offrirti della buona frutta, fratello?” gli proposi porgendogli il cestino.

“Ti ringrazio ma rifiuto. Volevo parlarti Myda.” Keendel mi guardò serio. “So che sei il capo e che sei bravo a fare il tuo dovere per il villaggio ma, per favore, potresti spiegarmi che succede? Stamattina quando Bride ed Endacil sono andati via mi sei sembrato scosso, ma adesso ti vedo preoccupato.” concluse, portando il peso del corpo sull'altro piede.

“Keendel, ti dirò la verità, mi preoccupa tutto questo. Sapere che di mezzo c'è anche Elros non è certo piacevole. E inoltre, oggi al laghetto, ho notato che la barriera stava cominciando a indebolirsi, so che Eyria l'ha costruita così bene che mi angoscia sapere che potrebbe esserci qualcosa di brutto sotto.” sospirai mentre la mia guardia rimaneva paziente ad ascoltarmi. “Ho paura per il villaggio.”

Keendel mi guardò e sospirò malinconico “Appena arriverà Jamil ne discuterete, è una questione seria Myda....…” uno squillo chiaro e forte di flalend, interruppe il suo discorso.

Il flalend è uno strumento a fiato molto lungo, ricavato da un pezzo del tronco cavo di un albero, successivamente può essere intagliato, arricchito con piume e foglie o dipinto con misture di terra e bacche schiacciate. E’ uno strumento dal suono particolare che viene usato da noi per accompagnare i riti e i canti funebri.

“Caytilinn sta per essere portata all'arco” sussurrai. Mi alzai dalla sedia di legno, lasciai la restante parte di mela sul tavolo e mi diressi verso l’arco, dovevo andarci, per Caytilinn. Keendel prima di uscire mi afferrò un braccio con fermezza ma non mi fece male. “Sei un bravo capo Myda” disse.

 “Grazie fratello” risposi e mi allontanai in compagnia dei miei pensieri.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora