Capitolo undicesimo: Maya

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CAPITOLO 11:          MAYA

Nella mia mente vorticavano in una danza oscura le immagini degli ultimi minuti prima di addormentarmi e svegliarmi in questo posto.

Ricordo il cielo della notte scuro come pece su di me e pieno di stelle.

Mi rivedo mentre strappo quel manto simile a un incubo che avvolge ogni cosa emettendo una flebile luce, come quella delle lucciole che stanno sui prati estivi di sera.

Rivivo quegli attimi dopo la trasformazione, mentre volo in fretta per paura che il Clan si accorga che sono fuggita, e poi dal basso vedo arrivare, come una pioggia nella mia direzione, una moltitudine di frecce e, sentendomi sfinita cerco di evitarle ma un ultima freccia mi ferisce e precipito come un meteorite infuocato a terra. 

Non capisco cos’è successo dopo, forse sono svenuta e adesso mi ritrovo faccia a faccia con uno sconosciuto.

Di male in peggio.

Mi guardai in giro per capire dove ero finita, sembrava la camera da letto di una capanna.

Ero su un letto e il ragazzo con i capelli blu era vicino a me;  Avevo paura, in quel momento mi pentii di essere stata imprudente. 

“Mi chiamo Myda, e tu? Ricordi il tuo nome?” mi chiese con fare preoccupato. 

“Io…” ero bloccata, sopraffatta dallo spavento: cosa mi sarebbe capitato? Sospirai e lo guardai negli occhi viola. “Io… mi chiamo Maya” risposi, aspettando che dicesse qualcos’altro.

Lui sembrò sorpreso e sollevato, come se aspettava da molto una mia risposta e adesso ne era felice.

“Maya…”sussurrò,guardandomi e muovendo le labbra sensualmente come non avevo mai visto fare a nessun altro. “…hai davvero un bel nome…” disse.

Si chiamava Myda, sembrava gentile ma preferivo stare sulla difensiva; presi la scelta che mi sembrava più opportuna in quel momento: lo avrei implorato di non farmi niente se solo questo poteva bastare. Notai la piuma che mi apparteneva che lui aveva messo come souvenir. Il panico si impossessò di me. Implorare era la cosa migliore da fare.

“…Non farmi del male…” dissi con voce bassa, spezzata dalla paura. “…Ti prego…” sussurrai sull’orlo di un pianto isterico ma dovevo controllarmi. “…Non farmi del male…” ripetei con insistenza mentre sentivo gli occhi gonfiarsi di lacrime.

In quel momento, e non l’avevo previsto, Myda allungò un braccio porgendomi la mano. “Vuoi essere mia amica?” mi domandò sorridendomi e rimasi stupita perché il nemico mi stava offrendo aiuto. 

Cosa dovevo fare? Ero smarrita, mi sentivo confusa… 

Lui voleva farmi del male o erano altre le sue intenzioni? Esitai in quel momento guardando il palmo della sua mano dal colorito chiaro. Cos’era la cosa giusta da fare?

Prendere tempo.

“Dove sono?” gli domandai e lui ritrasse il braccio mentre sul suo viso c’era dipinta un espressione di delusione. Sembrò quasi in imbarazzo a parlare con me, inalò l’aria gettandola fuori poco dopo.

“Sei all’interno di un villaggio Ishna… ti abbiamo trovata distesa sul prato fuori dalle mura di legno e ho deciso di portarti dentro anche per curarti quella brutta ferita” spiegò, indicando il taglio che avevo su un braccio.

In effetti sembrava rimarginato, finchè lui non l’aveva detto, nemmeno mi ero accorta che ci fosse, invece adesso lo sentivo un po’ pizzicare.

“Grazie per avermi curata…” gli risposi abbassando gli occhi mentre Myda mi guardava serio. Notai che avevo ancora addosso i vestiti che mi ero messa per scappare ed erano strappati, mi sorpresi che lui non mi aveva sfiorata e, sembrò accorgersi del mio cambiamento di emozione.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora