Capitolo decimo: Myda

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CAPITOLO 10:               MYDA

“Myda! Myda! Svegliati!”

Qualcuno mi chiamava.

Aprii gli occhi pesanti e su di me incombeva la faccia di Keendel che sembrava preoccupato.

“Svegliati capo! È tardi e qua fuori c’è Areya che deve controllare la ragazza, è mezza mattinata.”

Lo guardai strabuzzando gli occhi. “Cosa? Mezza mattinata? È tardissimo! Grazie Keendel, dì ad Areya che fra poco potrà visitare l’umana” gli dissi alzandomi di scatto e prendendo i miei pantaloni blu. Keendel uscì ridendo e quando chiuse la porta mi vestii subito, mi lavai, addentai un pezzo di pane e indossai il bracciale di Jamil, la collana che mi aveva fatto Merey e aggiunsi delle corde celesti allacciate in vita dalle quali penzolavano delle conchiglie, simili a quelle che portava Narciso.

Poco dopo feci accomodare Areya. 

“Scusa per la confusione ma mi sono svegliato adesso”,dissi sbadigliando. Areya mi sorrise e si spostò uno dei ciuffi di capelli che le stavano davanti gli occhi.

Quel giorno i suoi infuocati capelli rossi erano riuniti sopra la testa in una complicata acconciatura dalla quale sfuggivano lateralmente alcuni ricci che si adagiavano su una spalla. Frontalmente, Areya indossava una fascia sottile color corteccia che le tirava indietro i capelli.

“Incubi?” chiese educatamente. 

La guardai e sbuffai assonnato. “La ragazza non mi ha fatto dormire…continuava a rigirarsi fra le lenzuola, stava parecchio male” le risposi affranto e andammo in camera da letto.

Mentre Areya controllava le medicazioni della ragazza, mi sedetti sul letto a guardarla. Le tolse il bendaggio dalla fronte e sembrava soddisfatta, probabilmente la febbre stamattina le si era abbassata. 

“Sta meglio adesso, te lo posso assicurare” disse la curatrice sorridendomi mentre le stava slegando le bende dal braccio. Quella poltiglia rossa che il giorno prima le aveva messo dentro la ferita le aveva solo lasciato una ferita normale, poco più profondo di un taglio. Guardai Areya incuriosito… era stata capace di farla rimarginare in pochissimo tempo. 

“Quell’impasto rosso è davvero incredibile…”ammisi, continuando a guardare il braccio della ragazza.

“Sì… hai ragione…è molto particolare.”

“Posso svegliarla per mangiare?” le chiesi. Era la terza volta da quando veniva a visitare la ragazza che glielo domandavo. Speravo mi dicesse di sì così avrei potuto conoscere l’esterna un po’ meglio. 

“No, Myda, si sveglierà da sola” concluse, andando verso la porta.

Bene.Mi aveva detto il contrario di quello che avrei voluto sentirmi dire.

Pazienza, avrei dovuto aspettare ancora molto. 

“Ciao e grazie Areya”, la salutai con la mano e lei ricambiò. Appena se ne fu andata, concentrai la mia attenzione sulla ragazza che aveva le braccia sulle coperte.

Le bagnai le labbra, tanto per sicurezza.

Giusto il tempo di mettere qualcosa in ordine che Keendel irruppe nella stanza annunciando il ritorno di Reliel e Nysem e dietro loro, accompagnato dalle sue due guardie personali Rael capo degli Ishna dell’Est.

Lui mi venne incontro abbracciandomi come fanno i fratelli di sangue e io ricambiai.

Rael era una persona solare; come Narciso, aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi, era alto ed era un Ishna arancione. Portava al collo una collana di pelle scura alla quale era attaccato un dente di un lupo che aveva ucciso quando era giovane. Gli piaceva portarla, per lui era preziosa come un tesoro.

Ishna-sulle Ali Rosso FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora